La presa di posizione del sindaco di Frosinone. Che conferma la linea. L'uscita del Gruppo FutuRa non lo turba. Ecco perché. Cosa accade adesso. E cosa c'è dietro
«Sapevo benissimo che sarei andato incontro a decisioni impopolari e che questo avrebbero creato il malcontento della gente. Ma i grandi cambiamenti che stanno per arrivare trasformeranno nei prossimi dieci anni le città e richiedono scelte coraggiose. Io quel coraggio l’ho avuto, non tutti quelli che sono stati eletti nella mia maggioranza hanno dimostrato di averlo»: conferma la sua linea Riccardo Mastrangeli. Il sindaco di Frosinone non arretra di un centimetro, la sua rivoluzione della mobilità oggi non viene apprezzata da tutti in città: soprattutto quelli che devono fare i conti con i lavori, le corsie ridotte, il traffico concentrato su altre strade.
Riccardo Mastrangeli è sicuro che questa cambiale verrà incassata da Frosinone tra dieci anni. Cioè quando quasi la metà della auto oggi in circolazione sulle strade del capoluogo dovranno sparire: lo dicono le norme Ue, quelle che stanno obbligando a passare ai motori elettrici o ibridi. È per questo che che vuole completare la sua rivoluzione della mobilità «Per consentire a chi non potrà comprarsi un’automobile elettrica di girare senza difficoltà da un punto all’altro di Frosinone e poter raggiungere i mezzi di trasporto per andare anche fuori e più lontano».
Concetti ribaditi ieri sera su Teleuniverso durante la trasmissione A Porte Aperte.
Mancanza di coraggio
A chi si riferiva il sindaco quando parlava della mancanza di coraggio? Ai cinque ‘malpancisti‘ eletti nella sua coalizione di centrodestra ma che hanno deciso di passare all’appoggio esterno. Non condividono quelle scelte. «Eppure, prima di candidarsi le conoscevano bene. perché le hanno lette, firmate e sottoscritte così come impone la legge a chi accetta una candidatura. Sapevano cosa intendevo fare e come intendevo realizzarlo». Allora c’è altro dietro ai quei dolori di pancia? C’è l’aspirazione ad un assessorato o un ruolo differente?
Non è in bilico. Non rischia di saltare. Non andrà a casa prima del tempo. Nei giorni scorsi ha incassato l’appoggio del suo avversario alle scorse elezioni, l’ex sindaco di centrosinistra Domenico Marzi. Che ha detto «Non saremo noi a far cadere Riccardo Mastrangeli». E per dare un segnale concreto ha messo da parte la maglietta politica per garantirgli l’appoggio sulla realizzazione delle grandi opere. Come la Ferrovia ad Alta Velocità e la nascita della stazione in linea. Oggi la Tav esce dalla linea veloce, passa sulla rete ordinaria toccando le stazioni di Cassino e Frosinone, poi torna sulla rete veloce. La stazione in linea abbatterebbe i tempi evitando uscite e rientrate. E consentirebbe fino a sei fermate al giorno.
Una rivoluzione. Per comprenderla basta un esempio: molti medici rifiutano l’incarico a Frosinone perché ci vuole un ora di treno da Roma. La Tav renderebbe Frosinone molto più appetibile professionalmente.
Appoggi indiretti
L’appoggio garantito da Domenico Marzi cambia il volto dell’amministrazione comunale. Perché ora è – almeno sui grandi temi – una maggioranza bipartisan. Diversa da quel centrodestra che aveva vinto le elezioni.
Anche per questo Riccardo Mastrangeli non è preoccupato per la decisone presa dal gruppo FuTuRa. Dopo le dimissioni del Consigliere Francesco Pallone dalla carica di delegato allo Sport, il Gruppo ha manifestato la sua intenzione di passare all’appoggio esterno. Il capogruppo Giovambattista Martino mette in chiaro che «Non siamo stati eletti per alzare pedissequamente la mano ma, con capacità di giudizio, preparazione e diritto di critica, per perseguire gli interessi del Comune e dei cittadini».
Il linguaggio della politica è complesso ma chiaro. Significa che con la rinuncia alla delega da parte di Pallone si sentono liberi di scegliere caso per caso. Anche loro sono perplessi sul progetto della nuova mobilità e soprattutto sul percorso del Bus Rapid Transit «Il Brt era una vera opportunità per la città ma abbiamo criticato apertamente comportamenti e modalità operative. Abbiamo criticato le improvvisazioni, le buche e le pezze di asfalto a coprire e ricoprire, le opere realizzate e subito dopo smantellate, la mancanza di comunicazione, le imposizioni non discutibili, le opere divisive come il sagrato della Chiesa della Sacra Famiglia. Abbiamo dato supporto ai cittadini di via Fontana Unica, abbiamo espresso disappunto e contrarietà alla bocciatura di un evento sportivo di pugilato».
