
Accetta e rilancia. Il sindaco di Frosinone convoca il Consiglio chiesto dalle opposizioni. E lo apre alla città. Sposta così il centro dell'attenzione: non risponderà alle minoranze ma spiegherà ai cittadini. La pazienza a tempo determinato di FdI
Accetta la sfida e rilancia: il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli dice si alla richiesta avanzata dalle opposizioni. Riunirà il Consiglio comunale per parlare delle sue strategie per contenere il traffico e l’inquinamento, ridisegnare (dal suo punto di vista) la mobilità urbana in maniera moderna e del tutto differente dal passato; oppure incasinare ancora di più la circolazione (secondo le minoranze ed i malpancisti della maggioranza). Questione di punti di vista.
Nei fatti, quell’argomento è diventato una specie di fessura nella quale fare leva per scardinare l’amministrazione. Perché introdurre piste ciclabili, zone pedonali, aree con limite a 30 orari, bus con corsia privilegiata è una rottura con il passato. Ma per entrare nella mobilità del futuro ci sono delle scomodità da affrontare nel presente. A Frosinone come a Roma: dove i cittadini della Capitale oggi imprecano contro il sindaco Roberto Gualtieri per i grandi lavori avviati e le conseguenze sulla circolazione.
Tutti in Aula il 31 luglio

Una parte della città non vuole le modifiche, una parte non vuole le scomodità. L’opposizione ed il malpancisti cavalcano il malcontento e Riccardo Mastrangeli accetta la sfida: oggi ha chiesto al presidente del Consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri di rendere la seduta in forma di adunanza aperta alla Cittadinanza. Lo prevede il Regolamento, nei casi in cui ci sia l’importanza sociale e politica dell’argomento. Il presidente Tagliaferri ha accolto la richiesta del sindaco Mastrangeli.
Cosa significa? Il sindaco scende nella fossa dei leoni: chiede che si aprano le gabbie e ad ascoltare vengano anche i cittadini, in modo che possano sentire direttamente da lui cosa sta facendo, cosa si è messo in testa di fare, cosa sta realizzando e perché intende farlo a costo di creare dei disagi per un po’ alla circolazione.
Cambia così prospettiva, Riccardo Mastrangeli. Non farà il cristiano nell’arena di Nerone. Si gioca la carta del domatore che punta ad addomesticare una città finora tenuta ai margini del dibattito. Il Consiglio comunale in forma di adunanza aperta è stato quindi convocato per mercoledì 31 luglio alle 10.30 nell’Aula consiliare. Ci si gioca tutto. Alla seduta saranno presenti i progettisti dei piani interessati al tema della mobilità.
Il limite di rottura

Con questa operazione, o la va o la spacca. Riccardo Mastrangeli si sottrae alla strategia del logoramento messa in atto da Forza Italia nell’ambito di un disegno regionale e forse nazionale. (Leggi qui: L’alta tensione Lega – FI da Bruxelles a Frosinone, Viterbo e Regione).
È sotto assedio. Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli non ha tessere di Partito e per questo va considerato un civico. Ma due anni fa sulla sua candidatura ha posto il diritto di designazione la Lega: il che lo rende un civico in quota Lega. L’apposizione del pallio leghista sulle spalle del cardinale civico fu azione determinante: perché ad aspirare con altrettanta legittimità alla designazione erano anche Forza Italia con il Presidente del Consiglio Comunale Adriano Piacentini e Fratelli d’Italia con il già vicesindaco Fabio Tagliaferri (che anche per questa sua aspirazione venne ‘segato’ dall’allora sindaco Nicola Ottaviani).
La cosa venne risolta alla fine del 2021 allorquando i vertici regionali del centrodestra applicarono la regola generale dettata dai leader nazionali. Prevedeva la distribuzione sui territori delle varie rivendicazioni sulle candidature a sindaco: si stabilì una prelazione alla Lega per la candidatura a sindaco di Frosinone nel 2022. Perché esprimeva il sindaco uscente: in coerenza ed in continuità con il lavoro che aveva svolto nelle due consiliature precedenti il sindaco Ottaviani.
Fratelli d’Italia e Forza Italia non crearono problemi ed il centrodestra si presentò unito agli elettori del capoluogo. In virtù della competenza dimostrata e dai risultati amministrativi ottenuti sul campo, Ottaviani nel 2022 è diventato parlamentare della Repubblica.
I pretoriani di Riccardo

