Pini e Aula: Maliziola riporta la politica sulle procedure

L'ex sindaco Manuela Maliziola ha presentato un'interrogazione sul taglio dei pini a Ceccano. L'importanza del metodo e della trasparenza nelle decisioni amministrative. Chiede chiarezza sulle procedure e i motivi delle scelte. Mentre la minoranza si prepara a combattere sul tema.

L’ex sindaco Manuela  Maliziola protocolla un’interrogazione urgente sul taglio dei pini in Villa comunale a Ceccano e chiede l’approdo immediato in Consiglio. Non è botanica: è metodo. Vuole sapere perché si sarebbe proceduto a quei tagli senza passare per le Commissioni, senza una Conferenza dei capigruppo, senza informare l’Aula.

La scena che fa rumore è una: mentre si riuniva la commissione congiunta Urbanistica–Territorio, da lei richiesta anche per il tema della vegetazione, in Villa cadevano i pini. Per Maliziola il delegato all’Ambiente, Colombo Massa, era presente e non ha menzionato l’azione. È grave: può significare non avere davvero in mano la situazione.

Le carte

La richiesta è puntuale: si chiedono sicurezza preventiva e le ragioni della mancata interdizione dell’area, mancata informazione a cittadini e associazioni prima dell’intervento, l’elenco delle soluzioni conservative eventualmente tentate, la pubblicazione integrale delle perizie e di una perizia di confronto sul modello “Quercia Gaia”, la quantificazione del legname e sua destinazione, un piano di reimpianto coerente con la storia della Villa (specie, tempi, manutenzione). (Leggi qui: 24 ottobre: motoseghe all’alba, memoria lunga).

Traduzione politica: qui conta il come. E con questo impianto Maliziola fa ciò che spesso manca: obbliga il Palazzo a stare sulle carte, sposta il dibattito dal rumore alle procedure, alza l’asticella del metodo e mette in fuorigioco le scappatoie narrative. È fioretto, non clava: disciplina, lessico asciutto, memoria lunga. Così il caso torna al centro del campo amministrativo e non per un post, ma per gli atti.

Il precedente

Emanuela Maliziola (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

Manuela Maliziola, sindaco 2012–2015, è un capitolo che a Ceccano si legge ancora sottolineato. I Partiti della sua allora maggioranza raccontano così la caduta: un rimpasto deciso senza avvisare i Consiglieri e le stesse liste e Partiti che la sostenevano. Regola base della politica di provincia (e non solo): non sono gli assessori a reggere un sindaco, è il Consiglio comunale. E se non avvisi il tuo Consiglio — quello che ti regge davvero — ecco che succede: il palazzo vibra, la maggioranza si sfila, la poltrona diventa il punto meno stabile della città.

Ruspandini e Del Brocco da giovani

Lei, però, rovescia la narrazione: non fu leggerezza ma un sistema di potere che la volle fuori perché “voleva cambiare davvero” e non le fu consentito. Da lì la città scivolò al centrodestra. Resta però un fotogramma che molti tengono nel portafogli della memoria: il ballottaggio con un giovane Massimo Ruspandini ancora ben lontano dal diventare leader provinciale di Partito e poi parlamentare; un ballottaggio nel quale era partita da sfavorita e chiuse in rimonta.

Oggi rientra con passo corto e fioretto: opposizione dura, linguaggio secco, carte sul tavolo. La trasparenza promessa in campagna? Dice che quando conta si vede poco. E intanto prova a infilzare la maggioranza dove fa più male: nel metodo.

Test di credibilità

In Aula l’opposizione non è una, sono tre. Fratelli d’Italia presidia il ruolo ufficiale. Fabio Giovannone rivendica la destra alternativa. Manuela Maliziola sceglie l’affondo. Sullo sfondo Paolo  Aversa, accreditato  come molto vicino  alla maggioranza, più dialogo che barricate. Il segnale corre sui banchi: il dossier Villa & pini è test di credibilità.

Si affilano le spade. Tutta la minoranza si prepara a combattere sul terreno del metodo. Non è escluso che, su un tema identitario e molto sentito, Fratelli d’Italia e Maliziola finiscano per marciare affiancate.

Da Palazzo Antonelli filtra la linea: atto dovuto per la sicurezza, nessun parallelo con la Quercia, reimpianti in arrivo. La partita vera è altrove: atti completi, perizie leggibili, cronologia chiara, piano botanico motivato. Per Massa altre giornate sotto pressione, con malumori che rimbalzano anche dall’interno su tempi, atti e comunicazione.

Ora tocca alla maggioranza. Perizie pubbliche, passo per passo delle decisioni, perché l’area non sia stata interdetta, quanta legna e dove va, reimpianto con specie, tempi e manutenzione. E una scelta politica netta: fare muro a protezione del delegato Colombo Massa oppure alzare l’asticella del metodo e lasciare che parlino le carte. A Ceccano, più del tronco tagliato, oggi fa rumore il come. In Aula si sentirà tutto.