In casa per contrastare il Coronavirus, pensa al futuro politico. Danilo Magliocchetti, 25 anni in Forza Italia, ora senza collocazione. Conteso dal Carroccio e da FdI. Come andò tra Iannarilli e Patrizi. L'errore di Abbruzzese. Perché è stato detto no a Del Brocco all'Ater
Consigliere, anche lei chiuso in casa?
Ovviamente. Chiuso in casa come tutti.
Per uno iperattivo non deve essere facile
Dobbiamo farcene una ragione. E dimostrare a tutta l’Europa di che pasta siamo fatti: quelli che hanno preso il treno sabato notte hanno già fatto abbastanza.
Come passa le giornate?
Tra computer e un po’ di attività fisica.
Che fa, mi va di nascosto in palestra?
Nemmeno ci penso. Ho attrezzato una piccola palestra di fitness nel rustico di casa.
Le va di parlare di politica?
In questo momento, confinato in casa, possiamo parlare anche di danza classica se vuole: basta che non mi chieda di indossare la calzamaglia.
Questo periodo di pausa l’ha aiutata a capire dove vuole andare politicamente? È stato una figura storica di Forza Italia ricoprendo gli incarichi di consigliere comunale e provinciale, dopo 25 anni ha seguito i riformisti di Giovanni Toti, una parte dei suoi amici sta con la Lega ed una parte con Fratelli d’Italia, al momento risulta iscritto al Misto. Ma lei con chi sta?
“Sicuramente sto nel centrodestra e su questo penso che non ci sia alcuna discussione. Ho avuto un passato che non rimpiango né rinnego. In Forza Italia ho passato 25 anni sicuramente importanti. Poi c’è stato un momento di riflessione, con una scelta fatta più di pancia che di testa: mi riferisco al progetto politico del Presidente Toti. Vede, quando si fa parte di un gruppo politico e quel gruppo politico si muove, coerentemente chi fa parte di quel gruppo si sente motivato a cambiare insieme a quel gruppo…”
Sento puzza di bruciato, mi ha detto ‘una scelta di pancia’, la scelta di pancia non presuppone il ragionamento. Poi ha detto ‘È stata una scelta di gruppo’: la scelta di gruppo non presuppone il ragionamento di pancia. Magliocchetti ha fatto quella scelta di pancia o di testa?
“No, non è stata fatta una scelta di testa, quella la sto facendo in questi giorni. Ripeto, c’è stato il movimento di un gruppo politico che si stava spostando. Coerentemente ho pensato di seguire quel gruppo. Però poi quel progetto politico, quel contenitore, non era quello che effettivamente potesse dare prospettive di crescita interiore; per questo mi sono fermato, ho ringraziato chi mi aveva accolto nel gruppo di Cambiamo, segnatamente il Presidente Toti, ed ho detto ‘no, ne devo uscire perché non è il caso che io stia ad occupare una casella nella quale non mi riconosco’”.
E dove andrà?
“Sto facendo delle valutazioni di carattere politico. Di qui a qualche settimana farò sicuramente una scelta politica definitiva di collocazione in un determinato Partito”.
E dove va: ha fatto parte di un Partito europeista al punto di esprimere il presidente del Parlamento Ue e questo esclude l’approdo nella Lega; non è un sovranista e questo esclude Fratelli d’Italia; vede altre strade?
“Certo, se vogliamo andare nel dettaglio le possibilità possono essere ovviamente due, non una terza. A meno che non si voglia rimanere nell’ambito del civismo che, per carità, è rispettabile ma non è un Partito. Quindi è chiaro che…”
Quindi o mi diventa sovranista o mi diventa antieuropeista, qui non se ne esce.
“No, potrei essere una componente moderata in un Partito di centrodestra”.
Ma non c’è spazio per le componenti moderate: né nella Lega né in FdI…
“Non è vero, assolutamente, sono entrambi Partiti in grande crescita. Non possono più essere ancorati esclusivamente all’area marcatamente di destra, ma devono avere anche delle individualità moderate, sia nell’una che nell’altra parte. Credo che per entrambi sia un arricchimento, non perché sia io il valore aggiunto, ma chi rappresenta quell’area politica”.
Cioè che fa, si ritrova con Antonello Iannarilli e Alessia Savo o con Pasquale Ciacciarelli?
“Sono persone che stimo, specialmente Antonello Iannarilli, persona con cui ho collaborato e politico navigato. Non vedo alcuna difficoltà né in questa ipotesi tanto meno in quella della collocazione del consigliere Pasquale Ciacciarelli. Con lui politicamente ho lavorato in pratica fino a un mese fa. Non vedo quindi nessuna difficoltà, né nella prima né nella seconda ipotesi. Le posso dire, per ulteriore chiarezza e visto che siamo qui comodamente seduti che ho ottimi rapporti sia con gli amici di Fratelli d’Italia che con quelli della Lega, con i quali mi interfaccio non dico quotidianamente ma quasi”.
