L’urlo di Borrea ai Fratelli: «Basta con Cassino nelle retrovie della politica»

L'ex probiviro nazionale di An chiede di alzare l'asticella. «Chi ha una storia, un carisma, un trascorso politico, uno spessore capace di rappresentare con decoro la destra di governo in questa città, deve fare un passo in avanti e mettersi a disposizione». Ed invita FdI ad aprire una riflessione per arrivare ad una sintesi sul prossimo Congresso cittadino

Alza l’asticella. La posiziona in alto, molto più di quanto lo sia stata in questi ultimi trent’anni. «Io credo che Cassino per troppo tempo sia rimasta ai margini della politica provinciale. È stata emarginata. Non so se lo abbiano fatto apposta ma la conseguenza è stata quella di far crescere l’area del Frusinate, cancellando i risultati realizzati in decenni da figure politiche dall’altissimo spessore che il Cassinate ha espresso. La responsabilità è anche di una classe politica che non ha compreso i tempi e non era adeguata alle situazioni. È ora che invertiamo questo trend ed avviamo una seria riflessione su cosa voglia essere Fratelli d’Italia a Cassino».

Alberto Borrea

Alberto Borrea faceva la guardia ai manifesti del Movimento Sociale freschi di colla, per evitare che venissero staccati dai muri di Cassino. Più in là è stato per quindici anni componente dei Probiviri nazionali di Alleanza Nazionale, assessore municipale in una stagione di grandi trasformazioni. È lui ora ad invocare un’inversione della rota politica di FdI a Cassino.

Sollecita una riflessione nella quale il Partito decida cosa vuole essere «Se una ridotta di retrovia oppure una protagonista del dibattito politico provinciale, regionale e nazionale. Proprio per questo sollecito tutti a partecipare ad un sereno confronto con cui evitare divisioni al Congresso. Prima viene Cassino e poi le divisioni».

Tutti un passo avanti

Foto: Clemente Marmorino © Imagoeconomica

Un’ala di Fratelli d’Italia lo vorrebbe come candidato Coordinatore comunale durante il Congresso cittadino fissato a marzo. Pronta a sostenerlo l’area politica dell’ex vicepresidente provinciale Gabriele Picano e dell’assessore Nora Nouri. Lui si estranea e fa un appello: «Chi ha una storia, un carisma, un trascorso politico, uno spessore capace di rappresentare con decoro la destra di governo in questa città, deve fare un passo in avanti e mettersi a disposizione. Qui non c’è una battaglia tra componenti che deve essere vinta ma c’è Cassino con la sua potenzialità politica ed elettorale che deve trovare adeguata rappresentanza. Basta con il cono d’ombra nel quale viviamo ormai da troppo».

È un passo di lato? «È una richiesta di alzare ancora di più l’asticella. Più di Alberto Borrea. Più dei nomi che abbiamo sentito fino ad oggi. Cassino non è una periferia dell’Impero: occorre un nome che abbia la capacità di rappresentare la città e di far sentire la sua autorevolezza in ogni sede. Senza alcuna sudditanza psicologica nei confronti di chi ha interesse a lasciare Cassino nella sua attuale condizione marginale».

L’invito

Antonio Cardillo con Massimo Ruspandini

Il tempo stringe, il Congresso sta per arrivare. L’area che si riconosce nel coordinatore provinciale Massimo Ruspandini e quella del dirigente Antonio Cardillo vorrebbe un nome smart, moderno, agile. Non dispiace affatto l’ipotesi di Chiara Trotta. Un tema sul quale l’avvocato Alberto Borrea non entra: «Quando ci sarà da scegliere i candidati per le elezioni regionali, le Politiche, le Europee, Cassino deve avere una voce così forte che in ogni caso abbia la capacità di farsi ascoltare».

Soprattutto non entra nella discussione perché non vuole che si cada nella trappola della eterna discussione e della conta. «Invito il Partito ad avviare una riflessione che punti alla massima condivisione e che abbia l’effetto di dare ai Fratelli d’Italia di Cassino una rappresentatività adeguata alla sua storia, alla sua economia, alle drammatiche sfide che ci attendono dietro l’angolo. Sia sul piano industriale che economico ed occupazionale. Non possaimo stare a parlare di tessere quando il territorio non sa dove andrà la sua industria, la sua occupazione, il suo commercio».