Accade di tutto, nella giornata politica. Che al netto della propaganda registra un solo vero vincitore: il presidente della Repubblica
La giornata di ieri sarà destinata ad essere ricordata quando sarà noto l’esito del voto politico a marzo. Per il semplice motivo che il 26 ottobre 2017 sono successe diverse cose destinate a cambiare la prospettiva comunque vada a finire.
Intanto l’approvazione del Rosatellum 2.0, che manda in soffitta l’Italicum corretto dalla Corte Costituzionale per la Camera e il Consultellum per il Senato. Il Parlamento si è ripreso l’iniziativa legislativa dopo che i due precedenti sistemi erano stati varati sostanzialmente dai massimo organi giudiziari del Paese.
La maggioranza che dovrà guidare l’Italia alle elezioni è cambiata. Proprio mentre i senatori di Articolo 1 Mdp (partito di Roberto Speranza, Enrico Rossi, Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani) lasciavano l’aula di Palazzo Madama, nella coalizione che sostiene Paolo Gentiloni “torreggiava” Denis Verdini, ex braccio destro e sinistro di Silvio Berlusconi. Senza il sostegno del leader di Ala il Rosatellum 2.0 non sarebbe passato.
Poche ore dopo tutto questo il presidente del Senato Pietro Grasso annunciava la sua uscita dal Pd e l’iscrizione al Gruppo Misto. Nemmeno il tempo di abituarsi a questa idea ed ecco l’indiscrezione, fondata, che Beppe Grillo sta pensando seriamente di fare dieci passi indietro lasciando il ruolo di garante del Movimento Cinque Stelle. Uscendo sostanzialmente dal piano operativo del progetto.
Infine, il premier Paolo Gentiloni indica Ignazio Visco come candidato Governatore di Bankitalia per Palazzo Chigi. Smentendo clamorosamente la posizione dei gruppi parlamentari del Pd e soprattutto del segretario Matteo Renzi. Cosa succederà ora?
Intanto che il Partito Democratico è sempre più orientato ad un’alleanza con Alternativa Popolare di Angelino Alfano, con i verdiniani e con una parte della sinistra, quella che si riconosce nelle posizioni di Giuliano Pisapia. Ma a questo punto non è affatto scontato che il candidato premier (virtuale, perché con il proporzionale è il Capo dello Stato a scegliere chi incaricare) sia Matteo Renzi. C’è pure Paolo Gentiloni, potrebbe spuntare anche Marco Minniti.
Mdp di Massimo D’Alema probabilmente candiderà Pietro Grasso per la presidenza del consiglio e in questo modo il fronte della sinistra può crescere.
Il Movimento Cinque Stelle, senza Grillo come garante, è destinato a fare i conti con mille contraddizioni. Sicuri che Fico sosterrà ugualmente Luigi Di Maio?
Silvio Berlusconi gongola: l’asse con la Lega di Matteo Salvini è di ferro e i Fratelli d’Italia (che non hanno votato il Rosatellum) o si adeguano o rimangono fuori da uno scenario di vittoria altamente probabile.
Ma c’è un unico vincitore di questa tornata politica autunnale: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Meno appariscente del suo predecessore Giorgio Napolitano. Ma più democristiano di tutti.