Sia nell’una scelta che nell’altra si farebbe male, perché sia FdI che la Lega ‘non sono partiti per ex’; chi è dentro, chi ci stava da prima, vuole solo i vostri voti, non vuole darvi spazio.
“Io rispetto l’intelligenza, l’acume e la conoscenza di chi sostiene questo. Però posso anche dire che poiché parliamo di due Partiti in grandissima ascesa e in grande evoluzione sono assolutamente convinto che abbiano necessità di allargare ulteriormente il proprio consenso. E di acquisire anche quelle ‘professionalità’, quelle competenze, quell’expertise anche dal punto di vista politico. Mi lasci poi dire: una volta che uno si trova all’interno di un Partito si dice a Frosinone che ‘chi ha più colpi poi spara’…”.
Di fatto chi ha colpi a Frosinone in questo momento e in questi anni è stato Nicola Ottaviani: non ha mai avuto un’opposizione che lo abbia impensierito, invece i problemi glieli ha dati la maggioranza. Come mai?
“C’è da fare una piccola distinzione. Io credo che Nicola Ottaviani sia stato uno dei… anzi, è uno dei migliori sindaci che Frosinone abbia mai avuto, e lo dico con grandissima convinzione. Da qui discendono due cose: che per l’opposizione è difficile metterlo in difficoltà, perché effettivamente è una persona estremamente preparata. Di contro c’è da dire che la maggioranza fino ad oggi non mi pare che abbia dato tutti questi grandi grattacapi al nostro sindaco e all’amministrazione, perché come ho detto in passato il vero valore aggiunto di questa amministrazione – ferme ed imprescindibili la competenza e la bravura del sindaco – è proprio l’unità del centro destra con tutte le sue componenti, partitiche e civiche. Da lì, secondo me, dobbiamo continuare e poi, fra due anni e mezzo, ripartire per riconquistare, ne sono assolutamente sicuro, il Comune di Frosinone”.
Quando comincerà il dibattito per scegliere il prossimo candidato sindaco nel centro destra?
“Il tempo c’è, mancano due anni e mezzo e non credo che si vada ad elezioni anticipate, perché penso che il differimento della data del referendum di fatto blocchi tutte le finestre elettorali. Quindi a mio modo di vedere si andrà a scadenza naturale della consiliatura, c’è tutto il tempo per cominciare a fare i ragionamenti. Dobbiamo portare a compimento il programma amministrativo del sindaco, siamo tutti orientati a dare il proprio contributo per migliorare la città di Frosinone. C’è tempo e modo per mettersi seduti a tavolino e ragionare tutti insieme, chiaramente con Nicola Ottaviani, su chi potrà essere il candidato o la candidata ala sua successione”.
Magliocchetti farà un ragionamento tutto di centrodestra oppure se si candidasse a sindaco una persona come Mauro Vicano, che ha una grande capacità di attrarre consensi in maniera trasversale, sarebbe uno dei possibili interlocutori dal momento che appartiene al Gruppo Misto…
“Sono abituato a scindere nettamente i rapporti personali da quelli politici. Al dottor Mauro Vicano mi legano un’amicizia ed un affetto fraterno da più di 20 anni. È una persona che stimo e credo che la stima e l’affetto siano reciproci. Ma questi sono i rapporti interpersonali. Per quanto riguarda i rapporti politici, come ho detto prima, io mi colloco, mi sono sempre collocato e mi collocherò per il futuro nell’area del centrodestra”.
Il Comune di Frosinone in questi anni non ha fatto politiche di centrodestra: ha fatto amministrazione. Far quadrare i conti è ‘amministrazione’ non è né centrosinistra né centrodestra; idem comprare il cinema Nestor; lo stesso vale per l’acquisto dell’Accademia di Belle Arti. Fare lo stadio comunale a Frosinone è ‘amministrazione’… Quindi, di fatto non è necessario essere né di centrosinistra né di centrodestra, bisogna avere un programma amministrativo. Il che lascia aperta la porta a Vivano?
“Assolutamente d’accordo su questo, ma è altrettanto vero che tutte queste opere le stanno compiendo e le hanno compiute in passato uomini di centrodestra, a cominciare dal nostro sindaco con tutta la sua giunta. E, mi permetta, anche con i consiglieri della maggioranza che davvero stanno lì a guardia del fortino e giustamente difendono l’operato di questa amministrazione”.
