Novo Nordisk, tutto bene madama la Regione

A parole, tutto sotto controllo. Ma nella realtà il maxi-investimento da 2,5 miliardi promesso da Novo Nordisk ad Anagni per ora si è fermato a 500 milioni. Il presidente Rocca incassa rassicurazioni generiche e si dice soddisfatto. I sindacati, invece, restano in allerta: tra tagli, contratti interinali in bilico e silenzi sul Wegovy, servono risposte vere.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

C’è un’arte tutta italiana – e ultimamente molto laziale – nel minimizzare le preoccupazioni, magari seduti a un tavolo istituzionale, con toni rassicuranti, frasi misurate e comunicati infiocchettati di buone intenzioni. Peccato che la realtà, come spesso accade, non abbia letto la nota stampa del presidente Francesco Rocca.

Il presidente della Regione Lazio, nella sua veste di commissario straordinario per il maxi investimento da 2,5 miliardi annunciato da Novo Nordisk ad Anagni, ha incontrato il top management dell’azienda danese. Ne è uscito un comunicato tutto zucchero e miele: niente licenziamenti collettivi, sito strategico, cartucce che continueranno a essere prodotte, investimenti in arrivo, perfino il “dialogo costante”.

Sì, ma i 2,5 miliardi? Per ora, solo 500 milioni sono stati autorizzati. Degli altri due miliardi non si ha traccia, e non si è avuta alcuna risposta concreta nemmeno alle richieste dirette dei sindacati. Il presidente Rocca ha chiesto chiarimenti sull’accordo con la spagnola Rovi, ottenendo un’alzata di spalle travestita da precisazione tecnica. Che non sposta di una virgola la questione: il Wegovy, il farmaco anti-obesità che doveva fare di Anagni una capitale della farmaceutica, non si produce più in Ciociaria, almeno per ora ma quella produzione la faranno in Spagna.

Nessuno scudo da Rocca

E se Ely Lilly – con una compressa e non una siringa – sta conquistando il mercato americano, è lecito chiedersi se ci sia un piano B in caso di flessione del mercato. Qualcuno lo ha domandato al tavolo con i danesi? No. Perché va tutto bene, madama la marchesa.

Francesco Rocca

La verità è che da parte della Regione Lazio non è arrivato nessun vero scudo istituzionale. Solo un “monitoraggio”, parola che serve a riempire i vuoti. Ma il territorio, i 350 interinali in bilico, e la credibilità di un sito produttivo strategico non possono restare appesi alle buone intenzioni e alle frasi di circostanza. Se entro la fine dell’anno dovessero saltare una buona fetta di quei posti, cosa dirà Francesco Rocca?

È ora che la politica regionale la smetta di fidarsi dei sorrisi di circostanza. Serve un confronto vero, costante, tecnico. Non una mano di bianco per coprire la facciata di una situazione catastrofica.

Il futuro in bilico

Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica

La verità è che il futuro di Novo Nordisk al momento non lo conosce nemmeno Novo Nordisk. Altro che rassicurazioni. Per la multinazionale danese si profila una profonda ristrutturazione del Consiglio di Amministrazione con ben sette membri che lasceranno i loro incarichi, compresi il presidente Helge Lund ed il vice Henrik Poulsen. C’è una profonda differenza di vedute sul futuro del gruppo: lo dimostra la necessità di convocare un’assemblea straordinaria per il 14 novembre dopo un’impasse con il principale azionista del Gruppo, la Fondazione Novo Nordisk.

Gli analisti, ad oggi prevedono una concreta trasformazione dell’azienda. Che tenga conto della nuova situazione sul mercato Usa con l’introduzione dei dazi per i farmaci prodotti in Europa. E con la nascita di farmaci anti obesità che hanno tolto in poco tempo una nutrita fetta di mercato a Novo Noridsk.

Se non bastasse, il nuovo CEO Maziar Mike Doustdar ha avviato un piano di risparmio da 8 miliardi di corone danesi fino al 2026. Il suo predecessore nel periodo 2000 – 2016 Lars Rebien Sørensen dovrebbe assumere la presidenza del CdA per un periodo di due o tre anni, con il compito di supportare il nuovo management nella trasformazione aziendale e individuare un successore a lungo termine. “È, ovviamente, una situazione insolita – sottolinea Sørensen alla stampa specializzata – ma l’obiettivo del nuovo consiglio sarà riportare Novo Nordisk al business as usual il più rapidamente possibile”.

La domanda delle cento siringhe

La domanda che Francesco Rocca avrebbe dovuto porre era una e semplice: il Wegovy che volevate produrre su larghissima scala ad Anagni al punto da programmare 2,5 miliardi di investimento è ancora strategico per il vostro business?

I numeri delle ultime trimestrali dicono di no. E non a caso hanno scatenato il piano da 8 miliardi di risparmi a cui ha fatto seguito lo stop alla produzione ad Anagni.

Oggi, più che mai, tra un silenzio industriale e una Regione troppo indulgente, la paura è che il grande investimento si stia già sgonfiando. E con lui, le speranze di un intero territorio. E Francesco Rocca non può permettersi di trattare con troppa leggerezza una questione da prendere invece con i guanti.