
Il Congresso FdI ad Isola del Liri è tra i pochi che finisce con una conta. Nell'imbarazzo generale. Tomaselli accusa. E rifiuta la mano tesa per la collaborazione e l'unità. Eletto Fiorletta
L’immagine che riassume la giornata non è quella della foto con i protagonisti sorridenti, davanti alla bandiera con il simbolo del Partito. L’istantanea che racconta tutto è quella di fine giornata: con il rifiuto plateale della mano tesa di collaborazione offerta dal nuovo Coordinatore comunale dei Fratelli d’Italia di Isola del Liri Luca Fiorletta. A respingerela è il suo avversario appena sconfitto nelle urne del Congresso, Mauro Tomaselli.
Immagine e suoni. “A Luca dico che io ho creduto nel suo disegno di rinnovamento. Ma c’è stata solo una campagna di odio nei miei confronti. Io non sono un mero esecutore di ordini, ed è meglio essere cacciati con dignità, piuttosto che restare per convenienza. Credo in un Partito fatto di meritocrazia, non di giochi di potere”.
L’imbarazzo è evidente, la rottura è palese. La conta – come aveva profetizzato Giorgia Meloni – a queste latitudini innesca lacerazioni. Per questo lei ha sollecitato congressi unitari dovunque fosse possibile. Ad Isola del Liri non è stato possibile.
Imbarazzo palese

Il braccio di ferro è finito poco dopo le 19.30. Quando, con 50 voti contro i 36 del suo diretto avversario, Luca Fiorletta è diventato il nuovo presidente del Circolo di Fratelli d’Italia ad Isola del Liri. Alle urne sono andati 87 votanti, su un totale di 117 aventi diritto: una soltanto la scheda nulla.
La votazione è stata soltanto l’ultima parte di un pomeriggio intenso, vissuto sull’onda di una netta contrapposizione tra due candidati mai apparsi davvero così distanti come oggi. Quello di Isola del Liri, come noto, è stato un Congresso molto particolare per Fratelli d’Italia.
In quasi tutte le altre circostanze il dibattito interno c’è stato prima: si è arrivati al Congresso con un accordo unitario già definito. Che gli iscritti sono stati chiamati a ratificare con una votazione all’unanimità, per acclamazione. Invece ad Isola del Liri il dibattito c’è stato. Ed è stato anche molto forte.
Tomaselli “tradizionalista”

Un dibattito a due. Tra un Luca Fiorletta presentato come l’esponente del rinnovamento di un Partito che punta a diventare anche nella città della cascata il punto di riferimento di un centrodestra tutto da ricostruire. Ed un Mauro Tomaselli che ha agitato la bandiera della tradizione, dell’impegno tra la gente, e delle battaglie contro lo status quo.
Come noto, Tomaselli era stato rimosso dal coordinatore provinciale Massimo Ruspandini dalla guida cittadina del Partito. Era stato messo alla porta dopo le ultime elezioni comunali: per lui, l’accusa di essere passato da una parte all’altra, abbandonando a poche ore dalla presentazione delle liste elettorali la candidata del centrodestra Debora Bovenga per arrivare nelle braccia della candidata sindaca Antonella Di Pucchio del Pd.
Di tutto questo si è parlato oggi pomeriggio.
La chiave: partito e dialogo

Più ecumenico, a tratti quasi democristiano, il discorso di Luca Fiorletta. Che ha ribadito la volontà di “essere a disposizione dei cittadini”, puntando soprattutto sulla necessità del dialogo per crescere. Su una cosa Fiorletta è stato, come detto, chiarissimo: il punto di partenza è Fratelli d’Italia, ma c’è anche il dialogo con il resto del centrodestra, per cercare di far ripartire un mondo conservatore che, evidentemente ad Isola del Liri è rimasto quantomeno frenato negli ultimi tempi.
Mano tesa anche nei confronti degli oppositori; a partire dallo stesso Tomaselli: “Dopo il congresso resteremo tutti quanti all’interno di Fratelli d’Italia”. Fiorletta però qualche sassolino dalla scarpa se l’è tolto; ad esempio ricordando a chi aveva ipotizzato una sua scarsa esperienza, vista la sua giovane età, di essere da tempo impegnato da sempre in politica.
Un passaggio programmatico con la necessità di dover tutelare il patrimonio paesaggistico e culturale (“abbiamo bisogno di cultura”). Conclusione con un nuovo tentativo di pacificazione; “Non c’è bisogno di una politica fatta di personalismi e critiche”.
Tomaselli spara a zero