Quindi Mauro Vicano puo’ chiamarla per andare a mangiare una pizza assieme ma non per portarla nel suo schieramento…
“Mauro Vicano mi puo’ chiamare in qualsiasi momento e prenderemo pizza, birra, caffè, qualsiasi cosa, con grande piacere; faremo anche ragionamenti politici ma dal punto di vista della collocazione lui starà da una parte ed io starò dall’altra”.
Nicola Ottaviani uscirà di scena finito il secondo mandato oppure, come sostiene qualcuno, sarà il regista occulto della prossima consiliatura?
“Nicola Ottaviani sarà una risorsa fondamentale per l’individuazione sia del programma che del candidato o della candidata a sindaco di Frosinone nel campo del centrodestra. Ha dimostrato inequivocabilmente nel corso di questi anni di essere una persona estremamente preparata dal punto di vista amministrativo e da quello politico; disperdere un’expertice come quella di Nicola Ottaviani sarebbe delittuoso. Ottaviani farà parte a pieno titolo di questo gruppo di lavoro che individuerà programma e candidato”.
Lei c’era perché svolgeva un ruolo con entrambi: in questi giorni hanno parlato sia Antonello Iannarilli che Giuseppe Patrizi, entrambi ex Presidenti della Provincia. Ma chi dei due racconta le verità e chi ha la memoria un po’ labile? Perché Iannarilli dice: ‘Il più grande errore politico della mia vita è stato quello di nominare Patrizi mio Vice Presidente, è un ingrato’. Patrizi ribatte: ‘Non è stato lui a nominarmi, è stato costretto a farlo, perché altrimenti il gruppo ex Alleanza Nazionale avrebbe detto di andare alle urne’. Lei che ricordi ha? (leggi qui Iannarilli 3 Il Ritorno – “Mi ricandido con Savo. Fu Mario a segare Quadrini alle Regionali” e poi leggi Patrizi, «Non fu Iannarilli a farmi vice: ha bruciato una generazione intera»)
“Ho ricordi di carattere squisitamente amministrativo, perché all’epoca facevo il Capo di Gabinetto in Provincia. Quindi da un punto di vista politico non mi occupavo di questo genere di tematiche, se ne occupava giustamente il Presidente Iannarilli. Io posso dire personalmente, senza entrare nel merito perché ribadisco di non avere né le conoscenze storiche né la volontà di entrare in questi genere di dibattito, che sono due persone estremamente preparate, che hanno dato tanto alla vita politica della provincia e credo che meritino il massimo rispetto. Oltre non mi sento di andare”.
A voler essere blasfemi Gesù è morto di raffreddore, a voler essere politici Breznev ha avuto un attacco di influenza… Lei c’era, sa quali erano i veri rapporti: Iannarilli ha sbagliato a candidarsi alla Regione perché – dice Patrizi – ‘ha bruciato un’intera generazione politica’…
“Io credo che Antonello Iannarilli abbia dimostrato di avere grandi capacità politiche, perché lì dove si è cimentato comunque è stato sempre eletto, già per questo merita il rispetto da parte di tutti. Da parte mia poi, avendoci io lavorato per tanti anni, sarebbe veramente una cosa antipatica non riconoscere le sue qualità e competenze. Su quella scelta non mi sento di dire nulla perché effettivamente non lo ritengo giusto, per di più poi a distanza di tanti anni non ha senso, è un fatto accaduto, ne prendemmo atto all’epoca, ne prendiamo atto oggi, senza dover stare ulteriormente a commentare”.
Dove ha sbagliato Mario Abbruzzese? Non ha saputo individuare il momento esatto nel quale uscire di scena?
“Io credo che Mario Abbruzese abbia dimostrato di essere un politico estremamente capace. Si è cimentato in una competizione, mi riferisco alle Politiche del marzo 2018, in cui c’era anche un vento non da tutti preso in considerazione, quello del Movimento Cinquestelle. Si è concentrato molto sulla campagna elettorale per le Regionali, lo posso dire con assoluta certezza perché c’ero e ho mappato la provincia di Frosinone insieme a lui ed a Pasquale Ciacciarelli. Abbruzzese si è speso tanto per le Regionali, si è speso un po’ di meno proprio per la sua elezione. Questo poi però lo ha anche pagato in virtù del fatto che c’era anche questo vento forte del M5S che un po’ lo ha penalizzato”.
Magliocchetti, la mia intelligenza non si offende solo perché riconosce la sua lealtà allo schieramento politico del quale ha fatto parte. Ma guardi che Abbruzzese non ha vinto le elezioni a Cassino perché molta gente ha votato Cinquestelle solo per impedire che fosse lui l’eletto. Un errore deve averlo compiuto da qualche parte, i numeri hanno la coda!
