
Matilde Celentano si lascia andare ad un autentico sfogo politico. Sulla solitudine del sindaco e le divisioni della sua maggioranza. Lo fa in occasione del Congresso di Forza Italia
Uno sfogo. Duro, politico, ma anche personale. E non sembra la comune sindrome della “solitudine del sindaco“. Eppure, Matilde Celentano, sindaca di Latina, ha usato proprio quel termine: «Mi sento sola». Non è nuova a sfoghi: quello sulla malattia, sul “chiacchiericcio“, sugli haters sui social che la attaccavano per l’aspetto fisico. Era personale, divenuto pubblico per quelle critiche rese pubbliche dai social cui pubblicamente aveva voluto rispondere, nella massima assise, il Consiglio comunale.
Sfogo politico

Stavolta no, è uno sfogo politico, è un attacco alla maggioranza e alle sue divisioni, alle sue critiche interne. Uno sfogo, che arriva quasi al “compleanno”, visto che il 17 maggio l’amministrazione compirà due anni, ed è quindi anche il momento di un bilancio.
Per farlo ha scelto ancora una volta un evento pubblico: il Congresso comunale di Forza Italia di Latina, aperto con il ricordo di Luca Palmegiani e che ha visto eletto segretario cittadino Stefano Cardillo. (Leggi qui: L’addio durante l’incontro di Partito: se ne va Luca Palmegiani. E leggi anche: Latina, la scomparsa di Palmegiani: il cordoglio, le domande e l’algoritmo).
«Dobbiamo correre insieme – ha detto la Celentano – non potete lasciarmi sola, ma io mi sento sola. Vorrei che i consiglieri non venissero sempre da me a portarmi problemi. Vorrei soluzioni, perché l’amministrazione ha già tanti problemi». E un accenno veramente personale: «Non è più possibile che un sindaco debba risolvere i divari tra Partiti. E nessuno mi chiede come sto psicologicamente, ad assorbire i problemi tra Partiti e Consiglieri. Non può più essere, io gli attriti non li sopporto più, dobbiamo essere un centrodestra unito, non dobbiamo perdere più un minuto a risolvere attriti».
Tutti presenti

La sindaca ha davanti a sé tutti quelli cui voleva inviare il messaggio. Di Forza Italia ci sono tutti: c’è il segretario regionale Claudio Fazzone, quello Provinciale Giuseppe Di Rubbo, quello Comunale (eligendo) Stefano Cardillo. C’è tutto il Gruppo consiliare azzurro; ci sono europarlamentari (Salvatore De Meo) e assessori regionali (Pino Schiboni). E c’è anche il Segretario cittadino della Lega, Vincenzo Valletta. Ma ci sono anche gli avversari del Pd: da Stefano Vanzini a Marco Cepollaro a Claudio Moscardelli. C’è anche il Segretario comunale del suo Partito, FdI, Dino Iavarone. Un messaggio che più politico di così non poteva essere.
La Celentano cita i progetti da portare avanti «in maniera unita», cita le incompiute su cui si sta lavorando (cittadella giudiziaria, ex Svar, palazzo Key: «Ora è il momento di dare risposte»; non può non citare il Centenario e «le opportunità che porterà»; i fondi Pnrr, Pinqua e Fesr («Oltre 100 milioni di euro») e le opere da realizzare.
Per questo, «io mi appello alla responsabilità di tutti. Come Berlusconi aveva fatto del pragmatismo la sua virtù, così voi dovete essere pragmatici e trovare soluzioni ai problemi. E allora sarò al fianco di una maggioranza unita. E spero che il futuro sarà più roseo». Non cita, invece, i temi che creano problemi alla maggioranza, che tutti conoscono: la gestione dei rifiuti, in primis. Ma anche gli sfoghi di Anzalone sull’acquisto (definito impossibile dall’assessore al Bilancio, Ada Nasti) dell’ex zuccherificio dal fallimento Slm.
Condivisione

«Condivisione» è stata la risposta, la parola più usata: da Valletta, dai consiglieri azzurri come Fausto Furlanetto e Mauro Anzalone e Giuseppe Coriddi. Ma il Segretario provinciale Giuseppe Di Rubbo rilancia: vuole la Mare-Monti, vuole «una politica delle entrate più sana», vuole chiarezza con l’Università, perché altrimenti «l’investimento fatto con l’affidamento di Ruspi e Banca d’Italia non è produttivo».
E, come di consueto, è poi Fazzone a mettere il carico da 90: «Occorre stabilire una linea politica certa con gli alleati su un progetto politico. Nessuno se la deve prendere, quando ci si confronta, quando le cose non si capiscono o non si comprendono. Nella coalizione ci vuole maturità: è coesa, ma quando le elezioni si fanno, devono essere di governo, non elettorali, che poi ognuno pensa di governare a modo proprio. E no! Si governa insieme, in base al programma. Si portino anche idee nuove, ma si discutano con gli alleati. Ma se si pensa di utilizzare alleati solo a fini numerici, per poi non portare avanti la dignità di una forza politica, questo non porta da nessuna parte».

Non solo: «Molte volte si vedono gli alleati come nemici: ci sono Partiti che si riuniscono, e parlano male degli altri Partiti». E ancora: «Non si usa la politica per distribuire prebende per rafforzare il proprio fortino: vanno allontanate, le persone che tutte le mattine vanno dal sindaco a chiedere, e poi queste persone non vengono in Consiglio».
E, in definitiva: «io ringrazio la sindaca. Però ci vuole un’azione politica più incisiva».