L'assessore Anagni ha un'Opa in piedi per il dopo Natalia ma sa anche che il peso specifico del Partito di Meloni è dominante. E così rifila la sua stilettata
“Ero lì perché, in quanto assessore, ed anche importante, dell’amministrazione comunale, ero interessato alla discussione politica e storica a cui abbiamo assistito durante il convegno. Credo che Fratelli d’Italia sia un grandissimo Partito a tutti i livelli, nazionale, provinciale, e anche locale. È chiaro che, in questo momento, FdI è un Partito ferito rispetto ai fatti che sono accaduti a Ceccano. Anche se non lo coinvolgono direttamente sono comunque riferiti ad un suo sindaco che è stato arrestato. Penso e spero che Roberto Caligiore riuscirà a dimostrare la propria estraneità rispetto ai fatti che gli sono contestati.”.
“Durante l’incontro ho anche percepito un endorsement (per il ruolo di prossimo candidato a sindaco del centrodestra ndr.) nei confronti del presidente del consiglio comunale Davide Salvati. Che è un elemento valido, e sul quale il partito fa bene a contare. Credo che quella di Davide Salvati sia un’ottima figura. E se lo supporta anche il sindaco, allora vuol dire che probabilmente il suo è davvero un profilo importante”. (Leggi qui: Il convegno – termometro dice che Fdi non ha la febbre).
Le parole che non sono neutre
In politica le parole non sono mai neutre. Per il peso specifico che hanno, per il luogo in cui sono pronunciate, e soprattutto per chi le pronuncia: servono sempre e comunque a trasmettere messaggi. Che in questo caso, almeno per lo scenario a cui fanno riferimento, sono degni di nota.
Le parole riportate appartengono a Carlo Marino, assessore alla Cultura ed al Bilancio del comune di Anagni. Sono state messe a verbale nella città dei papi qualche ora dopo la conclusione del convegno che lunedì sera si è svolto presso la Sala della Ragione.
Un convegno organizzato da Fdi e dedicato ad analizzare la storia ed il futuro della destra (di Fdi e non solo) in città (e non solo). Un momento soprattutto identitario. Ed infatti, al di là di alcuni cittadini interessati e del sindaco (presente come figura istituzionale) ad essere presenti erano le figure del Partito a vari livelli. Da Massimo Ruspandini in giù, insomma.
Proprio per questo non è passata inosservata la presenza in sala di Carlo Marino (e del suo consigliere Luigi Pietrucci). E proprio per questo Marino ha sentito il bisogno di spiegarla. Solo che, come detto, le parole (soprattutto in politica) vanno sempre analizzate in filigrana.
E, dunque, cos’ha detto davvero Marino?
Fdi “partito ferito”
1- Ha detto che “attualmente FdI è un Partito ferito”. E questo è un dettaglio importante. Perché nel convegno di lunedì sera, accanto ad una lunga celebrazione delle tradizioni e del futuro della destra, per molti è mancato proprio questo. Cioè un’analisi onesta dei fatti che a Ceccano hanno interessato l’ex sindaco Caligiore; fino ad un momento prima punta di diamante della presenza sul territorio dei meloniani. Per diventare, un secondo dopo, un appestato che nessuno conosceva. Forse una rimozione un po’ troppo rapida.
Di qui la volontà di Marino di sottolineare la cosa. Un modo, insomma, per far capire che certe cose, anche se non se ne parla, rimangono. E pesano. Vero che la posizione scelta da FdI è silenzio assoluto per non dare l’impressione di voler condizionare le indagini. Altrettanto vero che non vuole dare l’impressione di essere coinvolto mentre i fatti finora toccano il solo ex sindaco e non il Partito. Ma in questo caso le parole di Marino sono sottilissime. Perché non vogliono accusare il Partito di essere coinvolto ma gli rimproverano di non sollevare, proprio per la sua estraneità, la questione etica. Un esame di coscienza morale nel quale riconoscere che qualcosa non ha funzionato, fosse anche un eccesso di fiducia riposta in Caligiore.
Parlarne per bruciarlo
2- La corsa al ruolo di candidato a sindaco ad Anagni. Non è un mistero per nessuno che Marino, da sempre, ambisce a diventare l’erede di Daniele Natalia. Solo che nella maggioranza anagnina il peso specifico di Fdi è preponderante. E questo concede a Salvati un vantaggio indubbio. Marino però è persona intelligente. Conosce il peso che ha in maggioranza (l’assessorato “importante”).
E sa benissimo che uno dei modi più sicuri per bruciare un candidato a sindaco (dal suo punto di vista, un rivale) è quello di gettare il suo nome in piazza prima del previsto. Che è esattamente quello che lui ha fatto con l’endorsement su Salvati di lunedì sera. Chiosando che milita in un Partito ferito.
L’ultima parola a Natalia
3-Immaginiamo però che Salvati, nonostante tutto, riesca a superare le trappole che gli stanno piazzando sulla strada che porta alla Sala Rossa del palazzo comunale. In caso di ufficializzazione della nomina le altre componenti della maggioranza di centro destra dovranno riposizionarsi. E Marino, intelligentemente, chiarisce che il profilo di Salvati è indiscutibile. Un modo per prevenire eventuali ritorsioni.
4-Con una coda velenosa, però. Quando Marino fa riferimento al supporto (eventuale) di Natalia nei confronti di Salvati, fa capire che, al momento, le carte le distribuisce ancora il primo cittadino. Un modo per suggerire (neanche troppo velatamente) che a dire l’ultima parola in tal senso sarà il sindaco. Che conserva una sorta di diritto di prelazione politica sul suo successore. Non Fratelli d’Italia. Che, bene ricordarlo, è e resta un partito “ferito”.
Poi dicono che le parole non sono importanti.