Perché la mozione Tiero in Regione a tutela dell'area tra Minturnae e Pantano Arenile dove dovrebbe sorgere un essicatore può ricompattare FdI diviso da oltre un anno. Intanto a Gaeta i Fratelli potrebbero uscire dalla maggioranza
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto in cui essiccare circa 6.500 tonnellate annue di fanghi. Sono quelli provenienti da diversi depuratori di Acqualatina. Non fa dormire sonni tranquilli agli operatori turistici ed agricoli sull’estremo lembo della provincia di Latina: abituati alle strutture di trent’anni fa tremno all’idea di possibili ricadute sull’ambiente. Sul piano politico, per quanto possa apparire paradossale quel progetto potrebbe contribuire a siglare la pace tra le due anime che si contendono da tempo la gestione di Fratelli d’Italia a Minturno.
Il Partito è “sospeso” da oltre un anno: da quando il coordinatore comunale Vincenzo Fedele decise di congelare l’attività del direttivo locale. Ma quanto avvenuto mercoledì nell’aula del Consiglio Regionale del Lazio potrebbe essere determinante per il raggiungimento di un armistizio. Da ratificare nelle prossime settimane con lo svolgimento del nuovo Congresso cittadino che dovrà essere convocato entro il 31 gennaio.
La sponda della Regione
Cosa è accaduto mercoledì in Consiglio Regionle? L’Aula ha incaricato il Governatore Francesco Rocca e l’assessora all’Ambiente Elena Palazzo di assumere le misure necessarie per tutelare l’area prescelta da Acqualatina. È a metà strada tra il complesso archeologico di Minturnae e Pantano Arenile. L’ordine del giorno approvato all’unanimità recava la firma del più votato in Fdi Enrico Tiero ed era stato scritto dal capogruppo consiliare del Partito a Minturno, l’avvocato Pino D’Amici.
Per molti la cosa può apparire un’ovvietà. Così non è. Il legale di Scauri rappresenta una delle due sensibilità dei Fratelli d’Italia a Minturno. Ed è, unitamente all’intero Gruppo consiliare di Fdi, una spina nel fianco dell’altra sensibilità politica interna. Cioè quella di Vincenzo Fedele. Che, candidato alle Regionali del febbraio 2023 e mancato Commissario straordinario dell’ente parco Riviera di Ulisse, si è trovato catapultato nella Segreteria particolare del consigliere (e presidente della commissione Sviluppo economico della Pisana) Enrico Tiero.
Riassumendo: Tiero porta all’approvazione in Aula un documento scritto da una sensibilità FdI che è contrapposta a quella del suo collaboratore fidato al punto di stare nella Segreteria.
La mozione di pace
Questa mozione, inimmaginabile sino a qualche mese fa, può essere l’occasione per annullare le distanze tra i “Fratelli” minturnesi. D’Amici, referente locale dell’assessora regionale all’ambiente Elena Palazzo, ha espresso la sua soddisfazione, definendosi “super contento”, perché l’Ordine del Giorno, scritto a quattro mani con il consigliere comunale Francesco La Rocca, ha impegnato in prima persona il presidente Francesco Rocca.
“Per noi la politica è impegno sul territorio – ha dichiarato il capogruppo consiliare di Fdi D’Amici – Ringraziamo Enrico per questa iniziativa perché l’impianto dei fanghi deve trovare un’altra localizzazione. Si trova a ridosso del complesso archeologico di Minturnae e di Pantano e a meno di 500 metri in linea d’aria dalla riva destra del fiume Garigliano in un’area fortemente antropizzata con una duplice vocazione, agricola e turistica”.
La ‘soddisfazione’ di D’Amici riveste soprattutto un carattere politico. Per altre due ragioni. La mozione del Consiglio Regionale se non rappresenta un blocco del progetto finanziato dai fondi del Pnrr lo condiziona fortemente. E a pagarne le prime conseguenze è stata la maggioranza consiliare che sostiene il sindaco di Minturno nonché presidente della Provincia e della conferenza dei sindaci dell’Egato 4 Gerardo Stefanelli (Italia Viva di Matteo Renzi).
