Performance delle aziende ospedaliere: quella della Asl di Frosinone è bassa

Lo stabilisce il report Agenas 2023, ma le notizie che arrivano dalle sale operatorie frusinati sono molto diverse

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

In Calabria l’ambulanza arriva in media entro mezzora mentre a Genova basta la metà del tempo. Perché? E cosa c’è dietro quei minuti che talvolta possono fare la differenza tra la vita e la morte? Una risposta prova a fornirla Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, lo fa attraverso una pagella con cui calcolare dove la popolazione è assistita meglio e dove c’è da intervenire.

Per elaborare quella classifica tiene conto di 34 indicatori classificati in 6 aree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica-patrimoniale, outcome) e 12 sub-aree che tengono conto della situazione nelle 110 Asl italiane e nelle 51 aziende ospedaliere. Per le aziende ospedaliere, gli indicatori presi in considerazione sono 27, classificati in 4 aree (accessibilità, gestione dei processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, investimenti) e 10 sub-aree.

Una trentina di Asl supera l’esame, 53 stanno nel mezzo, 27 hanno molto da lavorare.

E Frosinone dove si trova?

Quanti e quali indicatori

Foto © Kaboompics / Pexels

I dati sono stati diffusi nella sala auditorium del Forum risk management di Arezzo. I dati tengono conto della situazione al 31 dicembre 2023.

Le aziende sanitarie territoriali sono state suddivise in cluster in considerazione del numero di cittadini presi in carico. In un gruppo sono state messe quelle con meno di 250.000 abitanti; in un altro ci sono quelle che hanno competenza su una popolazione tra i 250.000 e i 400.000 abitanti; nel terzo cluster ci sono quelle con una popolazione tra i 400.000 e i 700.000 abitanti. Poi c’è l’ultimo cluster, nel quale sono catalogate le Asl con popolazioni superiori a 700.000 abitanti.

Le cinque Aziende al top

La mappa che deriva dai risultati segna con tre colori i tre diversi livelli di performance. Le strutture con una qualità alta vengono segnate in verde, quelle in una situazione intermedia vengono indicate in giallo sulla mappa, quelle che devono lavorare per recuperare sono evidenziate in rosso.

Le 5 Aziende che raggiungono un livello maggiore di performance sono l’Azienda ULSS N.8 Berica; l’ATS di Bergamo; l’Azienda ULSS N.6 Euganea; l’Azienda ULSS N.1 Dolomiti e l’Azienda USL Bologna.

La performance della Asl di Frosinone

Come si colloca la Asl di Frosinone secondo i parametri di Agenas? L’agenzia classifica il risultato complessivo di tutti gli indicatori con una performance di colore rosso: Bassa. Vediamo come si arriva a questo giudizio ed esaminiamo lo scorporato.

Area della Prevenzione

In questa area si tiene conto delle visite di prevenzione fatte dalle Asl. Cioè delle visite fatte a persone che apparentemente stanno bene e non hanno sviluppato sintomi di malattie. Ma ci sono valori che possono essere individuati sono attraverso visite ed analisi, appunto quelle di prevenzione. Ogni anno c’è la campagna di richiamo per le donne oltre i 50 per effettuare la mammografia: moltissime scoprono così di avere un cancro al seno ai primissimi stadi. E vengono salvate. Altrettanto vale per i tumori al colon, scoperti attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci: si può vedere in laboratorio proprio perchè è sangue nascosto.

La valutazione degli indicatori Agenas tiene conto degli screening su Mammella, Cervice, Colon eseguiti sulla popolazione target. Il dato evidenzia come le Asl delle regioni del Nord-est registrano un livello alto/molto di screening eseguiti rispetto alle Asl delle regioni del Centro e del Sud che presentano mediamente valori bassi. Tanto per fare un esempio: l’Asl di Trento effettua il test sul 76% delle donne a rischio cancro della mammella, mentre a Reggio Calabria si presenta alla visita l’1,4%. Stesso ragionamento per il tumore al colon: i migliori risultati si hanno in Veneto nella Asl Berica (65%) e nella Asl della Marca Trevigiana (63%). Ma a Cosenza non si arriva all’1%.

La performance della ASL Frosinone è gialla: sta nella media.

Area Assistenza distrettuale
Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica

Qui si tiene conto di altri indicatori. Come la dotazione dei servizi territoriali; le cure primarie; le presa in carico del territorio. le ospedalizzazioni evitabili ed il consumo di prestazioni di specialistica ambulatoriale.

Spiegandola meglio: si tiene conto del tipo di cure primarie effettuate. Cosa sono? Il sistema delle cure primarie comprende i servizi e le prestazioni riferibili alla medicina generale (medici di famiglia e pediatri), alla continuità assistenziale (Guardia medica), alla specialistica ambulatoriale, ai Consultori familiari, ai Centri di Prenotazione per visite ed analisi, alla medicina riabilitativa territoriale ed alla assistenza protesica.

