L’ottavo punto, quello della discordia

A Ceccano il Centrosinistra diserta in corsa la votazione del rendiconto della gestione finanziaria. «Relazione dei revisori in ritardo - motiva la De Santis -. Una grave lesione delle prerogative dei consiglieri». Non per Caligiore: «Termine dei dieci giorni non perentorio». Tari su del 3-4%. Del Brocco: «L’ultimo “regalo” di Zingaretti in materia di rifiuti». Dai banchi di minoranza: «Colpa del Comune e di chi ha cancellato l’Egato». Non da quello “soft” di Marco Corsi.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

A Ceccano la maggioranza di Centrodestra approva da sé anche il rendiconto della gestione finanziaria del 2023: il documento contabile che ha scattato un’istantanea tra bilancio di previsione e consuntivo finale. Nove i punti all’ordine del giorno, passando per ratifiche di variazioni del bilancio e l’immancabile aumento della Tari: la Tassa sui rifiuti, che salirà quantomeno del 3%.

Si parte con il minuto di raccoglimento per via della scomparsa del fratello di Mariella Bruni, consigliera di maggioranza.

È l’ottavo punto, proprio il rendiconto, a risultare sin da subito pomo della discordia: una bomba accesa all’inizio ed esplosa nel finale. Stavolta l’opposizione di Centrosinistra ha disertato la sala consiliare alla lunga, dopo la precedente astensione davanti alla cittadinanza onorario per il governatore Rocca. (Leggi qui Rocca ceccanese onorario per il solo Centrodestra).

«Grave lesione delle nostre prerogative»

Mariangela De Santis

«C’è stata una grave lesione delle prerogative dei consiglieri comunali, motivo per cui non parteciperemo alla discussione dei punti all’ordine del giorno». L’abbandono dell’aula viene preannunciato da Mariangela De Santis e perpetrato assieme ad Andrea Querqui, l’altro esponente presente in rappresentanza del Centrosinistra. Parole che portano lì per lì a un acceso scontro con il sindaco di FdI Roberto Caligiore, a microfono spento.

Alla fine resteranno a discutere fino al settimo punto, saltando rendiconto e votazione dei nuovi Revisori dei Conti. Era stata protocollata una richiesta di differimento della seduta consiliare. «Il 10 maggio scorso – ha riportato la De Santisla conferenza dei capigruppo è stata informata che i consiglieri Emanuela Piroli ed Emiliano Di Pofi sarebbero stati assenti in questa data. È stata anche richiesta una verifica della presenza di tutta la documentazione necessaria per la discussione dei punti all’ordine del giorno, ravvisando l’indisponibilità della relazione dei Revisori dei Conti».  

La risposta della maggioranza? «Ci è arrivata comunque la convocazione del Consiglio in data odierna – ha lamentato la consigliera -. A parte la gravità del comportamento, al di là del rispetto personale, è una violazione delle prerogative che spettano ai consiglieri. Parliamo oltretutto del rendiconto, uno degli atti più importanti. È un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti della rappresentatività, dunque della cittadinanza stessa».  

«Se avete altri impegni, andate pure»

Roberto Caligiore

Parole che scatenato la replica di Caligiore: «L’accesso agli atti è qualcosa non imputabile alla Politica, che non può dire agli Uffici di non darli. Oggi è il compleanno del presidente Savoni ed è comunque qui, a dimostrazione che il ruolo di consigliere prescinde da tutto. Ci dispiace non aver potuto rinviare il Consiglio per il grave lutto che ha colpito Mariella Bruni, che abbiamo dovuto convincere a non venire perché avrebbe voluto essere comunque presente. Se avevate già altri impegni, andate pure». “Schiaffo morale” che va a segno, visto Querqui e De Santis sarebbero poi rimasti in sala consiliare. Non oltre il settimo punto all’odg.

«Andate via prima della risposta?», ha chiesto sarcasticamente il presidente del Consiglio, Alessandro Savoni (FdI): «Non accetto certi termini pesanti. La convocazione del Consiglio vi è stata data due mesi fa, in conferenza dei capigruppo. Avete avuto tempo per evitare altri impegni. Mezzi e mezzucci a me non piacciono. Venerdì c’erano quasi tutti i documenti e sabato, per Pec, è arrivata a tutti la relazione dei revisori dei conti. Eccetto il punto sul rendiconto, potete restare per gli altri otto. Altrimenti è una comunicazione pretestuosa».

Il sindaco Caligiore, che detiene la delega al Bilancio, ha poi dichiarato: «Non è scritto da nessuna parte che la relazione deve essere disponibile dieci giorni prima. Quando stavo all’opposizione, veniva consegnata addirittura la mattina stessa del Consiglio. È stata garantita la lettura di 54 pagine mandate via Pec a tutti i consiglieri comunali l’11 maggio e oggi è 17. Il tempo per leggerle ci sarebbe stato. Non è perentorio il termine dei dieci giorni per la disponibilità della relazione».

