Quando in Consiglio comunale si litiga su Gaza ma si tace su Frosinone

Continuano le polemiche dopo il teatrino andato in scena nell'ultima seduta dell'assise comunale. Duro attacco di FutuRa alla maggioranza del sindaco Mastrangeli. Ma la politica sembra scollegata dalla realtà di un capoluogo pieno di problemi. "Botte da orbi" su temi internazionali e silenzio su quelli locali che interessano i cittadini

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Ci sono temi nazionali  o internazionali che meritano tutta l’attenzione del mondo e in democrazia è sacrosanto confrontarsi e dibatterne. La pace in Medio Oriente è senz’altro uno di questi. Ma quello che è accaduto nel consiglio comunale di Frosinone la settimana scorsa, è veramente paradossale. Degno della migliore commedia dell’assurdo Est modus in rebus. (Leggi qui: Frosinone, cronaca politica di una tre giorni surreale e pericolosa. Ed anche qui: Frankenstein al Comune di Frosinone: Forza Italia sfida Mastrangeli – Lega – FdI).

Il fatto o fattaccio

Anselmo Pizzutelli (Foto © Massimo Scaccia)

Venerdì sera, “supportato” dalla muta diretta streaming, non è stato possibile ascoltare l’audio per tutta la durata del Consiglio Comunale, (quando la tecnologia fa cilecca, oppure no?). È andato in scena un mancato confronto politico che sembra uscito da un copione surreale: sindaco, giunta, presidente del Consiglio e quasi tutti i consiglieri di maggioranza ad un certo punto hanno abbandonato l’aula, prima ancora che si discutesse la mozione su Gaza, presentata dal consigliere Anselmo Pizzutelli, che è anche il capogruppo della Lista Mastrangeli. Cioè quella che nel 2022 è stata diretta espressione del sindaco eletto.

Il risultato? La discussione non parte e la maggioranza viene accusata di “fuga”, praticamente un po’ da tutta l’opposizione consiliare: nell’immediatezza da Forza Italia-PD-Lista Mastrangeli-PSI.

Vero che nelle ore successive il sindaco ha fornito una spiegazione: «Le mozioni discusse ieri sera in Consiglio comunale sul conflitto israelo-palestinese hanno dimostrato tutta la loro inutilità e distanza dai veri bisogni della città. La mozione presentata dal consigliere Anselmo Pizzutelli non solo era fuori tempo massimo ma totalmente ideologica. Un documento divisivo, retorico e scollegato dall’attualità politica e diplomatica, privo di qualsiasi utilità per la comunità di Frosinone». Da qui la decisione di sottrarsi ad un dibattito ritenuto di nessuna utilità.

L’affondo di FutuRa

Maria Teresa Petricca e Giovambattista Martino, consigliere del gruppo FutuRa

In queste ore, per completare il quadro degli interventi della minoranza, è toccato al Gruppo FutuRa con i consiglieri Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone, attaccare la maggioranza con toni durissimi: «Il rimedio è spesso peggiore del danno».

Secondo FutuRa, quella fuga non è un gesto neutro: “E’ un atto politico che mina la credibilità istituzionale del sindaco e della sua amministrazione.” Le accuse volano: «defezione squisitamente politica», «una narrazione di aplomb usabile», «gesto di disinteresse verso il confronto democratico».

Non manca l’ironia ai Futuristi: “Chi resta in aula “a garanzia del numero legale” viene bollato da alcuni osservatori come “stampella della sinistra” – un’affermazione surreale, visto che la mozione è firmata da Pizzutelli (lista Mastrangeli), Mirabella (anch’essa della stessa lista) e Bortone (capogruppo della Lega).” Non proprio la sinistra barricadera.

“Fallimento istituzionale”

Francesco Pallone (Foto © Massimo Scaccia)

In pratica, secondo i 3 consiglieri di opposizione, se la mozione è di centrodestra, definirla di sinistra è come dire che il Colosseo è un centro commerciale. Ma non basta: FutuRa replica anche alle accuse che i consiglieri rimasti in aula siano stati “traditori”  in un ribaltamento interpretativo che – dicono – “«farebbe sorridere, se non fosse tragico”.

Infine, il passaggio definito da teatrino e censurato con forza : “L’uscita “posteriore” dalla sala, il recupero degli zaini, delle borse e degli indumenti dagli spalti per mano di un’assessora pateticamente servizievole (ipse dixit) diventano simboli di una débâcle politica”.

“Grave gesto politico, fallimento istituzionale a simbolo di un modo di governare che preferisce la fuga al confronto, anche quando il tema riguarda la sofferenza. Questa è pavida incoerenza narrata come aplomb spendibile, conclude il Gruppo FutuRa. Fin qui la cronaca polemica tra l’opposizione e la maggioranza.

La chiave politica-amministrativo

Il sindaco Riccardo Mastrangeli

Sono stati usati toni particolarmente forti, sia da parte di chi governa che da chi sta all’opposizione. Se si guarda la scena dal di fuori dell’Aula consiliare è lecito domandarsi se tutta questa polemica rovente non nasconda in realtà un dato più amaro. Maggioranza e opposizione si accapigliano con ardore su Gaza – tema umanitario, certo, ma lontano anni luce dal capoluogo — mentre su questioni locali regna il silenzio. Traffico, mobilità, decoro urbano, sicurezza, non hanno vissuto una battaglia politica come quella messa su per il Medio Oriente. Meritoria. ma fuori tempo massimo.

A chi conviene buttarla in caciara? A tutti. Perché usare un tema “simbolico” come gaza non porta rischi concreti ma serve per dividere e costruire visibilità. È stato siglato un accordo di pace per Gaza eppure a Frosinone si litiga come se si fosse ancora nel bel mezzo del conflitto.

Viene da chiedersi: mancano forse gli argomenti di confronto o anche “scontro” se necessario? O è più facile infiammarsi su temi globali che non richiedono soluzioni concrete?

La politica scollegata dalla realtà

Il Comune di Frosinone

Così, ci si azzuffa su Gaza, che non modifica una strada, non ripara un marciapiede, non risolve il problema parcheggi. Ma non si dice nulla su tutto il resto. Ed è peggio. Lo scontro su Gaza serve più a polarizzare che a costruire politicamente qualcosa di utile per Frosinone.

È legittimo che un Comune assuma posizioni simboliche su eventi internazionali. Ci mancherebbe. Ma è ancor più legittimo chiedersi: è questo il miglior terreno di dibattito per un Consiglio comunale che ha più emergenze urbane da affrontare che dinamiche oggettivamente lontane da celebrare? Palazzo Munari non è il palazzo di vetro che ospita l’assemblea delle Nazioni Unite.

Il rischio maggiore che si corre in questi casi è che la politica locale diventi sempre più scollegata dalla realtà cittadina. Poi però nessuno deve lamentarsi se a votare ci vanno sempre meno persone. Il dato sull’affluenza alle regionali, e della Toscana di queste ore, è la tesi che conferma il postulato.