Il sindaco di Cassino rompe l'assedio. Guida una pattuglia di una quindicina tra sindaci e consiglieri provinciali. Scrivono ad Elly Schlein e Daniele Leodori. Mettendo i puntini sulle i del Congresso provinciale. Soprattutto del tesseramento
«Non accettiamo etichette infondate e denigratorie su di noi, né tantomeno sui militanti che hanno scelto di iscriversi al PD. Favorite e non ostacolate l’adesione al Pd: solo un consenso ampio e diffuso può portare alla nascita di una nuova classe dirigente»: rompe gli indugi Enzo Salera. Il sindaco di Cassino, l’amministrazione più grande nelle mani del Partito Democratico in provincia di Frosinone.
È lui a guidare il contrattacco e rompere l’assedio stretto intorno al Gruppo di Area Dem. In gioco c’è il Congresso Provinciale che dovrà eleggere il Segretario ora che si è concluso il mandato dell’uscente Luca Fantini. Un appuntamento segnato dai veleni e dalle divisioni adesso che Francesco De Angelis (presidente Pd del Lazio, già assessore regionale con Marrazzo e deputato Ue) è passato nella componente che ha contribuito ad eleggere Elly Schlein, rompendo l’asse con Sara Battisti (consigliera regionale e già vice segretario pd del Lazio) di Rete Democratica.
L’antefatto
Quell’asse la volta scorsa aveva eletto Segretario Provinciale Luca Fantini: ora Sara Battisti (Claudio Mancini) propone un bis alleandosi con Antonio Pompeo (già presidente della Provincia e leader dei post renziani di Base Riformista). Mentre Francesco De Angelis (Daniele Leodori – Dario Franceschini) propone il nome di Achille Migliorelli, leader per anni del movimento universitario Primavera Studentesca.
Il confronto è diventato scontro all’arma bianca il 23 dicembre scorso quando è arrivato il momento di fare il punto sul tesseramento. Il blocco che sostiene Fantini accusa il responsabile Organizzazione del Lazio Andrea Ferro di avere distribuito le tessere contravvenendo alle regole e falsando così la fase che potenzialmente determinerà poi il risultato al momento del voto. Contro quella linea si sono dimessi i 5 componenti della Commissione Congresso espressi da Rete Democratica (Giampiero Di Cosimo, Maria Rita Cinque, Alberto Festa) e da Base Riformista (Massimo Lulli e Carlo Di Santo). A quel punto ha rinunciato alche il presidente Alberto Tanzilli, presidente della Commissione di Garanzia regionale. (Leggi qui: Congresso Pd nel caos, si dimette anche Tanzilli. Cosa succede ora. E prima leggi (Leggi qui: Il Congresso dei veleni: in 5 si dimettono. Silenzio sull’altro fronte).
Il contrattacco
Per giorni l’area di Francesco De Angelis è rimasta in silenzio. Ha rifiutato di commentare “per non alimentare così polemiche che non fanno bene al Pd”. A spezzare l’assedio ora è Enzo Salera: lo fa come sindaco del Partito Democratico e coinvolgendo altri sindaci Dem della provincia.
Ha messo a punto un documento. È indirizzato al Segretario Nazionale Elly Schlein ed al Segretario Regionale Daniele Leodori. Spiega cosa sta accadendo dal suo punto di vista di amministratore. Confermano e sottoscrivono con lui altri 13 sindaci e 2 Consiglieri provinciali. Sono Domenico Alfieri (sindaco di Paliano), Matteo Campoli (Fumone), Benedetto Cardillo (Ausonia), Simone Costanzo (Coreno Ausonio), Giovanni Di Meo (Vallerotonda), Gianni Fantaccione (Castrocielo), Mario Felli (Piglio), Adriano Lampazzi (Giuliano di Roma), Sergio Messore (Sant’Ambrogio sul Garigliano), Benedetto Murro (Pignataro Interamna), Paolo Petrilli (Villa Santo Stefano), Francesco Piccirilli (Falvaterra), Gabriella Protano (Colfelice), Antonella Di Pucchio e Luigi Vittori (consiglieri provinciali).
Aprite il Partito
In quel documento i sindaci ed i Consiglieri provinciali scrivono “Siamo parte viva e attiva del Partito Democratico, quella parte che respira il territorio ogni giorno. Siamo coloro che amministrano le difficoltà quotidiane, che scendono in campo per combattere, in ogni sede, per la propria comunità”. È una premessa per Elly Schlein, dicendole: noi siamo la linea del fronte con i cittadini ed i loro problemi, se ci votano è perché glieli risolviamo o quantomeno ci proviamo, quindi siamo quanto di più lontano dai cacicchi.
