Perché Pallone ha riconsegnato la delega a Mastrangeli

L'assessore si dimette in polemica con il sindaco per il ritiro della delibera di giunta su un evento pugilistico. Ed ora è ring vero. Cosa c'è dietro. E come si legge.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Tanto tuonò che piove. Nel tardo pomeriggio di ieri, con una pec inviata all’ufficio protocollo del Comune capoluogo, il consigliere del gruppo FutuRa Francesco Pallone ha rimesso nelle mani del sindaco Riccardo Mastrangeli, la delega allo Sport. La circostanza era nell’aria da tempo, ma l’ ufficialità dell’atto rende la situazione in maggioranza ancora più delicata e potenzialmente esplosiva ed implosiva allo stesso tempo. Perché?

I rapporti politici e personali tra Mastrangeli e l’ex delegato allo Sport erano diventati ormai incompatibili. Specialmente dopo il ritiro della delibera di giunta per un importante evento di pugilato al quale Pallone aveva lavorato tanto e con impegno

Il consigliere del gruppo FutuRa quella decisione della Giunta non l’ha proprio digerita, e ci ha tenuto a farlo sapere, a tutti,  sui social.

Il ring senza gong tra i due

Francesco Pallone (Foto © Massimo Scaccia)

Lo sfogo di Pallone, il sindaco Mastrangeli non solo non lo ha digerito ma gli è andato addirittura di traverso. Si è arrivati quindi alla decisione di ieri di Pallone che è stata accompagnata da queste parole: “La mia scelta dipende dal venir meno del rapporto fiduciario con il primo cittadino”. Quindi un problema personale e politico di Pallone con il sindaco? Assolutamente no. O meglio: non solo. C’è molto di più.

Pallone allarga il fronte e dice che la sua scelta è dipesa anche “dalla mancanza assoluta di collaborazione con la Giunta. Tanti gli episodi che potrei citare, nei quali si è evidenziato un divario incolmabile tra il mio operato e quello dell’attuale amministrazione. Ultimo, in ordine temporale, il ritiro ingiustificato della delibera di Giunta avente ad oggetto un bellissimo evento di boxe”.

Il passaggio chiave è principalmente questo. Non tanto un problema di fiducia con il sindaco ma di relazione con il resto della squadra. Come si spiega?

Prosecco e snack, ma è un “si dice”

Giovanni Bortone

Una vulgata piuttosto accreditata racconta che alcuni assessori e consiglieri di maggioranza (uno in modo particolare), appresa la notizia delle dimissioni di Pallone da delegato allo Sport, abbia ordinato una bottiglia di prosecco e noccioline. Questo al bar Tucci, lo storico locale del centro storico che sta vicino alla sede del Comune.

Erano diversi, infatti, i fedelissimi del sindaco che gli sollecitavano (per usare un termine edulcorato) il ritiro della delega a Pallone. Così come era stato fatto per i consiglieri “malpancisti” Anselmo Pizzutelli e Giovanni Bortone. Peeché ne chiedevano la revoca dei galloni? Se uno critica sempre la propria maggioranza e il sindaco, non può gestire una delega: questa la sintesi degli “oltranzisti”.

La dichiarazione di Pallone agli organismi dell’informazione evidenzia però una ulteriore circostanza. Che non può passare inosservata, per i contenuti e gli scenari politici futuri. Secondo Pallone, troppo spesso, dietro alle decisioni amministrative sembra ci fossero motivazioni di carattere personale e non politico. Non proprio ‘na cosetta. Che a meditare bene impone di abbassare l’asticella sul livello del dibattito nel Capoluogo di provincia: roba da Circoscrizione, al massimo da municipalità di fascia under 3mila abitanti, certamente non una cosa che voli sul livello che si richiede ad un Capoluogo.

Appoggio esterno bis?

Teresa Petricca

La decisione dell’ex titolare dello Sport potrebbe avere ora effetti implosivi nella maggioranza, già di per se stessa piuttosto effervescente. Le grida di sindaco assessori e presidente d’aula, durante la seduta di Giunta di lunedì scorso, riecheggiano ancora nelle stanze di Palazzo Munari. (Leggi qui: In Giunta a Frosinone scoppia il finimondo “natalizio”, ma c’è altro).

Bisogna vedere se gli altri consiglieri del gruppo FutuRa, Martino e Petricca, dopo il gesto di Pallone, si sentono ancora organici e funzionali alla maggioranza e al sindaco. Difficile pensarlo.

Oppure se si collocheranno al di fuori del perimetro dì Mastrangeli e i suoi. E voteranno di volta in volta secondo coscienza. O se anche loro, come gli altri 5 malpancisti che già da mesi si sono ufficializzati, dichiareranno l’appoggio esterno.

In quel caso i numeri in aula, almeno  sulla carta, sarebbero totalmente rivoluzionati, rispetto al risultato delle elezioni del 2022. La maggioranza potrebbe andare sotto nella votazione di ogni delibera. Accadrebbe se sia l’opposizione (10 consiglieri) sia i malpancisti (5 consiglieri) ed il gruppo FutuRa (3 consiglieri) per un totale di 18 Consiglieri dovessero votare sempre in maniera unitaria e compatta.

Nessun pericolo per Riccardo

Nella realtà non è così. Mastrangeli non corre, per il momento, nessun pericolo. L’opposizione naturalmente non coglierà questa opportunità, del tutto inaspettata, e non voterà mai in maniera compatta “contro” il sindaco e la maggioranza. Perché?

È presto detto. Mastrangeli specialmente su grandi temi di particolare interesse per la città, ad esempio sulla TAV, potrà contare sempre sui voti del gruppo dell’ex sindaco Domenico Marzi e di quello del consigliere di opposizione (della lista dell’altro ex sindaco, Michele Marini) i Andrea Turriziani.

Dal punto di vista numerico, di fatto, non ci saranno sconvolgimenti in Consiglio comunale. Mentre dal punto di vista politico il centrodestra cittadino, in poco più di 2 anni, è stato letteralmente terremotato.

Nel 2027 sarà tutta un’altra partita.