Prima il rimpasto, poi il doppio terremoto

Le frizioni dopo il rimpasto in Campidoglio. Gualtieri scende in campo ed esonera Mancini: "Scelte mie, fuori dalle correnti”. Ma Avs disconosce Smeriglio e vuole un confronto: "Non in Giunta nel nostro nome”. Terremoto Mattia: lascia la componente, puntava al posto di De Angelis. Il che conferma...

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il rimpasto in Campidoglio innesca un doppio terremoto: dentro al Partito Democratico e dentro il campo Progressista. Le scosse arrivano fino in Regione Lazio. Determinano la clamorosa fuoriuscita di Eleonora Mattia dalla componente Rete Democratica di Claudio Mancini che è dietro alla rotazione di deleghe ed incarichi innescata dal sindaco Roberto Gualtieri.

Se quel rimpasto lampo puntava ad allargare il campo forse l’operazione non ha centrato del tutto il bersaglio: Alleanza Verdi Sinistra sconfessa qualle chiave di lettura, disconosce il neo assessore Massimiliano Smeriglio, esclude che sia entrato nella squadra di governo del sindaco in nome e per conto del Partito.

Per ora restano confermate nel fine settimana la Direzione e l’Assemblea, convocate dal Segretario Enzo Foschi. Ma non è certo che si riuniscano.

Non concordato con noi

Filiberto Zaratti (Foto: Francesco Benvenuti © Imagoeconomica)

Tutto nasce dal rimpasto a sorpresa con il quale lunedì sera il sindaco Il sindaco di Roma ha nominato assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio. Spostato l’assessore Andrea Catarci dal Personale per andare a dirigere il nuovo Ufficio di scopo sul Giubileo. Al Personale andrà Giulio Bugarini, attuale capo della Segreteria. Dove ritorna Albino Ruberti.

Ma già l’indomani, martedì mattina, c’era più di qualche muso lungo. Enzo Foschi non era stato informato: ignorare lui significa snobbare Nicola Zingaretti. Nelle file di AreaDem si sono visti togliere più di qualche cosa: comprensibile dal momento che tre suoi Consiglieri si sono riposizionati; ma nessuno è stato avvertito della manovra ed il preavviso si dà pure alla serva.

I malumori non sono solo interni. Sono anche esterni al Partito Democratico. «Il rimpasto di giunta non è stato concordato nemmeno con noi, il alcun modo. La lettura in base alla quale Smneriglio sarebbe un rappresentante dell’Alleanza Verdi Sinistra è sbagliata perché non è un dirigente di Avs»: testo e musica di Filiberto Zaratti, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e coordinatore regionale di Europa Verde. Lo detta all’Agenzia Dire.

Siamo fuori dalla Giunta

Massimiliano Smeriglio (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Come può Zaratti dire che Smeriglio non è cosa loro? È stato o non è stato candidato nelle liste di Avs? «Si ma lo è stato come indipendente. È esponente di Sinistra Civica Ecologista ma non può rappresentare Avs».

L’impressione è che la mossa lampo studiata da Claudio Mancini sia stata talmente rapida da spiazzare il suo stesso campo. Il rischio è che da operazione di Campo si riduca ad operazione di Area interna al Pd. Anche in questo caso il problema di metodo rischia di tracimare su un problema di merito. Zaratti respinge la narrazione che vorrebbe l’ingresso in giunta di Massimiliano Smeriglio in quota Alleanza Verdi Sinistra. “Constatiamo che Avs, che pure ha preso l’11% alle Europee a Roma, non ha rappresnetanti in giunta”.

L’operazione rischia di sfociare ina vera e propria crepa: al punto che Zaratti pone il problema sul piano programmatico e dice «ci sono troppe cose che nella gestione Gualtieri non convincono».

Confronto con Pd e M5S

Roberto Gualtieri (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Una posizione condivisa anche da Sinistra Italiana, l’altro azionista dell’Alleanza Verdi Sinistra: «Siamo d’accordo sul sottolineare la critica al sindaco con questi punti programmatici e in quedsto senso abbiamo sottoscritto un documento qualche settimana fa» ha aggiunto Zaratti che ora chiede un confronto con gli altri pezzi politici della maggioranza che sostiene Gualtieri e non solo.