Rivendicano la loro scekta Dem. “Siamo le persone che hanno scelto di rimanere sempre qui, in mezzo alla nostra gente, ascoltando le loro voci, condividendo le loro speranze e cercando soluzioni per il loro futuro. Siamo militanti e amministratori che lavorano con impegno e dedizione, che credono profondamente nei valori del Partito Democratico. Oggi, con spirito costruttivo e voce ferma, ci rivolgiamo a voi, Segretaria Nazionale e Segretario Regionale”. È un approccio del tutto differente da quello scelto dall’altro fronte: niente ricorsi, niente carte bollate, solo ‘spirito costruttivo’.
Vanno diretti al motivo del contendere. “Nella provincia di Frosinone abbiamo avviato una campagna di tesseramento aperta, inclusiva e partecipata. Per la prima volta dopo tanto tempo, stiamo vedendo persone avvicinarsi ai nostri banchetti, condividere le nostre idee, cercarci per aderire al PD. È un segnale di speranza e un cambio di passo concreto per un Partito che, mentre a livello nazionale si fa portavoce di rinnovamento e ottimismo, qui nel nostro territorio ha vissuto anni di difficoltà”.
L’affondo
Il passo successivo è una stilettata al fianco del Segretario uscente Luca Fantini. Scrivono i sindaci: “Qui il numero degli iscritti in calo, circoli chiusi, una segreteria provinciale troppo timida per rispondere ai bisogni e e alle istanze della comunità e una direzione Provinciale assente per più di un anno e mezzo, nonostante gli importanti appuntamenti elettorali”. Tradotto: durante il mandato di Fantini i Circoli chiudevano e gli iscritti crollavano.
“Nelle ultime settimane abbiamo percepito una gestione che sembrava mirare a congelare l’ esistente, se non addirittura, restringere il partito piuttosto che ampliarlo, privilegiando gruppi di “fedelissimi” invece di coinvolgere e valorizzare una base più ampia”. È esattamente il messaggio che rischiava di passare: come se ci fosse una parte del Pd che intende difendere lo status quo ed una parte che intende allargare il Pd ampliando i tesserati.
“È chiaro che le continue polemiche di questi giorni stiano indebolendo il nostro Partito, sia verso i circoli e i militanti, sia verso l’esterno. Quando ci concentriamo su logiche di contrapposizione e di conte interne, perdiamo di vista l’unica cosa che conta davvero: il nostro rapporto con i cittadini, i potenziali elettori. Lo diciamo in maniera forte e chiara: Non ci interessano le conte, vogliamo i contenuti”.
Non siamo i detentori del potere
Enzo Salera ed il blocco di sindaci con i Consiglieri provinciali respingono la narrazione che sta prendendo forma: “Oggi, qualcuno tenta di ritrarci come i detentori del “potere”. Questo non solo è ingiusto, ma è anche profondamente offensivo. Siamo noi a essere chiamati ogni volta che il Partito ha bisogno, siamo noi a rispondere presente durante le campagne elettorali, siamo noi a lottare con fatica contro una destra arrogante e incompetente per mantenere vivi i presidi democratici sul territorio. Lo abbiamo sempre fatto con spirito unitario, lavorando per il bene del Partito nella sua interezza, non per una singola parte di esso”. La traduzione è semplice: noi abbiamo i voti, noi mobilitiamo la gente quando voi dovete essere eletti, reclamiamo ascolto e non accettiamo di essere dipinti come quelli che non vogliono far crescere il pd ma ingessarlo.
“Questa narrazione negativa ci ferisce, perché non rispecchia chi siamo. Continuiamo, con il massimo impegno, a lavorare per aggregare quante più persone possibile, chiamando a raccolta tutti coloro che credono nel Partito Democratico e nella leadership di Elly Schlein. Vogliamo ridare respiro e dignità a una provincia che merita molto di più”.
Il passaggio chiave sta verso la fine. Quando Enzo Salera, i sindaci ed i Consiglieri provinciali mettono in chiaro che “Nelle ultime settimane abbiamo fatto sentire la nostra voce, chiedendo con forza di abbandonare pratiche di tesseramento cervellotiche e distanti dalla realtà del nostro territorio. Abbiamo chiesto di favorire, e non ostacolare, l’adesione al PD, nella convinzione che solo un consenso ampio e diffuso possa portare alla nascita di una nuova classe dirigente, capace di guidare il partito con competenza e visione, rompendo con le vecchie logiche delle consorterie precostituite”.
Il punto di caduta
“Non accettiamo etichette infondate e denigratorie su di noi, né tantomeno sui militanti che hanno scelto di iscriversi al PD. Siamo e continueremo a essere al servizio della nostra comunità, pronti a dare il nostro contributo per la crescita del Partito e aperti al confronto su temi, iniziative e programmi, sempre nell’interesse collettivo”.
Qual è il punto di caduta? Enzo Salera ed i sindaci chiedono di non bloccare il Congresso Provinciale con una discussione infinita. Chiedono di non bloccare il tesseramento ma anzi di allargarlo alle energie che proprio Elly Schlein ha saputo stimolare. Soprattutto i non far passare il principio secondo il quale chi fa le tessere è un delinquente politico. Chiedono di votare e dare subito una nuova governance al Pd provinciale.