
La consiliatura di Mastrangeli durerà fino al 2027, poiché nessuno vuole affrontare elezioni incerte. Fratelli d'Italia e Mastrangeli si osservano strategicamente, mentre si preparano per le sfide politiche future, inclusa la rilevanza delle provinciali del 2026.
La consiliatura Mastrangeli non terminerà prima della scadenza naturale nel 2027. Nessuno può permetterselo, nessuno è già pronto per affrontare una campagna elettorale per certi versi inedita e piena di incertezze. Quindi di insidie. Soprattutto, nessuno vuole andare a casa prima del tempo. Perché del doman non vi è certezza: né di candidatura, né di elezione. Per chiunque.
Fatta questa doverosa premessa, è assolutamente vero che tra il sindaco Riccardo Mastrangeli e Fratelli d’Italia c’è una palese divergenza di vedute. Anche piuttosto forte. Ma è anche vero che si stanno studiando.
Esplorazione offensiva

In gergo militare si chiama esplorazione offensiva, ovverosia un’azione volta a capire la capacità di reazione del nemico, senza impegnarsi in un attacco a pieno titolo. Si lanciano un po’ di missili, qualche drone e si spara qualche colpo di cannone per testare il potenziale di fuoco del nemico. La gittata dei missili, l’arsenale militare e tutto il potenziale bellico. Si fa così per capire se in seguito un attacco vero e proprio, lanciato su larga scala può avere successo oppure no.
Fratelli d’Italia con la mancata partecipazione all’inaugurazione della piazza dello Scalo ha aperto i “silo” sotterranei dove sono custoditi i missili. Ma non gli ha lanciati. Ancora. (Leggi qui: Frosinone, la piazza ritrovata e la coalizione smarrita).
Allo stesso modo Mastrangeli con il suo secco “niet” ad ogni ipotesi di revisione della pedonalizzazione della piazza e della politica sulla mobilità urbana sostenibile, vuole capire fino a che punto può tenere il punto, senza però arrivare alla rottura con i Fratelli. Entrambi stanno facendo veicolare ad arte il messaggio della irremovibilità sulle rispettive posizioni. Anche questa è strategia.
Il motivo della tattica

Il perché di queste tattiche è attribuibile, con sufficiente certezza, a quello che accadrà quando si andrà a votare tra 24 mesi. Lo schema di gioco rivelatosi vincente nel 2022, molto difficilmente potrà essere riproposto nel centrodestra nel 2027. A cominciare dalle primarie “sui generis” che ha vinto Mastrangeli. Tutti ora vogliono primarie contendendibili, non più all’acqua di rose. (Leggi qui: Il significato delle elezioni di Ceccano per Frosinone).
La candidatura di Mastrangeli non può passare da lì. Anche la coalizione probabilmente non sarà più quella tradizionale di centrodestra con dentro FdI-Lega e FI. Meloniani e Sindaco si stanno studiando soprattutto per questo, per capire come affrontarsi tra 24 mesi.

Una cosa però li accomuna. Vogliono entrambi la candidatura a sindaco del Capoluogo. Sullo sfondo ci sono le elezioni provinciali di marzo del 2026 che ai Partiti, tutti in senso assolutamente trasversale, servono come il pane. Perché sono utili a placare i crescenti appetiti che provengono dall’interno. Le candidature al parlamento e alla regione sono di fatto blindate, non ci sono possibilità per accontentare altri. L’unica candidatura negoziabile che può dare temporanea quiete all’interno dei Partiti sono appunto le Provinciali. Non per l’importanza del ruolo a palazzo Jacobucci, ma per la gestibilità.
Passate le provinciali poi l’ultimo anno di consiliatura sta in banca praticamente da solo. Nessuno ha più interesse a fare nulla, se non concentrarsi sulla campagna elettorale. Anche per questo nessuno può permettersi che Mastrangeli vada a casa prima del tempo. E con lui tutti gli altri.