Entro la fine della settimana Daniele Natalia avrà risolto il caso legato all'inchiesta sull'assessore Simone Pace. Perché aspetterà 48-72 ore. E cosa ha deciso.
Conoscete il surplace? No? È una tecnica usata nelle gare di velocità in bicicletta su pista. Il trucco è quello di rimanere quasi fermi, in attesa della mossa dell’avversario, per poterlo poi infilare e battere in volata.
È una tecnica efficace, ma pericolosa, perché un attimo di ritardo in più può portare a perdere di vista l’avversario. Un attimo di anticipo di troppo può causare la rimonta. Ci vuole colpo d’occhio, sangue freddo e occhio nella scelta del momento giusto, per piazzare la mossa decisiva.
Martedì al comune di Anagni, nell’ambito della vicenda Pace (leggi qui Il decreto che non è una condanna: le vie di Natalia per salvare (la) Pace in giunta), per tutta la mattinata ( ma anche oltre) è sembrato che tutti si stessero esercitando al surplace. Un’atmosfera, quella che si respirava al palazzo del comune, surreale, tesa, trattenuta. In cui tutti i presenti sapevano, ma cercavano di far vedere che in fondo non era poi così importante quello che è accaduto. Pronti a vedere che aria tirava, prima di fare una mossa. Come nel surplace appunto.
Prima o dopo nella mattinata, ed anche oltre, si sono presentati in comune praticamente tutti. A parte la Retarvi, ma questa non è una novità ultimamente, dalle parti della Sala rossa del sindaco sono passati gli esponenti della giunta. Ovviamente Simone Pace, che è rimasto a colloquio con il primo cittadino per un tempo abbastanza consistente. Chi c’era ha visto arrivare di sfuggita anche il presidente del consiglio Giuseppe De Luca. Non c’era l’esponente della Lega, il vicesindaco Vittorio D’Ercole (ma dicono sia arrivato dopo).
Insomma, tutti si sono dati appuntamento. E il motivo può essere solo uno; ragionare su come bisognerà procedere per disinnescare quello che, per l’amministrazione, potrebbe rivelarsi un percorso minato.
La decisione di Pace di fare ricorso sul decreto penale di condanna, come ormai già ampiamente spiegato, annulla il decreto penale di condanna emesso a suo carico e sposta la questione sui binari del processo tradizionale. I tempi si allungano.
E, sia pur rispettando il principio della presunzione d’innocenza, un problema politico si pone. L’amministrazione comunale, che nell’ultimo consiglio comunale ha detto a chiare lettere che dopo la luna di miele ora comincia la vera e propria fase operativa, quella che qualificherà il quinquennio di Natalia, si può permettere di avere un’ombra come quella che, di fatto, Pace rischia di portare con sé?
Perché una sospensione cautelare dalla carica a questo punto non può essere esclusa. La escludeva il Decreto: trattandosi di una condanna, comportava tutte le conseguenze previste dalla normativa sull’incompatibilità. Ma essendo annullata la condanna, nessuno può escludere che con il decreto di giudizio immediato ci sia anche l’emissione della richiesta di sospensione dalla carica.
Non sarebbe indice di colpa. Ma è innegabile che sarebbe motivo di imbarazzo.
Una risposta può essere trovata nel fatto che ieri in comune il gruppo politico più presente era quello di Fratelli d’Italia. C’era la Chiarelli, c’era Cardinali; si è visto anche Salvati. Un gruppo che con Pace, anche e soprattutto nel periodo in cui l’assessore faceva parte della giunta Bassetta, ha sempre avuto un rapporto molto dialettico.
E non è mancato chi ha fatto notare che c’era in forze anche il gruppo di Cuori anagnini, il cui assessore Marino è considero molto vicino al sindaco. E anche Marino è un altro di quelli che con Pace, all’epoca di Bassetta, aveva un rapporto dinamico con l’attuale assessore ai lavori pubblici.
Un altro dato da non trascurare è il fatto che il sindaco Daniele Natalia, parlando con Anagnia.com, ha certamente difeso il suo assessore. Ma ha anche ricordato che una riunione di maggioranza sul tema dovrà essere fatta al più presto.
Nella liturgia del linguaggio politico è un segnale preciso. Indica che il sindaco è pronto a prendere una decisione. Ma concede all’assessore il tempo per chiarire a tutti che non ha subito alcuna condanna e poi di anticiparlo nella decisione.
Viceversa, se Daniele Natalia non avesse intenzione di mettere in discussione l’assessore, gli sarebbe stato sufficiente dire ad Anagnia che non c’era bisogno di alcuna riunione.
È una mossa strategica, quella del sindaco. Evita che i gruppi sopracitati possano essere tentato di forzare la mano ed approfittare di quanto è accaduto per rivedere competenze ed equilibri in un rimpasto di inizio anno.
Resta da vedere chi (e come) farà la prima mossa. Come nel surplace, appunto.