Un tentativo di dialogo e di conciliazione con la controparte che però è rimasto completamente inascoltato. Tomaselli infatti nel suo discorso programmatico ha rinfocolato le polemiche che fino adesso hanno caratterizzato la sua stagione politica: “Il dialogo ci vuole – ha detto – ma io sono stato attaccato per tutto quello che ho detto. Ho una dignità, una famiglia, ed ho il diritto di parlare” ha detto ad un imbarazzatissimo Massimiliano Bruni che cercava di arginarlo.
Nel mirino di Tomaselli soprattutto il partito di Ceccano, a partire dal coordinatore provinciale Massimo Ruspandini (che è nato a Ceccano, in città è stato vicesindaco, lui ha costruito FdI nella città che era la Stalingrado di Ciociaria) ed il consigliere regionale Daniele Maura eletto in Regione grazie ai voti della maggioranza che si riconosce in Ruspandini. Che c’entra Ceccano? Lo scorso autunno il sindaco di FdI Roberto Caligiore è stato arrestato con l’accusa di avere preso tangenti per pilotare gli appalti finanziati con fondi Ue.
“Io rappresento la base. Qui invece, in provincia di Frosinone, il partito agisce sulle scelte imposte dall’alto: chi critica viene emarginato. Oltre alla Meloni c’è soltanto una accozzaglia di individui attaccati alla poltrona. Il Partito qui è un vero e proprio feudo per pochi, anteponendo la fedeltà al merito”. Tomaselli ha poi rivendicato le battaglie fatte su Sanità e Consorzio di Bonifica. “Per questo – ha detto ancora – sono stato oggetto di una campagna di odio orchestrata dagli uomini del mio Partito che, invece di attaccare il sindaco Massimiliano Quadrini, attaccano me, come ha fatto Ruspandini che mi ha rimosso”.
L’affondo ceccanese

I toni più forti Tomaselli li ha riservati a quello che è accaduto a Ceccano: “Io sono stato cacciato; di fronte a scandali molto più gravi, nessun intervento e nessuna sospensione: questa è democrazia? La verità è che qui c’è un solo uomo al potere, un Marchese del Grillo, e chi è contro è epurato”.
Riguardo alla vicenda della sua candidatura con la Di Pucchio in una lista civica, Tomaselli non nega. Ma ha sostenuto che “nei paesi sotto i 15.000 abitanti è lecito”. Chiusura con il rifiuto plateale della mano tesa di collaborazione offerta da Fiorletta.

Toni che ovviamente hanno creato un forte imbarazzo nella platea della sala da tè del Cinemateatro. I dirigenti regionali Alessia Salvo e Fabio De Angelis nei loro interventi hanno cercato platealmente di evitare che le tensioni diventassero ancora più forti. Dopo la presentazione delle mozioni è iniziata la vera e propria fase elettorale, che si è conclusa poco dopo le 19.30, con la proclamazione di Luca Fiorletta. Che avrà dalla sua parte la maggioranza del Direttivo.
Resta da capire quale sarà adesso l’atteggiamento di Mauro Tomaselli, in un Partito che chiaramente gli ha voltato le spalle. Come ha fatto capire senza mezzi termini Angelo Caringi: “Vergognoso l’intervento di Tomaselli. Non può restare nel Partito chi si esprime in questo modo contro il Partito stesso ed i suoi dirigenti”.