Pagavano e passavano il concorso anche se “la luna è viola”

L'indagine "Luna Viola”: soldi per pilotare le selezioni con cui ottenere il Tfa per l'insegnamento. Arrestati due prof ed il titolare di una scuola privata, indagato anche un direttore dell'Università di Cassino. Quindicimila euro per diventare insegnante

La luna è viola”, si poteva scrivere anche questo per superare la prova con cui diventare insegnante. Oltretutto in una categoria delicatissima: professore di sostegno, cioè quelli che affiancano i ragazzi con più difficoltà, li aiutano a superare con calma i loro limiti un gradino alla volta. La luna non è viola ma anche se lo scrivevi andava bene lo stesso: promosso e ammesso all’orale, bastava pagare. Quindicimila euro in tutto, cinquemila per ogni step della prova, in contanti naturalmente e senza lasciare traccia perché per la corruzione non c’è ricevuta.

È l’accusa con la quale la Guardia di Finanza questa mattina ha arrestato e messo ai domiciliari Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli, lui presidente e lei componente delle commissioni che selezionano chi ammettere ai percorsi di formazione che consentono di conseguire la Tfa, la specializzazione in insegnante di sostegno per gli alunni con disabilità. Ai domiciliari anche Giancarlo Baglione, dominus del centro di formazione privato Cervantes di Sora. Indagato con loro Massimiliano Mignanelli, il direttore dell’Area Risorse Umane dell’Università di Cassino, cioè l’Ateneo che aveva bandito i percorsi per ottenere il Tfa nell’anno accademico 2022-2023.

Tutti sono accusati, a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.

Selezioni truccate

Il Palazzo di Giustizia di Cassino

In base agli indizi raccolti con le indagini della Guardia di Finanza di Cassino coordinate dal sostituto procuratore Andrea Corvino, sono sospettati di avere truccato i percorsi per conseguire il Tfa che apre le porte dell’insegnamento nelle scuole. Lo avrebbero fatto in cambio di 15mila euro a candidato, corrisposti in tranche da 5mila euro ciascuna, nell’imminenza di ciascuna delle tre fasi del Concorso bandito per l’anno 2022/2023 dall’Università.

Le indagini hanno riguardato anche altre 23 persone: buona parte di loro sono gli aspiranti concorrenti che avrebbero pagato per superare i test, alcuni sono gli intermediari. C’è di tutto a fare da tramite: anche sindacalisti della scuola.

L’informativa si basa su svariate intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese e indagini bancarie. Sulla base di quegli elementi la Finanza ha concentrato i sospetti sui due professori dell’Università di Cassino membri della commissione giudicatrice del concorso, sul direttore dell’ateneo che aveva un legame di parentela con i due docenti e sul titolare dell’istituto Cervantes con il quale il direttore aveva un legame di comparanza.

Come funzionava

Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

Stando alla ricostruzione della Guardia di Finanza a ricevere il denaro era Baglione il titolare della scuola. Che poi otteneva dal direttore Massimiliano Mignanelli una ristrettissima lista di quesiti tra i quali i professori avrebbero poi sorteggiato i test. Le domande venivano girate ai concorrenti disposti a pagare, in prossimità della prova.

Sempre con la complicità del direttore, la scuola di formazione avrebbe ottenuto poi gli argomenti della successiva prova scritta, comunicandoli ai candidati paganti, garantendo così il superamento anche della seconda prova con il massimo dei voti. Stando alle intercettazioni, ai concorrenti la scuola diceva che bastava riempire 15 righe e non importava se avessero scritto informazioni non corrette come che “la luna è viola.

Non importava perché – ricostruiscono i finanzieri – grazie alla conoscenza dei membri della commissione giudicatrice, avrebbero comunque ottenuto il massimo della votazione, accedendo in tal modo ai posti a concorso per quell’anno.

Proprio da quella frase, nasce il nome dell’indagine: Luna Viola. Un’analoga procedura veniva attuata per la prova orale finale: dalle intercettazioni risulta che Baglione assicurava di non avere problemi a farla superare con il massimo dei voti, bastava non fare “scena muta”. Si poteva anche rispondere con argomenti che non c’entravano proprio con la domanda posta.

Soddisfatti o rimborsati

Foto: F1Digitals / Pixbay

Il compenso di 15mila euro a candidato, secondo l’accusa veniva diviso da Baglione con Mignanelli. I due professori invece, in cambio della loro complicità avrebbero ottenuto favori personali dall’istituto Cervantes. Che tipo di favori? Nell’informativa si ricostruisce che uno dei docenti avrebbe partecipato gratis a corsi per ottenere delle certificazioni linguistiche e di informatica, inoltre un loro parente avrebbe frequentato e si sarebbe diplomato presso l’istituto paritario senza pagare la quota di 4mila euro dovuta.

Tutti promossi? Dai controlli della Guardia di Finanza è emerso che i candidati paganti, che sono stati in grado di memorizzare le risposte ai test, sono risultati vincitori delle selezioni avendo ottenuto il massimo dei voti alle successive prove scritta e orale.

Foto © IchnusaPapers

In un caso addirittura una candidata che aveva pagato per assicurarsi la vittoria del concorso non era soddisfatta della votazione ottenuta: quel 26 non la faceva stare tranquilla. Così il gruppo era intervenuto, modificando il voto attribuito alla candidata nella prova scritta: il 26 era diventato un bel 30 che le consentiva di occupare una posizione in graduatoria tale da garantire li superamento del concorso.

Ma c’era anche chi non riusciva a memorizzare le risposte. E così non superava le prove. Alla Finanza risulta che siano stati restituiti i soldi.

Il Giudice Alessandra Casinelli, nel provvedimento che ha dato il via agli arresti domiciliari, ha disposto anche il sequestro di 100mila euro. Ha imposto per dodici mesi l’inibizione dall’insegnamento per i due docenti e lo stop all’esercizio di ruoli imprenditoriali per Baglione. Ora si valuterà se revocare il titolo ai candidati che hanno superato, a pagamento, le prove e grazie al titolo oggi stanno insegnando.

Acquisiti i documenti

Marco Dell’Isola

La Guardia di Finanza è stata nella sede dell’Università di Cassino ed ha acquisito documenti relativi ai “Corsi di Specializzazione per il Sostegno” tenuti nell’anno accademico 2022 / 2023.

Il rettore dell’Università di Cassino Marco Dell’Isola informato dell’indagine “si è reso immediatamente disponibile all’Autorità giudiziaria per tutti gli approfondimenti necessari, a tutela del buon nome e della correttezza dell’operato dell’Università. Confidiamo – ha detto il rettore – che l’indagine possa concludersi nel pieno rispetto dei valori di legalità e trasparenza che ispirano da sempre la nostra comunità accademica”.