A Latina il maltempo ha colto di sorpresa la città confermando la scarsa lungimiranza della classe dirigente nella gestione. In questo caso di fenomeni atmosferici previsti. Sui quali la competenza non è solo del Comune ma anche di Bonifica, agricoltori e titolari delle strade
Se piove, Latina è città dove tutto giunge a sorpresa. Il Natale qui viene che nessuno se lo aspetta: il 25 dicembre. Verso marzo senza avvertire viene la primavera. Poi l’ estate e “ritorna” il mare. Dopo ferragosto arrivano senza prenotare i temporali estivi. Tutto avviene all’ improvviso tanto che ogni caso ci trova impreparati. Dovremmo essere capaci di fermare il tempo per non essere sorpresi.
Una classe dirigente non è fatta di Sibille cumane ma di conoscitori delle cose del mondo sì. Latina non sta in collina, Latina sta in una palude provvisoriamente asciutta ma destinata all’acqua da cui viene. L’errore sta nel logo che recita “già palude” dimenticando che, per natura, lo sarà per sempre. In mezzo dobbiamo calibrare le forze per rendere l’irreversibile rimandabile.
Serve prevenzione
Ogni giugno ci dovrebbe essere una grande convenzione dell’acqua in cui i Comuni (Latina per prima), il Consorzio di Bonifica, Acqualatina, gli agricoltori con la Coldiretti, i gestori del Consorzio industriale, i gestori dei porti, il parco nazionale, i gestori delle strade fanno il piano acqua per settembre. Si preparano al temporale di fine estate e alla piena di novembre per tacere del freddo di dicembre
Invece? Pensiamo che il secco di giugno sia uguale a novembre, l’ afa di luglio persiste a dicembre
Vedete cosa è una classe dirigente? Saper pensare il tempo davanti, non ricorrere quello passato con affanno. Ora che fa ancora caldo pensiamo al prossimo freddo.
Latina non ha un buon orologio. E sia chiaro: non è questione solo di Comune, l’elenco dei competenti è lungo e quello degli interessati ancora di più. Da Bonifiche a Coltivatori passando per i vari titolari delle strade. Pensare a domani, rammentarsi che è palude e non lo era già servirebbe a governare il possibile e a non seguire i guai inevitabili. A novembre pioverà, pensateci ora.