La situazione risulta essere molto omogenea a livello nazionale con la maggioranza delle Asl che risulta avere un livello di performance medio. Tanto per fare un paragone: nella Asl di Bologna ogni medico di Medicina Generale ha una media di 1.470 pazienti: a mano a mano che si scende i qualità si rileva che i medici hanno più pazienti da assistere e si arriva alla Asl di Oristano dove ogni medico ha una media di 1.781 pazienti.

Sul fronte delle Guardie Mediche: nella Asl di Frosinone ciascun medico di guardia ha 112 contatti mentre nella Asl di Ascoli Piceno si arriva a 7.300 contatti per medico di guardia.

Anche in questo caso la performance della ASL Frosinone è colorata di giallo e sta nella media.

Giudizio da medio a basso

Area Assistenza ospedaliera
Foto: Vince Paolo Gerace © Imagoeconomica

Qui si tiene conto di degenza media nei reparti di Medicina Interna e Geriatria; l’indice di fuga per prestazioni di media e bassa complessità; il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di colecistectomia, protesi all’anca, ginocchio e spalla.

La valutazione degli indicatori evidenzia un comportano variegato. Con il raggiungimento di alti livelli di performance sia al Nord che al Sud.

La Asl di Frosinone paga la sua cronica carenza di specialisti: i medici non ci sono e spesso non vogliono venire in Ciociaria. Perché è scomoda da raggiungere: i treni impiegano una vita per arrivare da Roma e tornare nella Capitale. Oltre i cento chilometri, nemmeno a pensare che un medico si trasferisca in provincia di Frosinone: non ne ha motivo, trova facilmente un ambulatorio molto più vicino a casa.

Questo comporta una mobilità alta: cioè andiamo fuori Asl per dei servizi basilari. Le politiche di questi ultimi anni a Frosinone hanno contenuto il fenomeno. In che modo? Investendo in specialità che attirano i pazienti da altre Asl dove c’è una lista d’attesa molto lunga. Nonostante questo la performance della ASL di Frosinone è classificata come bassa.

Area Sostenibilità economico-patrimoniale
Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica

Qui si tiene conto dei costi pro-capite e l’indice di tempestività dei pagamenti. I migliori risultati sono nelle Asl del Centro- Nord: registrano livelli maggiori rispetto a quelle del Sud.

In media ogni paziente costa 2.100 euro. Poi il dati varia da Regione a regione: ad esempio a Bolzano il costo è di circa 3.000 euro, mentre a Napoli Nord è di 1.700 euro. Agenas però non si limita ad un conto basato solo sui soldi ma tiene conto del livello di assistenza fornito, pesando il costo in relazione al livello dei servizi e dell’assistenza offerta.

La performance della ASL Frosinone, sulla base dei criteri Agenas è bassa.

Tecnologia e indicatori

 Area Investimenti

La valutazione degli indicatori (capacità di rinnovamento tecnologico e lo stato del patrimonio) riporta come pressoché tutte le asl registrano bassi livelli di performance con pochissime eccezioni. Su questa area la performance della ASL di Frosinone per Agenas è bassa.

Area Outcome (Esiti)

 La valutazione degli indicatori (mortalità prevenibile e trattabile) osserva come i tassi di mortalità siano molto più bassi al Centro – Nord con l’eccezione delle Asl della Regione Lazio rispetto al Sud. Ma di cosa parliamo?

La mortalità evitabile si calcola tenendo conto di due voci: le cause prevenibili cioè la mortalità correlata al fumo, agli alcolici ed agli stili di vita sbagliati. Ma anche la morte come conseguenza di incidenti e di suicidi, oppure di mancate vaccinazioni. L’altra voce sono le cause trattabili cioè i morti per via delle poche diagnosi precoci e qualità delle cure).

Nell’Asl di Napoli Centro c’è un tasso di mortalità evitabile pari a 29,1/10mila abitanti che è doppio rispetto a quello registrato nella Asl Pesaro-Urbino (4,6 / 10mila abitanti).

La performance della ASL Frosinone è bassa.

Doppio volto di una realtà complessa

Sala Operatoria Foto © Vidal Balielo Jr. / Pexels

Se i numeri Agenas non sono dei più confortanti, le notizie che arrivano dalla sala operatoria sono diverse. In Cardiologia l’altro giorno hanno impiantato il primo PaceMaker senza fili: si chiama Averi I ed è un dispositivo dotato di una batteria che può durare anche 20 anni. Ad eseguire con successo questo l’intervento è stata l’equipe del dottor Luca Iannucci.

Nessun catetere, nessuna tasca e grazie alle sue dimensioni ridotte. Circa 10 volte più piccolo di un pacemaker standard, il dispositivo può essere inserito direttamente all’interno del ventricolo destro del cuore.

“Questo pacemaker rappresenta una delle più avanzate ed innovative soluzioni tecnologiche nell’ambito dell’ elettrostimolazione cardiaca. Il pacemaker leadless – spiega il Dottor Iannucci – introdotto in maniera miniinvasiva attraverso la vena femorale, si avvita direttamente nel cuore. E non necessita di elettrocateteri a differenza dei pacemaker convenzionali. Inoltre è un sistema che è stato progettato per essere rimosso in caso di necessità o oppure quando la batteria si esaurirà.”