Giuseppe Patrizi torna in politica come Vice Segretario Provinciale di Noi Moderati. Esperienza e passione. Assolto da accuse rivelatesi ingiuste, riabilita la sua figura. Mantenendo un forte legame con il territorio e la comunità.
Con le stigmate del martire, con l’esperienza del vecchio democristiano capace di attraversare il deserto tra la Prima e la Seconda Repubblica. Per nulla stanco di soddisfazioni, Peppe Patrizi torna a bussare alla spalla della politica e scende ancora una volta in campo. L’area di manovra resta sempre al stessa, il cattolicesimo democratico di centrodestra, si è arruolato nelle file di Noi Moderati. Farà il vicesegretario Provinciale.
Non cerca uno scranno: non ne ha bisogno. Non cerca soldi: ha lavorato abbastanza nel mondo dell’industria, dirigendo fabbriche fino a quando ne ha avuto voglia. Quello che vuole Giuseppe Patrizi, ultimo presidente della Provincia di Frosinone (seppure Facente Funzioni) è una riabilitazione. Della quale non ha bisogno pur sentendone la necessità.
La riabilitazione non necessaria

L’inchiesta con l’accusa di avere brigato per sostituire a suo piacimento i dirigenti dell’amministrazione provinciale, dopo anni di indagini e tonnellate di verbali s’è risolta nella peggiore Caporetto che si potesse prospettare. Non brigò, non intascò un centesimo, agì nell’interesse del territorio, ci rimise di tasca sua per avere avuto il coraggio di fare delle scelte.
Per essere chiari: gli Industriali bussarono alla sua porta e gli dissero che avevano già vinto una decina di cause contro la Provincia intentate quando il suo predecessore aveva imposto una serie di regole ambientali rivelatesi senza fondamenta giuridiche. Gli proposero una via d’uscita: ritirare i provvedimenti e loro avrebbero ritirato le cause, senza chiedere alla Provincia i danni che sarebbero spettati alle industrie. Patrizi convocò un tavolo con il Prefetto e trovò una soluzione che contemperava le esigenze di tutti.
Finì sotto processo. Al quale vennero a testimoniare una serie di prefetti, questori, presidenti di associazioni. Dichiarando ciò che i conti bancari ed i tabularti telefonici avevano già detto: Peppe Patrizi non è un maneggione. Finì assolto. Senza formula dubitativa ma con pienezza della convinzione del giudice.
Cosa c’è dietro

Il solo sospetto fu uno sfregio per l’ex presidente. Che una sola ragione di vita ha sempre avuto. Poter girare per gli eventi nelle piazze della Provincia potendo tenere la testa alta.
Il suo ritorno ai ruoli attivi della Politica significa questo. Chi lo conosce sa che, tenerlo lontano dalle piazze, è come chiedere ad un ciociaro di rinunciare a fare una passeggiata sulla spiaggia di Terracina: impossibile. Da Presidente aveva percorso ogni chilometro della Ciociaria, partecipando a inaugurazioni, feste patronali, sagre del tartufo, battesimi, cresime, matrimoni e tagli di nastri di qualsiasi attività, con una dedizione quasi olimpica. Da Presidente Emerito ha ripercorso dieci volte quelle distanze: un modo per dire io ci sono ed ho le mani pulite.
Patrizi è un uomo che ha fatto della presenza sul territorio la sua cifra politica. E infatti, eccolo di nuovo sulla scena politica: dopo una serie di incontri con esponenti dell’area moderata, Patrizi ha ufficializzato la sua adesione a Noi Moderati, assumendo contestualmente l’incarico di Vice Segretario Provinciale.
Un ritorno che sa di casa

A caldo Patrizi ha detto: “La mia decisione nasce dalla consapevolezza di appartenere da sempre all’area politica moderata. Ho scelto Noi Moderati perché riconosco il buon lavoro che il Partito sta portando avanti, sia a livello nazionale che territoriale, e condivido pienamente il progetto di rafforzamento dell’area di centro.”
Falso. La realtà è che ha voluto mettersi alla guida di una macchina che non gli chieda eccessivi sforzi, con un team che non sia più la Ferrari della Forza Italia di cui fu Capogruppo e dirigente provinciale ma una Brabham con cui centrare qualche Pole Position e qualche Giro Più Veloce.
Ne è consapevole il Segretario Provinciale di Noi Moderati, Pietro Pacitti. Lo accoglie con entusiasmo: “L’ingresso di Giuseppe Patrizi rappresenta un valore aggiunto per la nostra squadra. La sua esperienza amministrativa è un tassello importante nel processo di radicamento del Partito”. E Marco Di Stefano, il Coordinatore Regionale del partito, aggiunge: “Una figura di spessore, con esperienza amministrativa e radicamento territoriale. La sua adesione conferma che il progetto politico che stiamo portando avanti nel Lazio sta coinvolgendo donne e uomini di valore“.
Limitategli il contachilometri

Con l’adesione di Patrizi, Noi Moderati non solo guadagna un politico di lungo corso, ma rilancia il suo progetto di radicamento territoriale. Patrizi porta con sé un bagaglio di competenze, relazioni con Sindaci e amministratori e conoscenza del territorio che pochi possono vantare. E soprattutto, porta quella passione per la politica che lo ha sempre contraddistinto: quella che lo faceva essere presente ovunque, da Nord a Sud della Provincia, dal taglio del nastro di una nuova panetteria a Filettino, alla benedizione di una scuola a San Vittore del Lazio. Magari pure nella stessa giornata.
Un uomo così non poteva restare fermo, per troppo tempo. E infatti, non lo è. Un vecchio saggio ateniese una volta ha detto “Politica è dire sempre noi e mai io”. Forse, non a caso Patrizi ha scelto “Noi moderati”.