Chiede di discutere la cosa anche con Pd e Movimento 5 Stelle, con tutte le forze progressiste, ecologiste e democratiche della città insieme ai comitati, le associazioni e le realtà sociali. «Vorremmo che questo confronto lo aprisse Gualtieri o altrimenti farlo lo stesso, perché a Roma c’è uno iato tra amministrazione e realtà sociale».

Se il rimpasto con l’ingresso in Giunta di Massimiliano Smeriglio lascia abbastanza perplessi è lecito allora domandarsi se Avs vuole uscire dalla maggioranza in Campidoglio. «Noi non abbiamo problemi di posti, non siamo in giunta e non abbiamo nulla da difendere» ha replicato Zaratti.

Via le castagne dal fuoco

Claudio Mancini

A togliere le castagne dal fuoco e ridisegnare lo scenario scende in campo direttamente il sindaco Roberto Gualtieri. Si assume la paternità del rimpasto. Esonera da ogni responsabilità Claudio Mancini e la componente. Lo scrive, nero su bianco: «Ho letto alcune agenzie che parlano di malumori attribuiti al Pd romano. Vorrei chiarire che la scelta degli assessori spetta al Sindaco e non intendo affidarla a un gioco di partiti e al bilancino delle correnti».

E sulla base di quali criteri politici ha fatto le sue scelte? «Io ho il dovere di rispondere al criterio della massima efficacia e qualificazione per il governo della città, soprattutto in un momento così delicato alla vigilia del Giubileo. Se si vuole fare una discussione di merito sui temi e sulle politiche sono contento e dirò la mia. Già il prossimo 23 è prevista un’assemblea con tutti gli eletti del Pd di Roma che sarà l’occasione per discutere e confrontarsi pubblicamente in modo trasparente sulla sfide che attendono la città».

Un passaggio tocca i rapporti con il Segretario nazionale. Che di questa operazione non è stata nemmeno informata. «Vorrei anche ribadire per l’ennesima volta che con Elly Schlein c’è massima intesa e collaborazione».

Mattia lascia

Eleonora Mattia

Ma quello del Campidoglio non è l’unico fronte aperto. Ce n’è anche uno interno a Rete Democratica. Lo innesca la consigliera regionale di Valmontone Eleonora Mattia. Lo fa con una story al vetriolo che però vien rimossa dopo poco. Più di qualcuno però fa in tempo a fare lo screenshot.

Scrive: “Buongiorno, questo è il mio lavoro e poi c’è tutto quello che mi hai vomitato ieri davanti a tre colleghi. Finalmente ti è uscito quello che pensavi. Ma non mi ferisce detto da uno che ha nominato la Tempesta a Presidente del Partito e alla Commissione Bilancio”. A chi si riferisce la Consigliera regionale? Nessuno lo dice ma provando a seguire le tracce, chi ha la possibilità di costruire l’elezione di una presidente come in questo caso può essere l’onorevole Claudio Mancini in forza dei numeri della sua componente Rete Democratica.

Aggiunge “Chi non mi vuole sei tu. Non è Leodori che giustamente fa il suo lavoro e mi combatte solo perché sono l’unica che riesce a metterlo in difficoltà. Non consideratemi più parte della vostra componente”. L’interpretazione passa per Frosinone e per la Direzione regionale, porta ad un appuntamento chiave.

Aspirazione da Presidente

Salvatore La Penna

Ieri si è riunita la Direzione: ha approvato le regole per i prossimi Congressi provinciali. Chi aspira a fare il Segretario provinciale deve presentare la candidatura il 7 gennaio 2025, la votazione è prevista per 8 febbraio. Durante quei lavori Rete Democratica ha indicato il nome del Consigliere regionale di Latina Salvatore La Penna come Presidente Pd del Lazio.

Il che conferma le anticipazioni fatte la scorsa settimana da Alessioporcu.it: è concreta l’ipotesi di candidatura unitaria per Francesco De Angelis a Segretario provinciale Pd. A quel punto lascerà l’attuale incarico di Presidente Pd del Lazio e sarà necessario eleggere un sostituto: quella casella – sulla base degli equilibri usciti dallo scorso Congresso Regionale – è di Rete Democratica. Che ha indicato il pontino La Penna.

I rumors dicono che Eleonora Mattia aspirasse a quel ruolo. Ma che dall’interno della componente sarebbe stato acceso il semaforo rosso. Anche in maniera alquanto irruente. Da qui il messaggio di questa mattina e l’abbandono dell’area.