La chiave politica
L’azione di forcing di D’Amici ha provocato il dissenso di una componente importante dell’amministrazione minturnese. Il Partito Democratico (che siede in maggioranza) è arrivato a chiedere il blocco dell’iter della Conferenza dei servizi. Cioè il tavolo nel quale tutti gli enti competenti a rilasciare le autorizzazioni interagiscono con il progetto.
La mozione approvata nel Consiglio regionale del Lazio ha centrato inoltre un altro risultato politico: quello di rilanciare l’attività del centrodestra minturnese, in Consiglio e sul territorio, in vista del voto amministrativo del 2027.
Fratelli d’Italia, la Lega, alcune liste civiche e l’ex consigliere comunale di maggioranza Mino Bembo (ora approdato all’opposizione) hanno dato vita ad un coordinamento che attende da anni l’apporto di Forza Italia. Il presidente del Consiglio comunale Massimo Signore e Maria Di Girolamo hanno fatto sapere che la fedeltà al sindaco Stefanelli è a tempo. Nel senso che non andrà oltre la durata dell’attuale consiliatura.
Il dialogo tra il capogruppo D’Amici ed il consigliere regionale Tiero non sembra momentaneo e non sembra un fuoco di paglia. Se il primo si è detto pronto a contribuire la realizzazione di un’offerta politico-elettorale che superi la “fallimentare gestione Stefanelli”, Tiero intende concretizzare la seconda parte dell’Ordine del Giorno votato dal consiglio regionale: Acqualatina deve individuare siti alternativi sul territorio della provincia di Latina in cui essiccare circa 6.500 tonnellate annue di “fanghi”.
Incontro Tiero-Marzoli
In quest’ottica Tiero ha annunciato che incontrerà la neo presidente di Acqualatina Cinzia Marzoli. “Il territorio provinciale è particolarmente esteso – ha commentato il consigliere regionale originario di Castelforte ma latinense d’adozione – e considero ragionevole prendere in considerazione la possibilità di creare un impianto di essiccamento solare dei fanghi in un’area più centrale del territorio pontino”.
E D’Amici ha ribattuto: “Ci saremo anche noi consiglieri comunali di Fdi nell’incontro con la presidente Marzoli per dimostrare che la scelta ubicativa dell’ente gestore, difesa inspiegabilmente dal sindaco Stefanelli, è decisamente sbagliata ed inopportuna”.
Gaeta, FdI in uscita?
Non è l’unica manovra in atto all’interno dei Fratelli d’Italia nel Sud Pontino. A Gaeta il Partito ha intensificato negli ultimi giorni una riflessione su come gestire il rapporto nella maggioranza del sindaco Cristian Leccese (Forza Italia).
“Sono un uomo di partito e mi sto rapportando con i suoi vertici provinciali e regionali” ha sottolineato il capogruppo consiliare Marco Di Vasta dopo la sua ‘fuga’, la scorsa settimana, in occasione dell’approvazione del bilancio previsionale 2025-2027. Di Vasta poco prima del voto sul più importante contabile aveva abbandonato l’Aula Consiliare in segno di dissenso per quella che ha definito “l’ennesima mancata concertazione all’interno della maggioranza”.
In precedenza il capo della Segreteria del consigliere regionale Tiero aveva sostenuto invece un emendamento – bocciato dalla coalizione di cui fa ancora parte – presentato dal capogruppo del Partito Democratico Emiliano Scinicariello. Prevedeva, nell’ambito del rinnovo della convenzione decennale per il funzionamento dell’ufficio del giudice di pace, la possibilità di concedere un’indennità di funzione al personale del comune di Gaeta distaccato presso l’ex Tribunale di Gaeta.
Di Vasta è un separato in casa nella maggioranza Leccese dal gennaio 2023. Mancava un mese al voto regionale quando l’assessore di riferimento di Fdi nella Giunta, l’avvocato Mario Paone, venne revocato. “Non abbiamo mai saputo le ragioni”, ha commentato Di Vasta. Non gli venne perdonata la decisione di aprire un point elettorale nel quartiere di Gaeta S.Erasmo per il futuro consigliere regionale Enrico Tiero.