Quando la Giustizia del cemento mette d’accordo Rocca, Nordio e Gualtieri

L'operazione Ciacciarelli che a luglio ha spianato la strada ai lavori per riqualificare la cittadella di Piazzale Clodio. Tra comitati, ricorsi ed insolite convergenze maggioranza-opposizione

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Regione Lazio, due anni fa. La allora consigliera Valentina Grippo presenta una mozione per bloccare la cementificazione di Parco Teulada a Piazzale Clodio e per la riqualificazione dell’area intorno al Tribunale. Alla Pisana c’è il governo di Nicola Zingaretti e la Grippo sta nel gruppo misto dopo essere approdata dal Pd in Azione. Particolare rilevante: in quell’occasione il progetto di ampliamento venne bocciato dall’intero Consiglio.

Cosa è cambiato? Innanzitutto il governo nazionale, poi quello della Pisana. Che sono entrambi a trazione destrorsa. Infine è cambiata la prospettiva del Capidoglio, che con Roberto Gualtieri ha il Giubileo 2025 in spunta di agenda ed imminenza. E che deve assolutamente rendere Roma presentabile ed efficiente nel giro di pochi mesi, pena una figuraccia planetaria.

La mozione Grippo e come andò

Francesco Rocca

Quella ed una fatwa politica che magari favorirebbe il revanscismo sornione di uno come Ignazio Marino, che a Bruxelles ci sta benissimo. Ma che dice praticamente ogni giorno di questo post Ferragosto di “guardare a Roma mia”, e se non son segnali questi… Inoltre, uno scivolone di quelle dimensioni autorizzerebbe la messa in discussione dall’interno del Pd per un mandato bis del sindaco. E allora? Eccoti dunque servita l’intesa che nel nome della Giustizia ha messo d’accordo un po’ tutti. Intesa di carattere edilizio-infrastrutturale, non sia mai etico-procedurale, su Piazzale Clodio. Un’intesa firmata poche settimane fa dal Guardasigilli Carlo Nordio, dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dal presidente della regione Lazio Francesco Rocca e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. E nella veste di paraninfo capace di mettere tutti insieme, l’assessore leghista all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli che ha sbrogliato una matassa intricata da decenni.

Dopodiché ha messo al tavolo tutti quelli che vogliono quei lavori per “ampliare e ridisegnare la città giudiziaria di Roma, quell’agglomerato di edifici e palazzine tra piazzale Clodio e le vie limitrofe che ospita il tribunale penale di Roma, la procura e la Corte d’Appello. Uno spot capitolino che era stato definito da Nordio “un obbrobrio”.

Come si è arrivati ad una crasi così “sghemba” almeno da un punto di vista politico? Semplice, ci si è arrivati nel nome di un’opportunità che a volte fa miracoli.

Nordio e “l’obbrobrio” di Piazzale Clodio

Carlo Nordio (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Quei miracoli molto rari in Italia, dove se una cosa va fatta magari non ci polarizza come licaoni e iene, e si converge sul fine unico. Senza vessilli di Partito o quanto meno con i vessilli relegati in retrovia. Crasi talmente evidente e rara che perfino uno come Nordio, che delle botteghe sue è il più amante di tutti, aveva parlato di “sinergia”. Così: “Finalmente vediamo una sinergia pragmatica di organismi che qualche volta magari sono in conflitto tra loro. Cioè amministratori, partiti, magistrati e ministero, ma che sulle questioni fondamentali che riguardano l’organizzazione e l’efficienza della giustizia sono tutti d’accordo”.

Si tratterà di mettere a massa utile 80 milioni di euro per circa un quinquennio di lavori. Deadline proclamata: il 2029, ma è quella proclamata da Salvini che ama il lessico celere più di quanto non ami la celerità come dato fattuale. Nello specifico si parla del “restyling di alcuni immobili e, soprattutto, la realizzazione di un nuovo edificio dall’altro lato della ‘Panoramica”. Cioè la strada “che attraversa Monte Mario, collegando Prati alla Balduina”.

