L’importanza del congresso di Fdi, anche per la candidatura a sindaco

Perché il Congresso di FdI a Frosinone sarà strategico. Non tanto per gli assetti interni. Ma per la prospettiva futura in chiave Elezioni Comunali 2027

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Lo certificano, inequivocabilmente, i risultati ottenuti dal Partito nelle urne di Frosinone durante le ultime 3 elezioni. Fratelli d’Italia alle Europee 2024 ha raggiunto il 31.92%; alle Regionali 2023 stava al 29.91%. Ed alle Politiche 2022 era al 31.76%. Con una percentuale di consensi sempre intorno al 30% nel capoluogo ciociaro Fdi è risultata inarrivabile. Per chiunque.

Non solo. È il primo partito in Consiglio Comunale: con 5 Consiglieri è il gruppo consiliare più numeroso. Costituisce per questo l’azionista di maggioranza nell’amministrazione del sindaco Riccardo Mastrangeli.

Logico e naturale allora che il Congresso cittadino del 22 marzo prossimo costituisca un appuntamento di fondamentale rilevanza per la classe dirigente, gli iscritti, i simpatizzanti ed i militanti del Capoluogo.

Chi sarà in campo

Fabio Tagliaferri (Foto: Luigi Mistrulli © Imagoeconomica)

La posta in gioco è alta. Altissima. Chi vince il Congresso poi sarà in una posizione che gli consentirà la pretesa di dare le carte in prospettiva elezioni Comunali del 2027. Forse anche sulla candidatura a sindaco: perché la Lega dovrà ritirarsi da una serie di piazze, sul punto Giorgia Meloni è stata chiara dopo le scorse Regionali. Aveva concesso un diritto di prelazione a Matteo Salvini per quei luoghi in cui esprimeva un’amministrazione uscente: i numeri non hanno premiato le scelta. Si cambia. È per questo che Frosinone potrebbe tornare in discussione nonostante oggi esprima un sindaco civico di designazione leghista.

Chi sono i competitor impegnati nel Congresso? Il tesseramento fatto nel Capoluogo ha delineato un quadro abbastanza chiaro. In campo ci saranno il Segretario cittadino uscente Fabio Tagliaferri (presidente della partecipata dal Ministero della Cultura, ALeS SpA). Ha dalla sua parte l’artiglieria pesante composta dall’intero Gruppo Consiliare di Frosinone con la sola possibile eccezione del Consigliere Comunale e provinciale Sergio Crescenzi. Perché? Si aspettava di essere indicato da Tagliaferri come assessore in quota FdI al posto del dimissionario Paolo Fanelli; il Partito invece per quel posto ha comunicato a Mastrangli il nome di Alessia Turriziani. Crescenzi non l’ha presa bene e lo ha fatto sapere in maniera piuttosto polemica.

A sostenere la conferma di Tagliaferri ci sarà anche la Consigliera Regionale e Presidente della Commissione Sanità Alessia Savo. E con lei anche l’onorevole Paolo Pulciani.

Il competitor: Aldo Mattia

In “contrapposizione” a Tagliaferri ci sarà il deputato Aldo Mattia: di Frosinone ma eletto nel Collegio della Basilicata dove ha ricoperto l’incarico di direttore regionale della Coldiretti dopo esserlo stato in Sicilia, Sardegna e Lazio. Mattia è politicamente vicino al coordinatore provinciale Massimo Ruspandini che però si è astenuto dal tesseramento esasperato sul capoluogo. Perché?

La contrapposizione tra Mattia e Tagliaferri non è ideologica né di prospettiva. Ma l’ex direttore di Coldiretti mira ad incidere nella scelta del candidato sindaco nel capoluogo; secondo una vulgata gradirebbe essere lui il candidato del centrodestra. Ma per avere peso e parola occorre dimostrare di essere radicati elettoralmente nella città. Mattia però non ha mai avuto modo di pesarsi tra le mura di casa: il suo ruolo in Coldiretti gli ha imposto sempre di stare lontano dalle urne. A testimoniare il suo interesse per la partita ci sono sia il suo recente attivismo per alcune dinamiche di Frosinone, sia il numero di tessere depositate nella sede di Via della Scrofa che fanno riferimento a lui.