Questa arcinota ricostruzione è necessaria per dire che Mastrangeli, pur non essendo un sindaco espressione di FdI è stato sostenuto, difeso e aiutato dal Partito di Giorgia Meloni come se lo fosse. Fratelli d’Italia è stato, insieme alla civica del vicesindaco Antonio Scaccia, la guardia pretoriana del primo cittadino in questi 25 mesi. Sempre nella logica della coerenza politica, dell’appartenenza ad una coalizione e non ad un cartello elettorale: che governa il Paese, la Regione Lazio, il Comune di Frosinone.
Accade però che FdI nel recitare sempre la parte della forza politica coerente rischia di fare “come il vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”. L’espressione è stata usata da Manzoni ne I Promessi Sposi. Chi sarebbero i vasi di ferro? Evidentemente Forza Italia da una parte, la Lega dall’altra, nonostante il peso di consensi raccolto dai Fratelli d’Italia nel Capoluogo alle recenti Europee e prima ancora alle Politiche.
Anche nelle ore scorse i vertici di FdI hanno ribadito che intendono mantenere fede al patto politico, ribadendo che è un accordo prima nazionale, poi regionale e solo in ultima analisi è anche Comunale. (Leggi qui: FdI avvisa Lega e Forza Italia).
Ma si sta creando un problema di tenuta politica. Comunale, Regionale e Nazionale: e Fratelli d’Italia esprime la premier e non può permetterselo. Giorgia Meloni teme che lo scontro possa salire ancora di tono e scatenare rappresaglie su Decreti che nelle prossime settimane arriveranno in Aula per essere convertiti.
La fiera dei paradossi

A Frosinone si verifica quindi il paradosso: da una parte Forza Italia pone un serio problema di tenuta della maggioranza consiliare di centrodestra. Dall’altra, la Lega può permettersi il “lusso” di avere un Gruppo consiliare di lotta e di governo: perché nonostante il commissariamento del Partito nel capoluogo voluto dall’onorevole Ottaviani e la sconfessione apertis verbis del capogruppo Giovanni Bortone, questi ha detto che lui è e rimane al timone della pattuglia consiliare leghista. Perché glielo consentono la legge ed i regolamenti per il funzionamento del Consiglio comunale.
Fratelli d’Italia dal canto suo deve invece recitare la parte della forza politica responsabile. Quella che deve garantire a tutti i costi il prosieguo della consiliatura di un sindaco non suo. E di tenere insieme i cocci potenziali, con il rischio di non essere incidente più di tanto nonostante i numeri; sia in percentuale di voti che di Consiglieri in Aula, nelle dinamiche politiche del capoluogo. Perdendo, per assurdo, potere contrattuale.
Dopo che la lista civica dell’ex sindaco Ottaviani ha perso 2 consiglieri (Martino e Petricca) che sono andati a costituire insieme a Pallone (ex lista civica Mastrangeli) il nuovo gruppo FutuRa, FdI adesso con 4 Consiglieri è il gruppo consiliare più numeroso del centrodestra.
Il rischio di un nuovo fronte

Nelle prossime ore i vertici provinciali di Forza Italia scrivono l’agenda della Crisi per i prossimi giorni. Non si prevede una nuova missione del vice coordinatore provinciale Daniele Natalia per stabilire un modus vivendi con l’amministrazione comunale di Frosinone, dove gli azzurri hanno ritirato la fiducia al sindaco e sono passati all’appoggio esterno. La linea è stata tracciata: non si arretra. Esattamente come avvenuto nelle ore scorse anche a Viterbo. (Leggi qui: L’alta tensione Lega – FI da Bruxelles a Frosinone, Viterbo e Regione).
Ad oggi Mastrangeli può contare su 16/17 fedelissimi che gli sono abbondantemente sufficienti per governare portando i temi in Seconda convocazione (quando basta un numero ridotto di voti per approvare gli argomenti). Anche perché finora si è dovuto confrontare con un’opposizione sempre e comunque divisa.
Il sindaco di Frosinone ha lasciato la porta aperta per un chiarimento ed una ricomposizione: non è un caso che nelle ore scorse abbia ribadito che la verifica è ancora aperta. I beni informati a Palazzo Munari dicono che una delle basi di ricucitura del sindaco con FI può essere quella di riconoscere un “ristoro” per la mancata elezione alla provincia di Maurizio Scaccia. Ma premesso che per gli azzurri la questione è chiusa e definita, questo potrebbe aprire un nuovo fronte ed innescare una rottura con Fratelli d’Italia. Perché?
Gli è mancato un solo voto ponderato a Frosinone. Il ragionamento ci sta, non fa una piega. Ma lo stesso discorso potrebbe però valere anche per FdI: perché anche Sergio Crescenzi ha “lisciato” l’elezione alla Provincia per un voto ponderato del capoluogo.
Soluzione o consunzione

FdI a quel punto potrebbe rivendicare lo stesso tipo di ristoro. E nemmeno avrebbe bisogno di staccare la spina al sindaco: gli basterebbe mettere fine al proprio ruolo di guardia pretoriana ed attraverso delle assenze mirate limitarsi ad osservare passivamente la fine anticipata della consiliatura.
Dopo sarebbe tutto diverso. A quel punto potrebbe rivendicare poi una propria candidatura a sindaco, atteso che, per come si stanno mettendo le cose a Frosinone, non è affatto scontato che il centro destra si presenti unito la volta prossima.
Il messaggio delle ore scorse nemmeno è troppo ermetico: il senso vero è: “attenti a tirare troppo la corda, siamo persone pazienti, …ma non all’infinito”. Chi ha orecchie per intendere, intenda.