Per essere chiari. La Cittadella Giudiziaria di piazzale Clodio a Roma si rifà finalmente il trucco avviando quei lavori di manutenzione che mancano da troppo tempo e non sono più rinviabili. Inoltre si farà una nuova palazzina per fare fronte alla totale carenza di spazi dovuta alla crescita delle competenze avvenuta in questi anni.

Il fattore “Nimby” e i comitati

Roma, il Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio © Imagoeconomica / Carlo Carino

Tutto bene dunque? L’assessore Pasquale Ciacciarelli ha compiuto una semplice passeggiata di salute tra le scartoffie dove l’unico nemico era il caldo? Non proprio. Perché anche a Roma c’è il fattore “nimby”. Rappresentato nel caso di specie dai comitati di quartiere che sono sul piede di guerra. La chiave di volta barricadera è green, e il timore è quello per cui “l’ultimo prato di Prati” venga cementificato. Si tratta di un piccolo parco a via Teulada. Non è proprio roba da Arcadia, piuttosto da accampamento di sterpaglie, ma in certe cose il green spinto è come la Citrosodina: la prendi anche quando non ti serve del tutto.

Il guaio protocollare è che minimizzare il consumo di suolo in questo caso non garantisce la preservazione del parchetto, perciò l’agosto romano è stato all’insegna di questa “battaglia”.

E la politica made in Campidoglio? Ovviamente è fratta e non solo nel nome del green, lì entrano in gioco altri fattori più contingenti e “di bottega”. Roba legittima, per carità. Roba che ad esempio ha portato Azione ed Italia Viva a spalleggiare gli 11 comitati di quartiere.

Campidoglio fratto, Terzo Polo unito

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Insomma, quello capitolino sembra essere un caso più unico che raro, in cui si realizza una sorta di “contrappasso” proprio per le formazioni politiche che maggiormente avevano contestato a Giuseppe Conte di essersi accasato con Left in Ue. Cioè (anche) con Alleanza Verdi Sinistra di Bonelli e Fratoianni.

E la posizione degli ex terzopolisti su Roma e caso Piazzale Clodio? Il Foglio l’ha definita come somigliante “pericolosamente a quella dei consiglieri di Alleanza verdi sinistra. Altro che riformismo”. Appunto. E senza quel concretismo che proprio i centristi hanno sempre fatto ergere a sola bussola della loro azione politica. Il Foglio ricorda precedenti illustri. “In Liguria, per fare un esempio, Azione era contraria all’arrivo a Vado Ligure del rigassificatore che oggi si trova a Piombino. Qui addirittura si protesta per un piccolo prato.

E attenzione, perché neanche l’ammiraglia di flotta sarebbe proprio d’accordo sull’opera. Da Fratelli d’Italia finora sono giunte “solo” le dichiarazioni di Paolo Trancassini e Marco Perissa, che coordinano Roma e il Lazio per il Partito di Giorgia Meloni. Il jingle non è stato dei più decisionisti: “E’ d’obbligo fare in modo che vengano tutelate anche le aree verdi presenti nella zona, come richiesto dai cittadini”.

Trancassini cauto, ma Salvini non ha dubbi

Pasquale Ciacciarelli

E sembra fatto apposta per urticare il sistema nervoso di Matteo Salvini, più che quello di Gualtieri. Anche in vista del summit a tre di fine mese con Giorgia Meloni ed Antonio Tajani sull’agenda di governo. “C’è sempre qualcuno che vuole bloccare i cantieri per la presunta presenza di farfalle, rane, moscerini, alghe preistoriche. Io amo le farfalle, i moscerini, meno le zanzare, ma non si può bloccare tutto con no ideologici. (…) Ben venga questo allargamento degli uffici giudiziari”.

Pasquale Ciacciarelli il suo lo ha fatto. Già dal 10 luglio scorso. Quando ha portato Regione, Comune e Governo a firmare il protocollo d’intesa per l’ampliamento della Cittadella Giudiziaria. Con tanto di road map in cui le parti condvidono azioni, procedure, tempistiche e strumenti per la definizione dell’intervento.

Adesso tocca al tavolo tecnico, dopo lo stop agostano incombe. E mentre ancora resta a galleggiare una sensazione: che in Italia in generale ed a Roma in particolare non conti tanto il merito di quel che si fa, ma quanto serve a chi non vuole che si faccia.