Il responsabile verolano di Fdi e il nuovo corso che segue l'usta della stagione ciociara dell'assessore regionale del partito di Meloni e quella nazionale di Ruspandini
Tutto si può dire di Cristiano Papetti, meno che non abbia testa dura e coerenza da vendere. Il consigliere di opposizione di Veroli e dirigente provinciale di Fdi di Frosinone è in primo luogo – anzi, è diventato nelle more di una situazione a dir poco difficoltosa – il responsabile cittadino di Fratelli d’Italia.
E questo ruolo Papetti lo ha conquistato a suon di voti in un Congresso che non si poteva certo definire una passeggiata. Perché? Perché in campagna elettorale Papetti aveva scelto di andare da solo, candidandosi alla carica di sindaco. E, pur non avendo vinto, aveva conservato lo shining dell’iscritto al Partito di Giorgia Meloni che non ci stava ad abdicare dai valori della destra nel nome del funzionalismo.
Tradotto dal vocabolario politico? Una parte dei Fratelli d’Italia di Veroli aveva preferito seguire l’esempio di Ferentino e Frosinone. Lì centrosinistra e centrodestra governano insieme senza troppi problemi dietro al paravento delle liste civiche: una scelta di realismo perché, secondo una scuola di pensiero, meglio mangiare una torta in due che rimanere cinque anni a digiunare. Papetti invece preferisce il digiuno della coerenza.
Un rebus risolto

Tutto questo, a lungo andare, aveva messo l’esponente ernico di Fdi in una situazione politicamente molto difficile.
Perché a quel punto, ed in maniera anche palese, Papetti era diventato uno dei target inside di Massimo Ruspandini, presidente provinciale di Fdi, meloniano della primissima ora, deputato in carica e poco incline a digerire defezioni dalla “sua” linea. Flashback, dissolvenza e veniamo ai giorni nostri. Giorni in cui la situazione a livello partitico è decisamente mutata, con nuove dinamiche e nuovo scenari.
Giorni in cui Papetti è stato presente alla “Notte Verde” a Ceccano ed in questa occasione ha condiviso la serata con gli esponenti di Fratelli d’Italia presenti e in particolare, quale ospite d’onore della serata, con l’onorevole Giancarlo Righini. Assessore della Pisana al quale condotta e figura di Papetti sembrerebbero non dispiacere affatto. (Leggi qui: Ceccano, la Notte Verde accende la politica).
L’arrivo della Parente

Una linea che sembra raccogliere risultati. Infatti, il coordinatore verolano del Partito di Via della Scrofa ha anche accolto una nuova iscritta. Lo ha reso noto lui stesso con un post. “Con grande soddisfazione, quale coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia di Veroli, do il benvenuto a Roberta Parente”.
E ancora, a proposito dell’ex leghista: “Nel 2024 ha sostenuto la mia candidatura a Sindaco in tal modo anteponendo, a posizioni di comodo (o presunte tali!), la coerenza e i valori identitari del centro destra. Abbiamo iniziato un percorso; lo portiamo avanti e lo porteremo avanti sempre”.
E il benvenuto è stato dato proprio “alla presenza dell’Assessore al Bilancio, Agricoltura, alla Sovranità alimentare, Parchi e Foreste Giancarlo Righini, a cui vanno i ringraziamenti per la quotidiana azione a tutela del territorio“.

Proprio l’affermazione “Abbiamo iniziato un percorso; lo portiamo avanti e lo porteremo avanti sempre” di Papetti va certamente interpretata come scelta concettuale di rimarcare, anche a livello amministravo-locale, i principi identitari del centrodestra (e di ciò né è riprova la sua ultima campagna elettorale comunale del 2024) “rispetto a ipotesi ‘larghe’ “. Le quali, sebbene possano veicolare vittorie elettorali quasi scontate, “non possono tuttavia ritenersi, nel medio e nel lungo termine, garanzia piena di governi fluidi e stabili”.
La scelta concettuale

In Ciociaria pare dunque si stia aprendo una nuova stagione per Fratelli d’Italia che, pur tenendo conto delle attuali ed immutate gerarchie, sia orientata verso “nuove aperture”, in chiave moderna naturalmente, nel panorama locale. Per essere chiari: non è in atto una sfida tra Massimo Ruspandini e Giancarlo Righini per il controllo del Partito in Ciociaria. Non può esserci perché i piani del confronto sono diversi: Ruspandini è sintonizzato sulle dinamiche nazionali, c’è la sua mediazione dietro ai 100 milioni di euro andati la scorsa settimana al Consorzio Industriale del Lazio. (Leggi qui: Una Zes per il Lazio: 100 milioni per fermare la fuga delle imprese).

Giancarlo Righini è sintonizzato sulla Regione Lazio, c’è la sua mediazione dietro al maxi sconto miliardario ottenuto nei giorni scorsi dal Lazio: una boccata d’ossigeno che vale 13 miliardi di debiti in meno per la Regione, pari a 2mila euro per cittadino. Che ha dato il via libera a un piano straordinario di investimenti da 500 milioni di euro entro il 2029. Sono i 13 miliardi che lo Stato aveva anticipato al Lazio ed alle altre regioni che avevano debiti nella sanità da ripianare
In questa coopetizione Papetti spicca in forza del ruolo in un Comune importante come Veroli: uno spazio di realizzazione maggiore rispetto ad un passato di frattura mai troppo proclamata ma velatamente presente fin dal 2023.



