La professoressa Isabella Mastrobuono parcheggia il Suv, scende e torna ad accomodarsi sulla poltrona di direttore generale della Asl di Frosinone.
E’ questo l’incubo peggiore del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del numero uno della cabina di regia Alessio D’Amato e del consigliere regionale Mauro Buschini.
Tutti e tre fanno lo stesso sogno, come nel film Nightmare, dove Freddy Kruger alla fine si materializzava. Seminando il panico.
Isabella Mastrobuono presenterà ricorso al Tar del Lazio: è già ultimato. Tramontata l’ipotesi dello Spallanzani e venuti meno i rapporti anche sul piano personale oltre che professionale, non ci sono ragioni perché si possa tornare indietro. I suoi avvocati chiederanno la sospensiva, con ottime possibilità di ottenerla. Alla Regione lo sanno bene e perciò propendono per il commissariamento (Luigi Macchitella è il favorito). Ma allora perché la non conferma dell’incarico e la valutazione negativa dell’Organismo Indipendente di Valutazione? Dopo le lodi pubbliche di Zingaretti e l’investitura per lo Spallanzani? Perché non adottare atti inattaccabili sul piano giuridico? Perché la richiesta del parere della conferenza dei sindaci, che ha rappresentato un’eccezione incredibile? Perfino la rimozione è un’eccezione: non c’era mai stata, al massimo il trasferimento in un’altra sede. Davvero vogliamo credere che la Mastrobuono paga il non aver risolto il problema del sovraffollamento al Pronto Soccorso?
Il ricorso dell’ex manager è temuto perché potrebbe essere “esplosivo” politicamente oltre che sul piano delle valutazioni sanitarie.
Il Partito Democratico è allo scoperto, in mezzo al guado: dopo la sovraesposizione per cacciare la Mastrobuono, dovrà subire un commissariamento. Come spiegarlo quando ci sarà la campagna elettorale? L’unico che se la ride è Francesco Scalia…
Ma poi, perché il commissariamento? Il facente funzioni è il direttore amministrativo Mario Piccoli Mazzini, che potrebbe continuare ad esercitare il ruolo in attesa dell’esito del ricorso.
Andiamo infine alla sostanza del problema: la Mastrobuono ha fatto le Case della Salute perché le voleva lei o perché l’obiettivo era gradito a Zingaretti?
Le Rems sono state inventate dall’ex manager o previste dalla Regione? L’ulteriore “massacro” della Sanità provinciale è colpa dell’ex direttore generale o delle solite politiche che tendono a salvaguardare Roma perché lì ci sono più medici, più elettori, più politici, più professori universitari, più posti letto?
Isabella Mastrobuono è stata scaricata dalla politica in modo traumatico, per dare un segnale. Non potrà non fare ricorso contro una decisione che la penalizza in maniera fortissima sul piano professionale.
Quello che sorprende è che non si sia neppure provato a trovare una soluzione che andasse bene a tutti. La sanità ha un peso enorme anche in campagna elettorale. Si vota a Cassino, Sora e ad Alatri tra pochi mesi. Ci sarà il “fattore” Isabelita.
Se dovesse essere reintegrata dal Tar poi gli effetti sarebbero imprevedibili. Per la presentazione del ricorso è questione di giorni. Il commissariamento potrebbe slittare ancora.