Salta per la seconda volta la Direzione Provinciale Pd. Ma l'intesa sulla Commissione Congresso è dietro l'angolo. Come anche la conta.
Una lunga telefonata tra Frosinone e Roma. Ad un capo del telefono c’era il Segretario del Partito Democratico del Lazio Daniele Leodori, all’altro apparecchio c’era il Segretario provinciale di Frosinone Luca Fantini. Quando hanno finito, un messaggio di poche righe è stato inviato via WhatsApp: “Carissime e carissimi, nonostante le interlocuzioni avviate nelle scorse ore, allo stato attuale non si è delineata una proposta condivisa. Per questa ragione, al fine di promuovere tutte le azioni finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo, la Direzione Provinciale prevista per oggi è rinviata a data da destinarsi”.
Salta per la seconda volta la riunione della Direzione Provinciale del Partito Democratico: quella che deve preparare la strada la Congresso di febbraio nel quale eleggere il Segretario ed il Gruppo dirigente. Era stata già rinviata una volta per favorire una sintesi fra le diverse sensibilità interne. Cioè Area Dem di Francesco De Angelis, Rete Democratica di Sara Battisti, Base Riformista di Antonio Pompeo.
Ma questa volta il quadro politico è del tutto diverso. Il primo rinvio è stato deciso per evitare una conta sanguinosa. Quello di oggi perché l’intesa è a portata di mano e potrebbe bastare poco per agguantarla.
L’obiettivo della contesa
Ufficialmente ci si sta accapigliando per la Commissione del Congresso. Cioè l’organismo che dovrà accompagnare il Partito all’appuntamento con le urne. Perché tutto questo polverone per una semplice commissione?
Perché con l’elezione della Commissione Congresso si prende atto del fatto che sono scaduti gli organi di Partito. Da quel preciso istante cessano le loro funzioni il Segretario Provinciale e la sua Segreteria. La Commissione guida il Partito fino al giorno dell’assemblea occupandosi della sola ordinaria amministrazione. Ma ha una serie di compiti chiave: invia i Garanti a vigilare sui singoli Congressi di Circolo, dipana tutte le questioni che possono emergere nell’arco del Congresso, affronta i ricorsi e scigolie i dubbi. Non è un organismo di rappresentanza: è lo strumento che governa il Partito rimasto senza Segretario.
C’è anche un altro fattore: la Commissione è lo specchio delle forze in campo e l’Italia è il Paese nel quale tutti corrono in soccorso del vincitore.
Prima delle telefonata
L’incontro della settimana scorsa per raggungere un’intesa sulla composizione della commissione era finito malissimo. Con una rottura verticale. A quella riunione c’erano Mauro Buschini (AreaDem), Giampieri Di Cosimo (Rete Democratica), Diego Cecconi (Base Riformista) e Nazzareno Pilozzi (Area Schlein).
L’area di Rete Democratica reclamava un numero di componenti pari a quello di AreaDem. Ma il fronte di Francesco De Angelis rivendica numeri più ampi e quindi reclama un rappresentante in più. E dicendo, Statuto alla mano, se non c’è intesa si va al voto in Direzione.
La settimana scorsa c’è stata una telefonata tra l’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo ed il Segretario Reegionale Daniele Leodori. Con il leader di Base Riformista disposto anche a cedere i suoi rappresentanti pur di trovare una quadra. Si è arrivati così al primo rinvio. Che ha avuto un merito: riportare al centro del dibattito l’area degli ex renziani di Pompeo, ricordando a tutti che il dibattito interno non è un discorso a due. Ma a tre. (Leggi qui: La telefonata di Pompeo che rimette i Riformisti al centro).
Si arriva alla riunione di ieri pomeriggio. Partita dallo stesso punto in cui ci si era arenati la volta precedente: 4 componenti di Commissione ad AreaDem (De Angelis), 3 componenti a Rete Democratica (Battisiti), 2 a Base Riformista (Pompeo), 1 all’area del Segretario nazionale Elly Schlein.
C’è la proposta del Segretario provinciale uscente Luca Fantini: 2 Consiglieri a ciascuna area tenendo conto anche dell’area Cuperlo. Ed un presdente super partes. A tenere le fila del confronto per AreaDem c’è Mauro Buschini che accende subito il semaforo rosso: per due ragioni; la prima, ci deve essere una proporzione; la seconda, Cuperlo ha sciolto la sua componente su scala nazionle e quindi è sciolta anche a Frosinone.
Ipotesi di compromesso
Questa mattina viene fatta un proposta di compromesso: prendere lo schema 4 (AreaDem) 3 (Rete Democratica) 2 (Base Riformista) 1 (Area Schlein) e prendere lo schema che prevede un presidente di garanzia. Ci si aggiorna al pomeriggio: prima delle 18 quando cioè c’è la Direzione nella quale votare se non si arriva ad una sintesi.
Anche nel confronto di oggi pomeriggio ci si arena. Sulla figura di garanzia. AreaDem vorrebbe un nome regionale, Rete Democratica uno di prestigio ma preferirebbe una valenza territoriale.
L’impressione è che l’accordo sia possibile. Per questo Luca Fantini chiama Daniele Leodori e propone un nuovo rinvio. Le evidenze dicono che dietro l’angolo c’è un bivio: o una soluzione di sintesi o la conta in Direzione. Tertium non datur.