Sullo sfondo del Congresso ci sono visibili anche le elezioni Comunali del 2027. Ed anche la candidatura a Sindaco del Capoluogo. Vediamo perché.

Lo spiegone

Franco Carfagna con il Gruppo di FdI (Foto © Massimo Scaccia)

Nella prima metà di Consiliatura a Frosinone è accaduto di tutto: la coalizione di centrodestra che ha vinto le scorse elezioni ha perso per strada 8 Consiglieri; ne ha recuperati quasi altrettanti cambiando l’assetto ed aprendo le porte ai centristi che stavano in opposizione. La blindatura finale è arrivata dall’ex sindaco Dem Domenico Marzi con il suo Gruppo, nonostante sia stato l’avversario diretto del sindaco Mastrangeli tre anni fa.

Nei fatti il quadro politico e di coalizione è completamente stravolto. Per questo non è peregrino ipotizzare aggregazioni “innovative” la prossima volta che si andrà a votare per il Consiglio comunale. In soldoni: l’alleanza tradizionale FdI-Lega-FI che nel 2022 ha determinato l’elezione a sindaco per Riccardo Mastrangeli al momento non esiste più. Si è dissolta come neve al sole. FI ha dichiarato da tempo l’appoggio esterno a Mastrangeli. Gli azzurri ora sono ad un bivio, potrebbero passare direttamente all’opposizione. Il voto sul bilancio dei Consiglieri azzurri Scaccia e Cirillo sarà illuminante in tal senso.

Lo scenario elettorale del 2027 proprio per questo potrebbe essere del tutto diverso. (Leggi qui: Frosinone: la mossa del cavallo del Stefano Pizzutelli, dentro e fuori il Pd).

Comunque insieme

Francesco Rocca

Le regole della politica vogliono che sia ancora possibile pensare ad una operazione di recupero del rapporto politico e personale con il sindaco. E quindi riportare Forza Italia in maggioranza. E’ complicato rompere definitivamente. Per tutti. Perché Frosinone è un Capoluogo ed ha un certo peso nel panorama politico regionale. Dove FdI -Lega e FI governano comunque insieme pur con qualche scossone: ogni tanto qualcuno minaccia di uscire dalla Giunta del Presidente Rocca ma poi puntualmente non se ne fa nulla (e Rocca lo ha capito benissimo).

Se rompere e difficile, ancora più complicato è ricostruire e fare finta che non sia accaduto nulla tra Fi e il Sindaco. Ma anche con gli alleati di colazione. L’ok a Mastrangeli a stipulare il patto di collaborazione (o desistenza, i contenuti si chiariranno meglio in occasione della sessione di bilancio) con l’ex sindaco Pd Domenico Marzi è stato dato sia da FdI che dalla Lega. Nessuno dei due partiti alleati ha detto di no a quell’accordo. In maniera chiara.

Questo a Forza Italia non è piaciuto. Potrebbe essere l’ulteriore ostacolo per la ricomposizione del quadro originario della coalizione. Oggi e a maggior ragione nel 2027.

Via gli schemi e liberi tutti

Riccardo Mastrangeli

In questo scenario si collocano le ambizioni sindacali dei rappresentati di FdI. Se saltano definitivamente gli schemi tradizionali, se c’è il tana libera tutti, ognun dei Partiti del fu centrodestra è legittimato ad accreditarsi e a rivendicare la candidatura a sindaco di Frosinone.

Per nessuno è un mistero che sia Fabio Tagliaferri che Aldo Mattia, guardano alla fascia tricolore con particolare attenzione: anche nella forma subordinata di una “semplice” indicazione. Come con altrettanta cura la osserva, con discrezione, la Presidente della Commissione Sanità Alessia Savo.

Ecco perché vincere (o far vincere ad un amico) il Congresso cittadino del Partito, significa anche mettere un fiche “pesante” sul tappeto verde delle elezioni comunali del 2027.