
Per il secondo anno di fila il capoluogo ciociaro conquista il triste primato davanti Milano e Verona. Il Comune assume nuovi provvedimenti e domenica si terrà la giornata ecologica
L’aria di Frosinone è avvelenata: peggio di Milano, peggio di Napoli, più ancora dei grandi agglomerati urbani. Resta per il secondo anno di fila la peggiore città d’Italia per numero di giorni nei quali lo smog è oltre i limiti: per più di 70 giorni nel capoluogo ciociaro le polveri sottili sono state oltre i 50 microgrammi per metro cubo. A rivelarlo è Mal’Aria 2025, il rapporto sulla qualità atmosferica nei capoluoghi italiani durante il 2024: lo ha realizzato Legambiente sulla base dei dati delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente.
Il rapporto è stato presentato in mattinata da Legambiente Lazio e dal circolo “Il Cigno” di Frosinone. Hanno scelto di farlo nel capoluogo ciociaro proprio per evidenziare quanto sia grave la situazione in città: per la seconda volta consecutiva è la più inquinata in Italia, un poco invidiabile record che ha conquistato per la quarta volta negli ultimi dieci anni. Anche il 2025 non è iniziato bene: già 19 volte i livelli dello smog sono andati oltre i limiti e pure oggi è attivo il blocco dei mezzi inquinanti in centro, proprio a causa delloi sforamento dei limiti. Va ancor peggio nella vicina città di Ceccano, dove i superamenti nel 2025 sono stati già 22.
Una situazione evidenziata da un gruppo di attivisti che hanno indossato maschere antigas ed esibito uno striscione con la scritta “Ci siamo rotti i polmoni – No allo smog”.
Il rapporto

Il rapporto Mal’Aria 2025 è composto da 24 pagine con dati e tabelle, ha analizzato le rilevazioni relative alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2) nei capoluoghi di provincia.
Legambiente certifica che nel 2024, 25 città su 98 di cui disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili PM10: 35 giorni all’anno.
Guida la classifica con 70 sforamenti la città di Frosinone-Scalo, segue con 68 Milano-Marche (nel capoluogo lombardo anche altre tre centraline (Senato, Pascal Città Studi e Verziere) hanno abbattuto il muro dei 35 giorni rispettivamente con 53, 47 e 44 sforamenti). Al terzo posto in assoluto la centralina di Verona-Borgo Milano con 66 giorni (ma anche l’altra centralina cittadina di Giarol Grande è giunta a quota 53 sforamenti), seguita da quella di Vicenza-San Felice con 64 (registrati superamenti anche nelle centraline vicentine Ferrovieri (49) e Quartiere
Italia (45)); Padova-Arcella con 61 (Padova Mandria si è fermata a 52), Venezia-via Beccaria 61 (altre 4 centraline del capoluogo veneto hanno registrato 54 sforamenti (via Tagliamento), 42 (Parco Bissuola), 40 (Rio Novo) e 36 (Sacca Fisola).
Non si sono salvate neanche le città di Cremona (P.zza Cadorna 57, via Fatebenefratelli 46), Napoli (Ospedale N. Pellegrini, 57), Rovigo (Centro, 57 e Borsea (53)), Brescia (56 Villaggio Sereno 41 Broletto e San Polo, 40 via Tartaglia), Torino (55 superamenti nelle centraline di Rebaudengo e di Lingotto, seguite da Rubino con 41 e Grassi con 36), Monza (Machiavelli, 54 e Parco, 40), Treviso (via Lanceri 53 e strada S.Agnese 46), Modena (Giardini, 52), Mantova (50 piazza Gramsci, 42 S.Agnese e 36 via Ariosto), Lodi (Viale Vignati 49 e S.Alberto 40), Pavia (Piazza Minerva 47 e via Folperti 38), Catania (viale Vittorio Veneto 46), Bergamo via Garibaldi 40), Piacenza (Giordani-Farnese 40), Rimini (Flaminia 40), Terni (Le Grazie 39), Ferrara (Isonzo 38), Asti (D’Acquisto 37) e Ravenna (Zalamella 37).
Il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto

Legambiente evidenzia che se si va vedere la media annuale di PM10, il bicchiere può apparire mezzo pieno. O mezzo vuoto: a seconda di che limite si voglia prendere come riferimento.
Il bicchiere mezzo pieno è rappresentato dal fatto che nessuna città capoluogo di provincia ha superato nel 2024 il limite normativo stabilito in 40 microgrammi per metro cubo come media annuale. Il rovescio della medaglia – ovvero il bicchiere mezzo vuoto – lo si ottiene se si prendono a riferimento i valori suggeriti dall’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che nelle sue linee guida indica in 15 µg/mc la media annuale da non superare.
In questo caso, purtroppo, circa il 97% dei capoluoghi di cui si è riusciti a ricostruire la media annuale (95 su 98 capoluoghi esaminati) non rispetta tale valore. Con conseguenti danni alla salute delle persone che vivono e lavorano in queste aree urbane.
Sui territori

Il PM10 è emesso principalmente dai riscaldamenti domestici, dalle attività industriali, dall’agricoltura e dal traffico su strada. In base al territorio ed alle caratteristiche in cui queste emissioni si sviluppano, il peso di uno o dell’altro settore incide in maniera differente.
Il rapporto di Legambiente a pagina 6 evidenzia anche queste rilevazioni medie annuali, registrate nel Lazio nel 2024 per i due inquinanti PM10 e Biossido di Azoto NO2.
Città | PM10 (µg/mc) 2024 | NO2 (µg/mc) 2024 | Riduzione PM10 (%) | Riduzione NO2 (%) |
---|---|---|---|---|
Frosinone | 26 | 23 | -23% | -11% |
Latina | 21 | 24 | -6% | -18% |
Rieti | 18 | 15 | – | – |
Roma | 25 | 30 | -19% | -32% |
Viterbo | 19 | 19 | – | – |
Il Comune corre di nuovo ai ripari

Il triste primato di Frosinone come città più inquinata d’Italia nel corso del 2024 non si è fermato con la fine dell’anno. Infatti da oggi è in vigore l’ordinanza n°54 che vieta ancora una volta la circolazione alle auto più inquinanti proprio a causa dei superamenti dei limiti di smog nell’aria.
Domenica prossima 9 febbraio è prevista a Frosinone, la seconda delle 3 giornate ecologiche. L’alto valore degli inquinanti nel capoluogo desta ovviamente preoccupazione nei cittadini. Il primo ad essere in ansia per il fenomeno è il sindaco Riccardo Mastrangeli che sulle politiche ambientali e sulla mobilità sostenibile sta caratterizzando tutta la sua consiliatura. A volte anche con decisioni impopolari. Ma necessarie. Visti i dati.
Non tutti però nella sua maggioranza lo hanno ancora ben capito.