L’opposizione “soft” di Marco Corsi

Marco Corsi, consigliere d’opposizione “soft”

Da quel momento è entrata in gioco l’opposizione soft di Marco Corsi, tornato civico dopo le dimissioni da commissario cittadino della Lega. Sempre se alla fine, visti i cordialissimi toni con la maggioranza, non passa anche lui a Fratelli d’Italia. (Leggi qui Civici e Indipendenti, ma fino a un certo punto).

Corsi è l’ex presidente del Consiglio nel Caligiore 1, che contribuì a far cadere: lo sfiduciò per candidarsi a sindaco, sostenuto da Pd civico e Psi. Ma perse la sfida contro il poi rieletto (al primo turno) sindaco di Fratelli d’Italia Roberto Caligiore.

Quella di Corsi è un’opposizione sempre più “responsabile”. Con un colpo al cerchio e un altro alla botte: «Dispiace che sono anni che si arriva a volte al novantesimo minuto per la consegna degli atti. Lo pensavo quando ero in maggioranza e continuo a pensarlo anche adesso. Poi, però, è importante anche quello che dice il Sindaco. A prescindere da questi disguidi, ci sono discussioni importanti da fare in consiglio comunale. Quindi restiamo e discutiamone».

La consigliera De Santis, di professione avvocato, tira fuori però la “carta che canta”. «Il Ministero dell’Interno – ha puntualizzato – ha già specificato che il ritardo nella messa a disposizione della relazione determina un vulnus alle prerogative consiliari, impedendo una deliberazione consapevole, integrando un vizio sostanziale che determina l’illegittimità della delibera consiliare».  

Maggioranza self-service, con aiutino

Dopo una lunga premessa, inizia il Consiglio comunale. Prima una variazione di cassa dovuta a un riallineamento richiesto dal riaccertamento dei residui attivi e passivi: le somme ancora da riscuotere e quelle non ancora pagate dall’Ente. Dopo l’approvazione dei verbali della seduta precedente, altre tre variazioni di bilancio. La prima per adeguarsi ai cronoprogrammi dei lavori. La seconda soprattutto per accogliere le maggiori entrate – contributo statale di 130mila per l’efficientamento energetico e finanziamento regionale di 91mila euro per il pregio ambientale e forestale –. E la terza per contabilizzare 53mila euro derivanti dal recupero dei canoni d’affitto delle strutture comunali sin dal 2010.

«Dopo una lunga procedura, andata avanti per anni – così Caligiore 14 anni dopo – il Comune è riuscito a recuperare fitti per 13mila euro oltre a 40mila euro per cessione dei diritti di superficie».

Il Centrosinistra ha votato contro tutte e tre, mentre Corsi si è astenuto le prime due volte e ha votato sì al recupero fitti. Pare sia stato visto a un pranzo con l’onorevole Massimo Ruspandini e l’assessore Del Brocco, delfino di FdI per il post Caligiore: il sindaco “tradito” che non si ricandiderà tra due anni in quanto al secondo mandato. È una maggioranza, viste le frizioni, tenuta insieme dal Caligiore 2.

Aumenta la Tari. «Colpa di Zingaretti»

In arrivo bollette della Tari ancor più salate per i ceccanesi, in brutta compagnia in Ciociaria. Il sesto punto all’odg riguarda proprio il rialzo delle tariffe dei rifiuti e l’approvazione del Piano economico finanziario. Un aumento delle tasse che vede le opposizioni compatte attorno al No, considerando anche il consigliere Tonino Aversa, da cui si attende ancora l’annuncio in Consiglio del passaggio a Forza Italia. Dopo che lo ha già fatto, di contro, un pezzo di maggioranza: l’assessore Angelo Macciomei. (Leggi qui Forza Italia, di lotta e di governo: in maggioranza e all’opposizione).

Dare la brutta notizia è spettato a Riccardo Del Brocco, assessore all’ambiente, ma prendendo le distanze dai rincari. «L’ultimo “regalo” della Giunta regionale Zingaretti – l’ha definito – è stato l’aumento della tariffa dell’indifferenziata per 2020, 2021 e 2022, passando da 138 euro a 161 euro a tonnellata. Ci troviamo a dover pagare un conguaglio di 355mila euro. La Tari, purtroppo, vede un’altra flessione in avanti del 3 o 4%. Anzi, non è tantissimo, visto che ci attestiamo entro il costo massimo annuale di tre milioni fissato dall’Arera. Ed è grazie agli sforzi e alle previsioni, anche azzardate, con gli uffici che non ci saranno aumenti ben più alti».

Del Brocco ha aperto alla logica del “Chi più produce, più paga”. «Pur arrivando ai livelli massimi di raccolta differenziata – ha sostenuto – non riusciremo a coprire i costi legali allo smaltimento dei rifiuti se non ci saranno politiche a livello regionale per l’apertura di impianti, discariche, biodigestori e termovalorizzatori. La politica “Rifiuti zero” è utopia, perché ci sarà sempre una parte di rifiuto che purtroppo non potrà entrare nei circuiti dell’economia circolare. Una minima parte andrà sempre in discarica».

«Che facciamo senza impianti?»

