Prevenzione e potere: quando anche il nastro rosa divide la politica di Ceccano

Ottobre è rosa (ma anche rovente): la Bianchini parla di prevenzione e lancia un messaggio politico. Maura reclama i meriti dei lavori

Ottobre è il mese della prevenzione, della cura e della consapevolezza.
Un mese in cui l’Italia si illumina di rosa per ricordare che la battaglia contro il tumore al seno – e più in generale contro tutte le patologie femminili – non si combatte solo negli ospedali, ma anche nella cultura del controllo e della diagnosi precoce. È il mese in cui il colore diventa messaggio: un invito a fermarsi, a prendersi cura di sé, a non rinviare.

A Ceccano, anche quest’anno, il Castello dei Conti si è tinto di rosa. Un gesto simbolico ma che porta con sé un significato profondo: la salute delle donne è un bene pubblico, non un tema di nicchia. Eppure, come spesso accade in politica, anche dietro il nastro rosa si intravedono le ombre dei distinguo, dei silenzi e delle frecciate.

Bianchini: “Serve una delega alle Pari Opportunità”

Ginevra Bianchini

A riportare il tema nel dibattito istituzionale è Ginevra Bianchini, capogruppo di Fratelli d’Italia. Durante la riunione congiunta della Commissione delle Elette e della Quinta Commissione, ha espresso apprezzamento per le tante iniziative dedicate all’Ottobre Rosa, promosse da associazioni e realtà locali. Ma non si è fermata lì.

«Temi così importanti meritano la stessa attenzione che si riserva ai Lavori Pubblici o alla Pubblica Istruzione» – ha detto la Bianchini – chiedendo all’amministrazione Querqui di assegnare finalmente la delega alle Pari Opportunità, oggi ancora vacante. Un invito che suona anche come una sollecitazione politica, perché dare un volto a questa delega significa dare una direzione chiara a un tema che tocca la vita concreta delle persone.

Nel suo intervento, la Consigliera ha ricordato anche il lavoro svolto in passato dall’ex delegata Mariella Bruni, che aveva seguito da vicino le campagne di prevenzione e sensibilizzazione.

La dimenticanza non casuale

Federica Aceto


 Ma un dettaglio non è sfuggito: la Bianchini non cita Federica Aceto, da sempre impegnata sul fronte della prevenzione. Un’assenza che sembra segnare, ancora una volta, il distanziamento politico e personale tra le due esponenti dello stesso Partito.

Ora, però, la domanda è un’altra: chi risponderà all’accusa della Bianchini?
Sarà l’assessora Mariangela De Santis, la presidente della Commissione delle Elette Federica Maura, o magari entrambe? E soprattutto: decideranno di rispondere, o scegliendo il silenzio ammetteranno implicitamente che un errore c’è stato?

Perché – come ha sottolineato la stessa Bianchini – si tratta di una delega che non poteva essere dimenticata, un segnale di attenzione e responsabilità che la città attende da chi oggi rappresenta le istituzioni.

Prevenzione e politica: il valore di un impegno costante

La Bianchini lo sa bene: parlare di prevenzione non è mai neutrale. Significa parlare di educazione, di accesso alla salute, di uguaglianza sociale. Perché dietro una mammografia o un controllo gratuito, c’è l’idea di una comunità che non lascia indietro nessuno.

Il messaggio è chiaro: la prevenzione non può essere solo un tema “stagionale” da ricordare a ottobre ma un impegno strutturale, un dovere civico che coinvolge scuole, medici, istituzioni e cittadini. Ecco perché la consigliera di Fratelli d’Italia insiste sul dare una forma politica chiara a questo impegno: “Le Pari Opportunità – ha detto – devono avere una guida riconoscibile, come ogni settore strategico dell’amministrazione”.

Dietro la frase, si intravede un pensiero più profondo: se la salute è un diritto, la prevenzione è un dovere collettivo.

Maura: “I lavori non nascono oggi”

Daniele Maura (Foto © Stefano Strani)

A cambiare registro – ma non il tono – ci pensa Daniele Maura, consigliere regionale, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio e membro della Commissione Lavori Pubblici. Rivendica i meriti dei cantieri di via Morolense e via per Frosinone, ricordando che “sono il frutto di una programmazione che parte da lontano”.

«Sono interventi che conosco bene – spiega – perché li ho seguiti passo dopo passo. Questi risultati non nascono all’improvviso, ma da anni di interlocuzioni con la Regione e da un lavoro di progettazione costante».

Parole che arrivano dopo i ringraziamenti del sindaco Andrea Querqui all’Astral, la società che si occupa della manutenzione delle strade regionali. Ma parole che suonano come una rivendicazione politica precisa: i meriti vanno a chi ha costruito, non solo a chi inaugura. E nel linguaggio raffinato di Maura, quella che sembra una dichiarazione di continuità è in realtà una stoccata elegante: “Ceccano non ha bisogno di propaganda ma di amministratori che abbiano a cuore il futuro della città”.

La frecciata: “Attenti ai millimetri”

Palazzo Antonelli

Una frase che, per chi conosce bene le dinamiche ceccanesi, ha un destinatario preciso. Perché negli ultimi giorni, tra cantieri e segnaletiche nuove di zecca, c’è chi – nell’amministrazione attuale – sembra controllare ogni millimetro di asfalto come fosse una tavola del mosaico di San Pietro. Un eccesso di zelo che ha il suo lato comico: in città si ironizza sul fatto che l’assessore ai lavori pubblici potrebbe chiedere la carta d’identità anche ai birilli del cantiere.

E forse è proprio a lui che Maura lancia il messaggio più pungente: “Attenti a non confondere la vigilanza con l’appropriazione dei meriti. Le opere vanno seguite, non intestate”.

La scena ceccanese, dunque, è questa:  da una parte Bianchini, che spinge sul valore civile della prevenzione e delle pari opportunità. Dall’altra Maura, che difende la memoria amministrativa del vecchio centrodestra e rivendica i risultati costruiti nel tempo. Due linguaggi diversi, ma entrambi dentro la stessa cornice: quella di un partito che a Ceccano vuole tornare protagonista.

L’Ottobre Rosa della Politica

In un mese dedicato alla prevenzione, Ceccano mostra che la cura più difficile non è quella del corpo, ma quella della politica stessa.  Perché tra un cantiere e un convegno, tra un post social e un cartello stradale, il rischio è sempre lo stesso: dimenticare che la prevenzione è l’unica vera rivoluzione possibile, quella che salva vite ogni giorno, senza proclami e senza bandiere.

E forse, tra il rosa delle luci e il grigio dei palazzi, vale la pena ricordare che la prevenzione non si esaurisce in un mese o in una campagna ma è un cammino continuo fatto di consapevolezza, educazione e cura di sé.

Un gesto che inizia con un controllo ma che parla di rispetto per la vita, per le famiglie, per la comunità. Perché la prevenzione non è solo medicina: è cultura, è responsabilità condivisa, è amore per il proprio futuro.