“Io credo che si sia concentrato molto sulle elezioni Regionali e abbia un po’, non voglio dire ‘sottovalutato’, ma messo un attimo da parte la sua elezione politica, perché sapeva che sulle elezioni Regionali ci si contava in diversi, paradossalmente avevano un peso politico addirittura maggiore di quello che potevano avere le elezioni nazionali, perché lì comunque era un ‘traino’. Qualora non si fosse eletto il consigliere regionale sarebbe stato invece un problema per tutto quel gruppo politico, chiaramente da un punto di vista della visibilità, dell’immagine, della rilevanza e del peso specifico. Credo che a Mario Abbruzzese vada riconosciuta questa grandissima lealtà, concentrazione e volontà di far crescere comunque un intero gruppo politico. Poi chiaramente questo lo ha pagato personalmente con la mancata elezione, tuttavia credo che gli vada riconosciuta questa grande lealtà nei confronti di chi aveva sostenuto alle elezioni Regionali e di un gruppo politico, chiaramente quella stessa candidatura la stava sostenendo…”.
Ha sbagliato Pasquale Ciacciarelli nel non difendere fino alla fine Riccardo Del Brocco o è stato intelligente a impedirgli di diventare consigliere di amministrazione dell’Ater? (leggi qui Niente Case Popolari per Riccardo Del Brocco: non è della Lega)
“Lei sa che…”
Non mi racconti la storia che la Lega voleva tesserati, perché insomma… qui davvero poi rischiamo di prenderci in giro.
“Assolutamente, io non le dico che la Lega voleva tesserati. Ma posso dirle che la Lega voleva persone di riferimento, di particolare riferimento di quel contesto politico. Ed è stato ritenuto che Riccardo Del Brocco non avesse quel riferimento, punto.
Sulle competenze lei sa che mi legano a Riccardo Del Brocco sentimenti di profonda stima, amicizia e affetto, quindi sono determinato a dire le cose come sono andate. In quel momento, poiché si è chiesto un preciso riferimento della Lega e purtroppo Del Brocco non aveva quella caratteristica, è chiaro che la scelta è ricaduta su altri. Di fatto Ciacciarelli è stato costretto a fare un altro nome”.
Che fine ha fatto Antonio Tajani: ha sbagliato ad andare ad arroccarsi su Viterbo?
“Lei sa che mi legano ad Antonio Tajani sentimenti di grande affetto ed amicizia da 25 anni. Io credo che Tajani, da grande politico quale è, da persona navigata, poteva concentrarsi di più sulla squadra di Frosinone che lo aveva sempre sostenuto con grande determinazione e lealtà. Questa attenzione, questa sensibilità su quel gruppo di Frosinone è venuta meno, poi però le conseguenze le abbiamo viste tutti…”.
Il gossip dice che Berlusconi sta vivendo una nuova stagione rosa e che ha lasciato tutto nelle mani di Antonio Tajani. Se il Partito andasse nelle mani di Tajani e di Mara Carfagna tornerebbe a casa oppure si sentirebbe ancora stretto?
“Mi hanno insegnato che in politica si guarda sempre avanti, mai indietro. Per quanto mi riguarda ho fatto una scelta, anche sofferta perché 25 anni sono un pezzo di vita e quindi non è stata scelta fatta a cuor leggero, è stata una scelta sofferta ma ragionata, è impensabile tornare indietro, nella maniera più assoluta”.
Ma è vero che sua moglie la insegue per stirarle le camicie quando è già per le scale?
“Questa è una leggenda metropolitana creata proprio da lei, direttore, sulla sua seguitissima testata, e di fatto mia moglie ne paga un po’ le conseguenze…”
Ha una grande passione per le cravatte: quante ne possiede?
“145”
Come fa a sceglierle la mattina?
“Per colore e per quello che vado ad indossare. Lei sa che mi sveglio presto da diversi anni e lo faccio quei 10 minuti prima per accostare la cravatta giusta alla camicia ed al completo che indosserò”.
Chi spera sia il prossimo Presidente della Regione?
“Chiaramente un uomo di centro destra, senza alcun dubbio”.
Con quali caratteristiche?
“Che sappia amministrare ovviamente, che sappia interpretare bene i bisogni dei territori, nel caso di specie quelli della provincia di Frosinone, perché troppo spesso la provincia di Frosinone è stata tenuta ai margini”.
Iannarilli ha detto che ci sarà, candidato con Fratelli d’Italia, lei potrebbe essere della partita?
“Non mi sono assolutamente posto il problema perché mancano circa due anni e mezzo, quindi sono molto concentrato sull’attività amministrativa di Frosinone e bisogna portare a compimento il mandato del sindaco”.