Più differenziata ma meno rifiuti: ecco perché non è buono

La provincia di Frosinone produce meno di 400 chili di rifiuti pro capite annui, secondo il rapporto Ispra 2024. In calo rispetto al 2022, la raccolta differenziata nella provincia è aumentata, superando il 63%, contribuendo al miglioramento della situazione ambientale del Lazio.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Produciamo meno rifiuti e facciamo più raccolta differenziata: la provincia di Frosinone è tra quelle che in Italia genera meno immondizie: meno di 400 chili all’anno per ogni abitante. Lo dicono i numeri dell’Ispra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Le 342 pagine dell’annuale Rapporto Rifiuti Urbani edizione 2024 sono state presentati presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

CHE COSA DICE IL RAPPORTO

La provincia di Frosinone è nel segmento che produce meno rifiuti: le altre sono tutte aree del Sud. Non è un bel segnale: la produzione di scarti indica che ci sono consumi, si fa la spesa, si comprano cose; quando rallenta la produzione di rifiuti significa che sta rallentando l’economia di un intero territorio.

Foto © AG IchnusaPapers

All’interno del gruppo che sviluppa meno di 400 chili di immondizia per abitante la provincia di Frosinone è al 6° posto con 373,9 Kg. Solo altre 5 province ne producono meno: all’ultimo gradino c’è Potenza con 340,2 Kg. La Ciociaria è scesa di circa 2mila tonnellate attestandosi a 173.880 tonnellate all’anno nel 2022 contro le 175.746 del 2022; in percentuale è poco più dell’1%.

Più marcato il calo nella provincia di Latina che nello stesso periodo è scesa del 2,3% con circa 6.500 tonnellate in meno. Nel suo insieme il Lazio segna un leggero incremento nella produzione dei rifiuti.

LA RACCOLTA NEL LAZIO

Il rapporto nel Lazio evidenzia questa situazione

ProvinciaPopolazione TotaleProduzione rifiuti 2022Produzione rifiuti 2023Differenziata 2022Differenziata
2023
% 2022% 2023
Viterbo308.187127.258126.23582.35883.98464,7%66,5%
Rieti150.32059.25660.26334.22334.96957,8%58,0%
Roma4.230.2922.219.4742.232.9881.160.6561.184.14752,3%53,0%
Latina566.485278.035271.582170.823173.63461,4%63,9%
Frosinone464.988175.746173.880109.915110.93462,5%63,8%
LAZIO5.720.2722.859.7692.864.9491.557.9761.587.66754,5%55,4%

La Provincia di Frosinone è in compagnia di altre 11 province che stanno sotto le 400 tonnellate di produzione pro. Si tratta di Vibo Valentia, Campobasso, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Reggio Calabria, Benevento, Avellino, Isernia, Enna e Potenza.

Nel Lazio la differenziata non va oltre il 55% mentre in Ciociaria si registra la seconda migliore performance dopo Viterbo, per la percentuale di raccolta differenziata. È in aumento di più di un punto rispetto al 2022.

 RACCOLTA DIFFERENZIATA IN CITTA’

Lo scenario economico dello scorso anno ha registrato un Prodotto Interno Lordo in aumento dello 0,7%: la produzione nazionale di rifiuti urbani è salita della stessa percentuale dopo che nei due anni precedenti c’era stato un calo.

Complessivamente in aumento la raccolta differenziata nazionale che si attesta al 66,6%, con percentuali del 73,4% al Nord, del 62,3% al Centro e del 58,9% al Sud. 

È la città di Bologna a far registrare una crescita della percentuale di raccolta differenziata di quasi 10 punti, passando dal 63,2% del 2022 al 72,9% del 2023. Ed è la prima città con popolazione superiore ai 200.000 abitanti a superare l’obiettivo del 65% di raccolta attestandosi non solo oltre la percentuale media nazionale, ma ben al di sopra del 70%. 

Nel complesso, quasi il 71% dei comuni italiani ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. Nell’ultimo anno, l’88,3% dei comuni intercetta oltre la metà dei propri rifiuti urbani in modo differenziato. Superano il 55% o si avvicinano a tale percentuale Torino, Firenze, Messina e Verona i cui tassi si attestano, rispettivamente, al 57,1%, 55,6%, 55,4% e 53,4%. Segue Roma, in leggera crescita rispetto al 2022, si colloca al 46,6%, Genova si attesta al 46,1% (+3% rispetto al 2022) mentre Bari e Napoli superano il 40%, rispettivamente con il 43,2% e il 41,9%. 

Per quanto riguarda le città della Sicilia, Catania passa dal 22% al 34,7%, facendo rilevare una crescita di quasi 13 punti percentuali (+26,5% in termini di aumento dei quantitativi intercettati). E Palermo si attesta al 16,9% con un leggero incremento rispetto al 15,2% del 2022. 

LA DIFFERENZIATA NELLE REGIONI 

Foto Silvere Gerard © Imagoeconomica

C’è un dato a dimostrare che le regioni del Mezzogiorno sono quelle che hanno mostrato negli ultimi anni la crescita maggiore della raccolta differenziata. Analizzando gli andamenti delle percentuali di raccolta nel periodo 2019-2023, lo scostamento tra Nord e Sud si è ridotto di 4,5 punti e tra Centro e Sud di 3,8. 

Le percentuali più alte si registrano in Veneto (77,7%) e in Emilia-Romagna (77,1%). Seguono Sardegna (76,3%), Trentino-Alto Adige (75,3%), Lombardia (73,9%) e Friuli-Venezia Giulia (72,5%). 

Il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna sono quelle che fanno registrare la maggiore progressione della percentuale di raccolta, con incremento rispettivamente pari a 5 e 3,1 punto rispetto ai valori del 2022. 

Superano l’obiettivo del 65% anche Marche (72,1%), Valle d’Aosta (69,4%), Umbria (68,3%), Piemonte (67,9%), e Toscana (66,6%); prossime all’obiettivo la Basilicata (64,9%) e l’Abruzzo (64,6%).

LA DIFFERENZIATA IN PROVINCIA

 A livello provinciale tutte le province/città metropolitane raggiungono percentuali di raccolta differenziata superiore al 30%. 

I livelli più elevati di raccolta differenziata si confermano per Treviso che nel 2023 raggiunge l’89,1%, seguita da Mantova (87%), Belluno (85,8%) e Pordenone (85,4%). Superiori o prossimi all’80% sono anche i tassi delle province di Reggio Emilia (83,3%), Forlì-Cesena (81,7%), Oristano (81,3%), Trento (81,2%), Bergamo (80,5%), Novara (80,4%). E poi Monza e Brianza (79,9%) e Parma (79,7%).

La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 50,8%, in crescita rispetto alla percentuale del precedente anno (49,2%). È un dato al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020. Al 2030 l’obiettivo è ben più ambizioso e pari al 65%. 

Gli impianti di gestione urbani operativi nel 2023 sono 656. Oltre la metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata. Ma non tutte le regioni ancora dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti. Il recupero di questa frazione viene effettuato, in maniera prevalente, negli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico: passano da 51 a 61 con il 56,8% dei quantitativi trattati, seguito dagli impianti di compostaggio (36,9%). La restante quota del 6,3% è gestita negli impianti di digestione anaerobica.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com).