"Il partito in cui sono entrato due anni fa con grande entusiasmo non rappresenta più la mia casa". Perciò il sindaco ne cerca un'altra.
È tornato civico. Una scelta fatta alla fine di un percorso sofferto: che lo ha portato, a lasciare il Pd ed accasarsi nelle file di Azione (di cui era diventato anche presidente provinciale). Ora anche quella stagione sembra arrivata alla fine. Lui, per adesso, giura che resterà civico: sensibile solo agli interessi della sua città e del suo territorio. Ma in politica non esistono tempi definiti ed il sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini lo sa bene. per questo ammette: nel caso ci fosse qualche prospettiva concreta, sempre nell’interesse del territorio, allora ci si potrebbe pensare.
Tagliare il cordone con Calenda
L’addio arriva con un messaggio affidato alla sua pagina Facebook. In coerenza con il personaggio: niente retorica, nessun fronzolo. A tratti chirurgico. Massimiliano Quadrini scrive: “In qualità di Presidente provinciale di Azione sento il dovere morale di condividere con voi una decisione maturata dopo un’attenta riflessione. Il partito di Azione, in cui sono entrato due anni fa con grande entusiasmo, che aveva una visione univoca e definita su temi cruciali per il futuro del territorio, che sceglieva le alleanze in base agli uomini ed ai progetti piuttosto che alle ideologie politiche, non rappresenta più la mia casa politica”.
Ricorda “il gratificante risultato personale delle ultime Regionali”. Ammette quanto sia stato faticoso motivare le persone ed il territorio “ad abbracciarne il progetto e di questo mi assumo la responsabilità”. E se la politica non porta benefici per il territorio allora meglio lasciare. “Ritenendo fondamentale riuscire a realizzare quelle idee di sviluppo per la crescita della mia città e della provincia, vi comunico la decisione di mettere un punto a questa esperienza politica che, seppur breve, è stata per me stimolante ed appassionata”.
Non andrà ai giardinetti
In città girano voci all’impazzata: da un possibile approdo nella Lega, sfruttando i rapporti amichevoli con Pasquale Ciacciarelli ad un ritorno nel Partito Democratico. C’è anche chi giura che la spinta a compiere il passo di oggi sia legata anche alla volontà di trovare una collocazione all’interno di un Partito di peso, capace di assicurare interlocuzione con i livelli più alti: in Regione e nei Ministeri, cioè dove si deve passare per poter realizzare i progetti di sviluppo sul territorio. Una scelta diventata passo concreto dopo il recente approdo di nomi pesanti in Partiti strutturati: come quello di Alioska Baccarini sindaco di Fiuggi che ha aderito a Fratelli d’Italia. Ma anche la stretta interlocuzione del sindaco di Sora Luca Di Stefano con il governatore del Lazio Francesco Rocca. (Leggi qui: Rocca, tutti gli uomini del presidente).
L’unica cosa a cui, in effetti, nessuno crede davvero, anche se lui smentisce, è la volontà di Massimiliano Quadrini di restare un civico puro.
“Questa non è più casa mia”
Intanto i fatti. Massimiliano Quadrini, il figlio d’arte, il dominus della politica ad Isola del Liri (e non solo) ha deciso di recidere il cordone ombelicale con il Partito di Calenda. Lui, il caterpillar della città della cascata, pochi mesi fa arrivato trionfalmente al secondo mandato dopo una campagna elettorale in crescendo alle ultime Comunali.
In Azione era entrato ufficialmente nel marzo di due anni fa. Allora Quadrini si era detto convinto che “Carlo Calenda, con Azione, possa rappresentare quella forza politica aggregante e fondamentale per il nostro territorio e per l’intera Nazione. Un partito che ha nella serietà, nella concretezza e nella chiarezza delle scelte le sue fondamenta, senza tatticismi e senza sterile propaganda”.
Due anni (e qualche mese dopo) le cose sembrano essere piuttosto cambiate; il partito “in cui sono entrato due anni fa con grande entusiasmo, che aveva una visione univoca e definita su temi cruciali per il futuro del territorio. (Il partito) “che sceglieva le alleanze in base agli uomini ed ai progetti piuttosto che alle ideologie politiche, non rappresenta più la mia casa”. Cosa significa?
Pesa, forse, anche il fatto che, nonostante l’impegno (6322 voti complessivi) la corsa per entrare alla Pisana non ha avuto buon fine. Di qui la volontà di rafforzarsi sul territorio. Per “riuscire a realizzare quelle idee di sviluppo per la crescita della mia città e della provincia”.
L’effetto in negativo delle Regionali
A margine della nota ufficiale, Quadrini ha voluto spiegare che quella presa “non è una scelta a cuor leggero. Ho fatto diverse riunioni per arrivare a questa decisione. Capisco che adesso possano girare tante voci infondate, ma davvero mi sento prima un amministratore e poi un politico. Mi spiace soprattutto perché è una sconfitta anche mia; ho creduto in qualcosa che purtroppo non si è dimostrata come sembrava all’inizio”.
Ha certamente pesato, come detto, l’esito delle regionali. Anche se “l’idea di poter arrivare in Regione era legata non alla mia ambizione personale, ma soprattutto alla possibilità di dare più rilievo ad un territorio troppo spesso penalizzato. Da sindaco mi sono trovato spesso davanti a problemi che, come sindaco, non riuscivo a risolvere”.
Resta, e molto evidente, il dilemma della sua collocazione e del suo futuro politico.
I buoni rapporti con Ciacciarelli
Non a caso, in queste ore, molti ricordano i suoi buoni rapporti, ad esempio, con Pasquale Ciacciarelli; “ ma io – ha spiegato Quadrini – ho sempre parlato con tutti; l’ho fatto con Zingaretti, lo faccio ora col centrodestra”.
Le porte però restano comunque aperte. “Certo, se ci fossero le condizioni per portare avanti un discorso di sviluppo per il territorio ci rifletterei, perché no? Altrimenti resterò a fare il sindaco per altri quattro anni e poi tornerò al lavoro”.