Riccardo Del Brocco, assessore all’ambiente

Poi l’attacco politico del dirigente provinciale di FdI: «Finché si continuerà con il modello 5 Stelle, con l’ambientalismo di facciata, non si riuscirà a fare il bene dei cittadini e ad abbattere i costi. Nel prossimo triennio, il costo dell’indifferenziata passerà addirittura da 161 euro a 219 euro a tonnellata: 58 euro in più che graveranno sulle tasche dei cittadini per queste politiche fintambientaliste della sinistra e di chi non vuole bene all’ambiente e dei cittadini della provincia di Frosinone».

La consigliera De Santis non la vede proprio così: «La raccolta differenziata avrebbe dovuto comportare una riduzione del costo, connessa strettamente con il riciclo del rifiuto. Il Comune, però, non si è preoccupato di monitorare. Non è stato ancora spiegato ai cittadini se è stata conclusa la verifica della conformità dell’appalto in corso. In fase orientativa, il tecnico aveva previsto entrate per 250mila se non 300mila euro all’anno al lordo dei costi di preselezione. Invece ne abbiamo presi 30mila e si dice ai cittadini che è colpa di Zingaretti e dello smaltimento».

L’esponente della civica Nuova Vita, vicina al Pd, ha puntato il dito contro la mancanza di controllo del servizio di raccolta differenziata e igiene urbana. Con la bandiera del Centrosinistra: «Voi siete quelli che hanno fatto di tutto per abolire l’Egato, l’ambito territoriale fatto per gestire i rifiuti all’interno della provincia di Frosinone, iniziando un proprio ciclo, anche con una gestione innovativa». Da lì in poi si è riaccesa una discussione già sentita, in risposta a cinque quesiti dell’opposizione. (Leggi qui Rifiuti, le 5 domande del Centrosinistra. Del Brocco: «Sono fonte di imbarazzo» ma anche qui L’Egato di Frosinone è commissariato: tutto a Lega).

Il contradditorio con il gestore uscente

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Corsi ha tenuto a giustificare la sua contrarietà al Piano Tari. «Mi aspettavo una premialità nei confronti dei cittadini, forse un sogno, e invece arrivano aumenti in bolletta – ha motivato -. Si poteva combattere l’evasione affinché non aumentassero le tasse. Avrei votato a favore se non ci fosse stato questo. Io sento di invitare i cittadini a differenziare sempre di più, fino ad arrivare al 101%».

Non affonda il colpo. Visto che il Comune di Ceccano, con un deficit di sei milioni di euro, deve ancora recuperare una grande evasione fiscale: più di tre milioni di euro rispetto alla Tari, tra gli undici che mancano all’appello, soprattutto per l’Imu. L’attenzione è rivolta alla gestione dei rifiuti. Caligiore ha confermato le controversie con il gestore uscente dei rifiuti fabraterni. Le verifiche di chiusura dell’appalto sono in corso e in contraddittorio con il gestore privato.

«Il tema è complesso e va esaminato soprattutto tecnicamente, senza pregiudicare i diritti di ciascuna delle parti contrattuali in causa – così Caligiore -. Quindi dobbiamo fare attenzione pure a come ci esprimiamo. Gli esiti delle verifiche verranno in massima trasparenza rese disponibili alla chiusura del procedimento. La parte politica ha dato indicazioni e quella amministrativa deve eseguire». (Leggi qui Consiglio a non finire, quasi da perdere i sensi).

Centrosinistra: mai dire ottavo punto

I consiglieri di Centrosinistra al completo

Poi è tempo di un veloce settimo punto: il riconoscimento di debiti fuori bilancio, 7.600 euro, derivante da una sentenza sfavorevole. Corsi, nell’occasione, ha votato ancora a favore assieme alla maggioranza. Con l’ottavo punto, invece, viene meno il duo di Centrosinistra: Querqui e De Santis, straconvinti delle ragioni espresse inizialmente. È rimasto il solo Corsi fino alla fine tra i banchi delle minoranze consiliari.

«La Corte dei Conti ha approvato il nostro piano di riequilibrio in meno di sei mesi – ha rivendicato il sindaco Caligiore -. Per noi è una piccola soddisfazione che non è facile trasmettere alla cittadinanza cosa sia un piano di riequilibrio. Abbiamo messo al sicuro il bilancio del comune dal 2021 per quindici anni. Questo ha permesso al Comune di non andare in dissesto. Accantoniamo ogni anno 511mila euro e, come afferma l’organo di revisione, non siamo un Ente che si può considerare strutturalmente deficitario».

È sindaco da quasi nove anni, tolto l’anno di commissariamento prefettizio tra Caligiore 1 e Caligiore 2. «Nel 2015, prima che diventassi Sindaco, il Comune aveva un’anticipazione di cassa pari a sei milioni di euro – ha rammentato Caligiore -. Oggi abbiamo un’anticipazione per 54 giorni invece di un anno, ma soltanto per un fondo statale che non arrivava, per un importo di soli 3.800 euro. Nel 2023 l’anticipazione non è praticamente esistita». La chiosa, però, è dell’oppositore soft Corsi: «Per alcuni punti ho votato favorevolmente per una questione di giustizia. Essendo un tunnel, dove la luce è abbastanza lontana, la mia votazione è negativa rispetto all’approvazione del rendiconto».