Novo Nordisk, visita a sorpresa ma resta il dubbio: solo 500 milioni autorizzati

Dei 2,5 miliardi annunciati per fare di Anagni la capitale europea di Novo Nordisk, solo 500 milioni sono stati effettivamente autorizzati. Il resto? In stand-by, come la produzione del Wegovy, il farmaco anti-obesità simbolo del boom danese. Il vicepresidente Erik Lorin Rasmussen prova a rassicurare il presidente Rocca: niente licenziamenti, ma “adeguamenti” in vista. Intanto i sindacati restano in allerta, tra interinali a rischio, piani rivisti e un futuro che dipenderà dall’assemblea straordinaria del 14 novembre. Per ora, più cautela che investimenti: Anagni resta nel piano, ma con il fiato sospeso.

Dei 2,5 miliardi di investimento annunciati su Anagni, Novo Nordisk per ora ha autorizzato solo 500 milioni: che fine faranno i restanti due miliardi al momento non si sa. Non è stato in grado di dirlo nemmeno Erik Lorin Rasmussen, Senior Vice President della multinazionale danese del farmaco che ha visitato oggi lo stabilimento ciociaro: doveva diventare la capitale europea del Gruppo. E dove invece da una decina di giorni è stata sospesa sine die la produzione del Wegovy, il farmaco miracoloso in grado di far perdere peso nel giro di poche settimane.

Il manager ha incontrato i dipendenti e condiviso la visione di lungo periodo del Gruppo. Successivamente, Rasmussen ha preso parte a un incontro istituzionale a Roma con Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio e Commissario straordinario per l’attuazione di quel maxi investimento, ritenuto di interesse strategico nazionale dal Governo. Ma nemmeno a lui ed ai rappresentanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del management italiano dell’azienda, Rasmussen è stato in grado di dire che fine faranno i 2,5 miliardi annunciati in pompa magna la scorsa estate. A precisa domanda dei sindacati ha risposto che finora sono stati autorizzati 500 milioni.

Gli altri? L’azienda ammette che ad oggi c’è la “temporanea messa in pausa di una parte delle iniziative di espansione del sito di Anagni, nell’ambito di una rivalutazione complessiva degli investimenti globali. Una misura responsabile e prudente che mira a garantire che gli investimenti futuri procedano in condizioni di mercato solide e sostenibili”. Tradotto: siamo stati precipitosi con il farmaco anti obesità, adesso vogliamo essere più cauti.

Assemblea generale straordinaria

Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica

Le strategie dell’azienda stanno cambiando in modo radicale. Non per capriccio ma per allinearsi alla nuova situazione mondiale nel mercato del farmaco. I dazi imposti dal presidente Donald Trump ai farmaci prodotti in Europa hanno cambiato le cose, così come le hanno cambiate le autorizzazioni date negli Usa ai concorrenti di Novo Nordisk che hanno potuto mettere a punto un farmaco alternativo ed altamente concorrenziale. (Leggi qui: Terremoto Novo Nordisk: via 9mila posti e si rivedono tutti i piani).

Oggi Novo Nordisk ha deciso di convocare un’assemblea generale straordinaria il 14 novembre per eleggere nuovi membri del consiglio di amministrazione. Spetterà a loro fare le scelte definitive su Anagni, sul Wegovy, sulla produzione in Usa e tanto altro.La decisione di convocare l’assemblea è dovuta ad un disaccordo con la Novo Nordisk Foundation riguardo la futura composizione del consiglio di amministrazione.

La situazione è tesa. Il presidente Helge Lund, il vicepresidente Henrik Poulsen e i membri indipendenti del consiglio Laurence Debroux, Andreas Fibig, Sylvie Grégoire, Christina Law e Martin Mackay non si candideranno per la rielezione durante l’assemblea straordinaria. Invece Kasim Kutay, che non è indipendente rispetto ai principali azionisti, ed i membri del consiglio eletti dai dipendenti Elisabeth Dahl Christensen, Liselotte Hyveled, Mette Bøjer Jensen e Thomas Rantzau rimarranno in carica.

Lars Rebien Sørensen è stato proposto come nuovo presidente fino alla prossima assemblea ordinaria. Cees de Jong è stato proposto come vicepresidente fino alla stessa data.

Tranquillizzare gli italiani

È un contesto in continuo cambiamento, Rasmussen ha cercato di spiegarlo al presidente Francesco Rocca ed ai rappresentanti del Ministero. Sullo stabilimento di Anagni ha solo potuto confermare quanto si sapeva: non ci saranno licenziamenti collettivi, non ci sarà la dismissione del sito. Frasi che hanno fatto scattare comunque la massima allerta nei sindacati. Perché? Nessuna garanzia è stata fornita sui 70 interinali che hanno il contratto in scadenza entro la fine del 2025. E perché è stato confermato che alcuni tagli qua e là verranno fatti: li chiamano “singoli adeguamenti alle funzioni di supporto”.

Stessa situazione sul futuro produttivo. I sindacati hanno chiesto se e quando riprenderà la produzione di Wegovy. Il fatto è che il mercato è cambiato e l’aternativa offerta da Elli Lilly sta creando difficoltà: è in pastiglie e non in punture ed è altrettanto efficace. L’azienda risponde che si sta analizzando il mercato. Si intuisce che nel primo trimestre 2026 qualcosa potrebbe ripartire ma ad oggi nessuono lo può dire con certezza.

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Anagni resta e per l’attuale managmente di Novo Nordisk continuerà a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per il suo network mondiale. Continuerà a produrre alcuni dei farmaci più importanti per l’azienda, come siringhe preriempite, flaconi e, in particolare, cartucce destinate ai trattamenti per diabete e obesità. Nel tempo, il sito produrrà un numero significativamente maggiore di cartucce. E nel futuro è destinato a produrre in futuro prodotti strategici per lo sviluppo di Novo Nordisk.

Cambia la mission?

Lo stabilimento – è stato spiegato – vedrà l’introduzione di ulteriori isolatori e maggiore capacità di magazzino. Una volta che la produzione di cartucce sarà pienamente operativa, vi sarà inoltre la possibilità di ulteriori investimenti relativi ai “prodotti finiti”.

I sindacati non sono affatto tranquilli. Perché resta in piedi la questione dell’accordo sottoscritto con la spagnola Rovi per produrre il Wegovy che adesso non verrà prodotto ad Anagni. L’azienda ha provato a smorzare la tensione, dicendo che si tratta di una collaborazione siglata prima del piano di trasformazione globale e che non è collegata alle decisioni riguardanti il sito di Anagni.All’interno del perimetro dell’accordo, è intenzione di Novo Nordisk mantenere la produzione conto terzi al minimo, in coerenza con la strategia di presidio diretto dei processi produttivi chiave”.

Tra i sindacati qualcuno ha commentato che da noi, quando eravanmo ragazzini, prima di lasciare la fidanzatina ci si premurava di trovarne una nuova e solo dopo si scaricava la vecchia. Forse in Danimarca funzionava in maniera diversa.