
Fabrizio Cristofari, presidente dell'Ordine dei Medici e voce autorevole nel Partito Democratico di Frosinone. Critica le attuali dispute interne, spingendo per un focus sulla politica attiva, come alleanze strategiche e dialogo con tutte le forze Prog. Per affrontare efficacemente le elezioni.
Il suo nome racchiude un pezzo di storia del cattolicesimo democratico. Suo papà Angelo era presidente dell’Aci e fu sindaco di Frosinone con lo scudo della Democrazia Cristiana. Lui, Fabrizio Cristofari, è presidente dell’Ordine dei Medici e sindaco non lo è diventato solo per le spaccature autolesioniste del Partito Democratico che l’aveva candidato.
È una delle voci autorevoli del Pd: quando parla rappresenta centinaia di elettori frusinati che ogni volta lo eleggono in Consiglio Comunale. Anche nel 2022 è stato uno dei 3 soli esponenti Dem riusciti ad entrare in Aula, insieme ad Angelo Pizzutelli e Norberto Venturi.
Ed il dibattito in corso nel circolo Pd di Frosinone non gli piace affatto. Non per il contenuto: lo scontro per la Segreteria, la discussione per la candidatura alle Provinciali, le dimissioni del Capogruppo Angelo Pizzutelli, per lui sono semplicemente fuori tema.
È ora di occuparsi della politica
Presidente, nulla di nuovo dal fronte: il Partito Democratico è alle prese con una delle sue eterne discussioni.

«Le fasi pecongressuali sono sempre animate, fa parte della passione politica. Accade nei Partiti dove ci sono tante idee e bisogna poi arrivare ad una sintesi che coinvolga e soddisfi tutti».
A lei questo dibattito non appassiona…
«Credo che nel Circolo Pd di Frosinone, più che di Congresso ci si dovrebbe interessare con altrettanta passione di Politica».
In questo caso cos’è la Politica su cui ci si dovrebbe concentrare?
«Fare alleanze, ricompattare il centrosinistra, confrontarsi con i Socialisti che hanno un percorso già delineato. Fare Politica è costruire una linea di dialogo con le forze civiche che in questi anni sono state capaci di rappresentare fette sempre più grandi della città che altrimenti non si sarebbero sentite rappresentate dai Partiti. E non sarebbero andate a votare. È dialogare con chi ha lasciato l’opposizione e soprattutto chi ha lasciato la maggioranza».
Un nuovo Campo Largo?
«Non mi interessano le etichette, m’importa la sostanza. E la sostanza è che coloro i quali stanno all’opposizione del sindaco Riccardo Mastrangeli dovrebbero avere uno scopo comune: vincere le prossime elezioni. Ma qui ho la vaga impressione che si preferisca concentrarsi su altro».
Programma concreto

Come si vincono le elezioni?
«Con un’alleanza solida e capace di essere trasversale. Frosinone è una città che vive sempre in bilico ed ogni volta vince chi riesce a parlare non solo con la sua parte di elettori ma anche con una parte degli elettori degli avversari. E poi serve un programma concreto. Ad esempio noi proponemmo anni fa l’Area Vasta di cui ora si comincia a veder qualcosa, realizzata dal centrodestra: ma l’idea era nostra. Serve un piano di infrastrutture strategiche, lo sviluppo dell’università del Basso Lazio con facoltà Scientifiche anche magari ad indirizzo biomedico».
L’amministrazione in carica parte sempre in vantaggio.
«Credo che un ciclo si sia concluso, come dimostra il malcontento evidente e diffuso in città verso l’attuale amministrazione. Io credo che si debba elaborare una proposta politica che trovi interlocutori adeguati. E quel malcontento possa così incanalarsi verso un progetto alternativo, definito, credibile, portato avanti da persone capaci».
Il dibattito fuori tema
Un Congresso straordinario per Frosinone potrebbe risolvere?

«Non è tanto importante la formula con la quale arrivarci: penso che sia urgente spostare subito l’attenzione da un dibattito che ci sta facendo discutere al nostro interno, ad uno che invece ci ponga a confronto con le destre che da troppo tempo hanno in mano questa città. Con risultati disastrosi. È inutile predere tempo su chi debba fare cosa nella Circolo: altrimenti ripetiamo la storia degli ultimi anni. Le soluzioni, gli equilibri per le Segreterie si trovano. Ciò che manca è un programma serio che sia condiviso dalla popolazione di Frosinone che non ne può più di questo governo cittadino».
Angelo Pizzutelli si è dimesso da Capogruppo del Partito Democratico, sollecitando un dibattito.
«Angelo è un esponente politico che non a caso da un decennio è il piu votato di Frosinone. È una risorsa delle forze Progressiste e del Pd: se lo abbiamo scelto come il nostro capogruppo, una ragione c’è ed è chiara. Credo che tutte le difficoltà che ha incontrato debbano essere superate, all’interno di un processo di maturazione che in questo momento è necessario accelerare».
Chi farà da catalizzatore di questo processo?
«Ci sarà una discussione del Gruppo Consiliare. Io credo che in questo momento le difficoltà vadano accantonate da parte di tutti per trovare un punto di covergenza. È questo l’impegno personale che prendo nei confronti del Partito e del Gruppo».