Puttanesca, scopone e coltellino per una Ue kitsch che vuole il war-welfare

Meglio il cerchibottismo italiano dell’integralismo di Bruxelles che alla fine sfocia anche in un reel molto discutibile

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

In certe situazioni forti c’è sempre bisogno di qualcuno che rassicuri. E che lo faccia in ordine ai sistemi complessi da cui scaturiscono le Grandi Decisioni. Qualcuno come Mario Abbruzzese, ad esempio, che avendo capito benissimo alcune cose basilari le ha messe subito in piazza: piazza social. A proposito del recente summit che c’è stato incontro a Palazzo Chigi “tra il Presidente del Consiglio Meloni ed i due vice premier Salvini e Tajani” Abbruzzese ha fatto come i dottori coi bambini che chiedono al medico se la puntura farà male.

Ha calmierato. “Il governo di cdx si è distinto ancora una volta per unità e coerenza, è stato ribadito il sostegno all’Ucraina il “NO” all’invio di truppe militari. È indispensabile dialogare con Trump e Zelensky per porre fine a questa assurda guerra!”.

Abbruzzese il calmiere

Mario Abbruzzese

Ma quali sono le cose basilari che Abbruzzese, e non solo lui ovviamente, sta intuendo? Innanzitutto che la posizione della Lega in ordine alla governance Ue di Ursula von der Leyen non deve generare iperboli. Oggi Matteo Salvini viaggia soffuso dallo shining del battitore libero, libero ed ancora un po’ incazzato per la faccenda delle chat di Fratelli d’Italia riportate nel libro del suo quasi omonimo.

E poi che la briscola della “coerenza” in questo caso non lede l’immagine della Lega. Non lo fa perché il cerchibottismo forzoso di Giorgia Meloni sul tema permette al carroccio di “stare nel gruppo”. La premier infatti corteggia Trump pur professandosi ursuliana e non vuol inviare truppe.

Cosa vuole Giorgia Meloni

Vuole solo fare le cose nella maniera più democristiana possibile e portare a casa due risultati apparentemente inconciliabili. Quello di far sfangare all’Italia i dazi trumpiani (non ancora annunciati in settaggio Paese per Paese) contando sul mantenimento di rapporti “buonini” e l’altro, quello inside che è anche mission per von der Leyen. Cioè creare un’economia di guerra che, al di là della facciata di approntamento saggio pre-apocalisse putiniana, rimetta in senso produzione, occupazione, welfare e tensioni sociali in un continente che ne è devastato.

E da questo punto di vista la cosa potrebbe anche funzionare, con l’automotive che langue e con Stellantis che sta per sloggiare dal listino il super termico di Giulia Quadrifoglio. Anche a far la tara a cinismo ed equilibrismo letale su un filo che è e resta pericoloso. Quello che in Italia viene tenuto insomma attaccato con mastice volenteroso e con le mezze balle di una premier che fa i video anche per celebrare l’anniversario delle bouvettes in Ue ha trovato una collaccia tiepida e grumosa.

Il reel della Lahbib

Di quelle che servono per tenere appiccicati ai muri i manifesti funebri. Funebri come la scelta comunicativa di affidare all’ormai famoso reel, quello “argentino” ed il stile Tik-Tok con cui la Commissaria Ue Hadja Lahbib ha inteso spiegare come si sopravvive nelle prime 72 ore di una “crisi”. Che viene chiamata così ma che è ovviamente l’evocazione in purezza di uno scenario bellico o attinente ostilità palesi in diverse declinazioni.

Foto: Philippe Stirnweiss © EU Press Service

Un video cretino, ma talmente cretino ed inelegante che di certo non ve ne sono di eguali nella comunicazione istituzionale dei 27 fin da quando 27 non erano. Video nel quale la Commissaria per le emergenze, in outfit tutt’altro che apocalittico, elenca il must-have per una crisi. Lo tira fuori da uno zainetto, fa finta di farsi cadere alche roba in terra, usa un linguaggio accattivante e “young”.

Ed elenca cose come il “coltellino svizzero”, poi farmaci, cibo e contanti, un caricatore e una power bank. E sì, carte da gioco, “perché un po’ di distrazione non fa male a nessuno”. Il tutto spiegando poi in diretta ad una giornalista che lei, per far fonte all’emergenza in sede domiciliare, si appronta una bella “pasta alla puttanesca”.

Scenario serio, video cretino

Il brindisi tra Trump e Putin (Foto Japan Gov. P.O.)

Il documento-fonte è serio, perché di fatto vorrebbe “incoraggiare il pubblico ad adottare misure pratiche, come il mantenimento delle forniture essenziali”, e qui scatta il doppio paradosso. Uno evidente, per cui se devi parlare di una cosa seria non puoi perculare 500 milioni di europei con quella sbobba alla Bim Bum Bam.

Il secondo è più sottile ed infido: ma davvero per un’economia in riconversione forzosa e di risposta a Donald Trump (non certo e Putin) serve quel tipo di kit di sopravvivenza? Non era meglio essere come noi italiani, ruffiani con tutti, onesti (quanto basta) con noi stessi e soprattutto più eleganti?