I conti quadrano
Fine dei giochi e fine delle votazioni da parte del Gruppo FutuRa in sintonia con la maggioranza. Da oggi, i voti favorevoli dei 3 Consiglieri a tutte le delibere non sono più scontati: non vanno messi nel pallottoliere del sindaco. Con i 3 di FutuRa il gruppo dei malpancisti sale ad 8 facendo scendere la maggioranza eletta con Mastrangeli da 22 a 14 voti. Pochini per navigare con tranquillità.
La cosiddetta quota di sicurezza di 17 – 18 voti, utili in seconda convocazione per approvare qualsiasi documento in Consiglio Comunale, non è più alla portata della maggioranza, che da oggi si attesta a 15 voti sicuri. Perché va contato quello della Consigliera Francesca Campagiorni passata recentemente dall’opposizione alla maggioranza nel gruppo di FdI. I voti che mancano, se e quando necessario, bisognerà trovarli nella parte sinistra della sala consiliare. E non sarà poi così difficile per Mastrangeli, viste le premesse ed i trenta mesi di consiliatura già passati. Dove siede la minoranza.
Lo spiegone
Un fulmine a ciel sereno il comunicato del Gruppo FutuRa? Assolutamente no e certamente non da oggi. I malumori dei tre consiglieri erano nell’aria da tempo. Si potrebbe addirittura ipotizzare la data precisa: il 16 marzo 2024, il giorno delle dimissioni da assessore della Giunta Mastrangeli dell’avvocato Alessandra Sardellitti, che era entrata in rotta di collisione politica con qualche assessore e consigliere comunale (uno in modo particolare).
Il pretesto, la puynta dell’iceberg è stata la vicenda del video della sparatoria allo Shake Bar di via Aldo Moro “rubato” da qualcuno all’ufficio Ced del Comune. La Sardellitti non ne aveva ovviamente la responsabilità diretta ma gestiva solo la delega. Da quel momento è cambiato tutto. Alessandra Sardellitti può essere considerata la madre putativa della Lista FutuRa, che ha tra i propri importanti sostenitori anche un altro ex assessore: la già titolare della delega alla Polizia Municipale Maria Rosaria Rotondi. Entrambe non hanno preso affatto bene l’uscita “volontaria” dalla Giunta. A volte la forma che viene riservata dal Capo a chi si dimette, diventa sostanza.
Da tempo quindi la posizione dei tre Consiglieri della lista FutuRa nei confronti del sindaco e del resto della maggioranza è sempre più insofferente e sempre più critica. Specialmente sui temi ambientali e sul percorso del BRT e le piste ciclabili. Da rilevare poi che tutti e tre non sono in alcun modo regimentati o omologabili alle vecchie logiche della politica, che fanno per pura passione. Non altro.
Il caso della delega
Sintomatica, in tal senso, la restituzione della delega allo Sport da parte di Francesco Pallone quando la Giunta ha bocciato la manifestazione sportiva di pugilato che doveva svolgersi a Frosinone, alla quale il consigliere delegato aveva lavorato tanto e con impegno. A Pallone quella decisione non è proprio andata giù e dopo lo sfogo sui social, con conseguente arrabbiatura del sindaco, ha agito di conseguenza. Superfluo aggiungere che qualcuno in maggioranza non stava aspettando altro.
Da ultimo, i tre consiglieri hanno sempre dichiarato la loro totale contrarietà a qualsia ipotesi di apertura, o collaborazione, con la minoranza. O parte di essa. Che invece su taluni temi, come ad esempio la TAV, è dichiara ufficialmente e quindi tangibile e concreta. Per non parlare dell’attività di “puntello”, ancora non ufficiale, alla maggioranza, che qualcuno dai banchi dell’opposizione ha esercitato fino ad ora e continuerà a farlo in futuro. Forse ufficialmente.
I FutuRisti tutto questo lo hanno capito benissimo, da tempo. L’evidenza politica ulteriore che emerge, dopo la mossa del Gruppo FutuRa, è che in poco più di due anni di consiliatura il centrodestra cittadino, sia nella componente dei Partiti che civici, si ritrova di fatto letteralmente terremotato, rispetto alle elezioni comunali del 2022.
Nel 2027 sarà tutta un’altra partita. Con spaccature politiche (e personali) incomprensibili e difficili, se non impossibili, da ricomporre. A qualsiasi sindaco d’Italia una simile situazione toglierebbe il sonno la notte. Mastrangeli, invece, risposa benissimo senza alcun ausilio, naturale o farmacologico: sa benissimo che a casa prima del tempo nessuno ci vuole andare. E finché l’opposizione continuerà a fare nulla (da opposizione), va tutto bene madama la marchesa.
Soprattutto se c’è un sindaco che in ogni caso andrà avanti: «Io ho il coraggio delle mie scelte».