Impietoso il quadro emerso dalla determina del Comune per la revisione del piano particolareggiato esecutivo della zona balneare del capoluogo pontino. Caos urbanistico, abusivismo, infrastrutture inesistenti ed un sistema dei trasporti a carente: servirà una rivoluzione. Ora la politica dovrà cambiare passo
Una crescita urbanistica incontrollata e fuori programmazione. Ed ancora: assenza di servizi, carenza di infrastrutture stradali, canali inquinati e depuratori non sufficienti. Sono solo alcune delle criticità della Marina di Latina, messe nero su bianco. E stavolta non da polemiche dell’opposizione, bensì proprio dall’Amministrazione comunale: dal dirigente del settore Urbanistica in una sua determina.
L’atto è quello di impegno di spesa per 175 mila euro per la redazione della revisione del Ppe (piano particolareggiato esecutivo) della Marina di Latina. Perché, di fronte a tutte quelle criticità, il Ppe va rivisto, alla luce non solo delle trasformazioni del territorio, ma anche dell’evoluzione della società e del modo di fruire delle risorse turistiche.
Le criticità certificate
Ma, al di là dell’impegno di spesa, è altro quello che salta all’occhio nell’atto. E sono quelle che vengono definite “le principali criticità che impediscono il regolare sviluppo della Marina di Latina e che di seguito si esplicitano”, evidenziate nello studio preliminare per il Ppe Marina. Elencate una per una.
La Marina di Latina è sempre stata relegata al ruolo di semplice spazio ricreativo a pochi passi dalla città peraltro con una forte stagionalizzazione delle presenze; un sistema alberghiero assolutamente insufficiente sia in termini di posti letto che in termini di qualità offerta. Inoltre l’attuale Ppe prevede la collocazione di attrezzature alberghiere in posizione assolutamente disagiata e poco appetibile per gli operatori turistici. Su un territorio di circa 290 ettari, assenza di servizi, punti di aggregazione sociale, impianti sportivi.
La strada Lungomare nel periodo estivo, oltre a risultare perennemente congestionata dal traffico, costituisce un elemento di impedimento alle attività di godimento del mare. Il canale Colmata, nel periodo estivo, sversa, attraverso l’idrovora di Capoportiere, acqua con un forte carico inquinante e ciò soprattutto per un non perfetto funzionamento dell’attuale depuratore di Foce Verde e per la presenza di numerosi scarichi provenienti dagli insediamenti abusivi. Modeste attività legate alla nautica a causa dell’assenza di una infrastruttura portuale di rilievo in grado di innescare un circuito economico virtuoso.
I correttivi ovvero una rivoluzione
L’approdo canale di Rio Martino e l’utilizzo stagionale della foce del fosso Mascarello (Canale Acque Alte) da parte di natanti minori non sono in grado di soddisfare la domanda. Forte presenza di agglomerati abusivi in parte già registrati nel Ppe del 1983 e in parte realizzati successivamente al Ppe soprattutto nella fascia ricompresa tra il canale Colmata e il canale Mastropietro. Forte incidenza delle aree classificate come aree sottoposte a tutela per pericolo di inondazione molto elevato, rispetto alle previsioni del PPE del 1983.
Per questo, riporta ancora la determina, lo studio preliminare indicava dei correttivi. Incentivare operazioni di ristrutturazione urbanistica dell’edificato presente senza soluzione di continuità lungo la strada Lungomare, anche e soprattutto attraverso cambi di destinazione d’uso da residenziale a strutture per attività ricettiva alberghiera. Per i fabbricati condonati, o che comunque abbiano i requisiti per conseguire il permesso a costruire in sanatoria, insistenti nella fascia ricompresa tra il canale Colmata e la strada Lungomare, possibilità di trasferimento della volumetria nelle aree ad espansione.
Per le volumetrie previste nella zona espansione e rientranti nelle fasce a pericolo di inondazione elevato-PAI, trasferimento all’interno di aree limitrofe, non interessate dalla problematica del PAI, di proprietà comunale. Nuova perimetrazione dei nuclei abusivi nell’ambito del Piano di Recupero al fine di gestirne il risanamento urbanistico in maniera più veloce e snella.
Cruciale il sistema di trasporti
Rimodulazione del sistema della viabilità e dei trasporti della Marina di Latina affinché i flussi principali di traffico possano consentire a chiunque di raggiungere la risorsa mare in maniera agevole ma al contempo nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale tenuto conto che il trasporto pubblico che insiste sulla Mare-Monti e limita il suo livello di penetrazione nell’area del PPE fino all’intersezione con via Massaro.
Il punto di intersezione con via Massaro diventa lo snodo di traffico principale in quanto terminal del trasporto pubblico su bus e area di scambio con navetta; che il trasporto privato che insiste principalmente sulla Mare-Monti e il cui livello di penetrazione nell’area del PPE è fissato oltre la linea del canale Colmata compatibilmente con le attuali previsioni di aree a parcheggio e le variazioni che interverranno a seguito della variante.
Il trasporto pubblico su navetta, lungo l’anello costituito dalla via Massaro e dalla nuova viabilità, da realizzarsi parallelamente al canale Colmata, lato mare, che distribuisce i fruitori del mare lungo tutto l’arenile grazie ad agevoli accessi pedonali da realizzarsi tra i parcheggi esistenti e il fronte mare. La necessità di azioni mirate per la progressiva trasformazione dell’attuale strada Lungomare in percorso ciclopedonale.
Servono azioni politiche incisive
A questo punto è ovvio che occorrano anche azioni politiche. Principalmente la necessità di raccordare tutto il costruito, a partire dai nuclei abusivi con «una puntuale ricognizione delle pratiche di condono edilizie» e la possibilità di «applicare la normativa sulla rigenerazione urbana». Ma anche confrontarsi con altri enti e il gestore per «delocalizzare l’impianto di depurazione di Foce Verde in aree più arretrate, includendo anche un significativo adeguamento alle esigenze del futuro sviluppo della Marina». E poi dove inserire gli impianti sportivi, come sviluppare l’area delle Terme, come decongestionare il traffico.
Per tutto questo è ora necessario rivedere il Ppe Marina con uno specifico incarico. Ma il Ppe Marina non è ovviamente l’unico che dovrà rifare tutti i suoi passaggi in commissione regionale. Centrali per il Comune di Latina saranno anche le revisioni dei sei Ppe annullati nel 2016 dall’allora commissario Giacomo Barbato, dopo la bocciatura della Regione in quanto erano passati in giunta e non in consiglio pur prevedendo varianti importanti come aumenti di cubature.