Quando le ruspe parlano più delle promesse: la lezione di Isola del Liri

Ad Isola del Liri va in campo il 'metodo Anbi': progetti pronti, ruspe in azione appena c'è il finanziamento. I fatti: lavori eseguiti e prevenzione finalmente al centro

Antonella Iafrate

Se è scritto chiaro si capisce

Non una promessa ma una ruspa che lavora. Non un rendering in conferenza stampa ma un argine sistemato davvero. Lavori di prevenzione su una terra delle emergenze inseguite, dei fondi annunciati e delle opere che si inaugurano due volte – la prima con le telecamere, la seconda con la speranza che funzionino. Invece in questo caso si progetta in silenzio, si finanzia con metodo, si lavora con discrezione. E alla fine si realizza. Il metodo tracciato anni fa da Anbi Lazio, l’associazione che coordina i consorzi di bonifica regionali: tenere i progetti pronti nei cassetti, appena c’è un finanziamento si mettono sul tavolo bruciando tutti sul tempo. E si aprono i cantieri avviando subito le opere.

È quanto sta accadendo ad Isola del Liri, dove Anbi Lazio ha avviato e quasi terminato un intervento concreto, visibile, verificabile.

Anticipare le emergenze

Il dato da cui partire è semplice ma nel Lazio fa sempre fatica a passare: l’emergenza non si rincorre, si previene. E prevenirla costa meno, in denaro e in vite. Ma per farlo servono due elementi oggi meno diffusi di quanto si creda: visione politica e macchina amministrativa funzionante. In questa vicenda, Giancarlo Righini, assessore regionale al Bilancio ed all’Agricoltura, ha messo in campo entrambe.

Non appena insediato, ha convocato i vertici di Anbi Lazio: la presidente Sonia Ricci e il direttore generale Andrea Renna, chiedendo una mappa chiara delle criticità. La risposta l’avevano pronta da mesi nei cassetti e gliel’hanno fornita nel giro di pochi minuti, dettagliata e concreta. E l’assessore non si è fatto pregare: ha aumentato il budget per la salvaguardia idrogeologica da 10 a 18 milioni di euro, ha istituito una struttura dedicata con un dirigente e tre tecnici, ha avviato una programmazione snella. Ma ha chiesto progetti pronti, non chiacchiere.

Una sfida per entrambi i fronti.

Il Patto per il Suolo

da sx Massimiliano Quadrini, Giancarlo Righini, Aurelio Tagliaboschi ed Andrea Renna

L’Anbi, che da anni propone un Patto per il Suolo mettendo la prevenzione al centro, ha risposto presente anche sui progetti: pure quelli erano già pronti. Ed ecco che lunedì mattina, alle 8:30 spaccate, a Isola del Liri c’erano le ruspe, i tecnici del Consorzio all’opera. Il sindaco Massimiliano Quadrini quasi incredulo: dopo anni di attese, si passava dal “faremo” al stiamo facendo. A coordinare i lavori, con occhio vigile e passo misurato, Aurelio Tagliaboschi, direttore del Consorzio Valle del Liri. Poca scena, molta sostanza.

Il metodo funziona: qualche giorno prima, Righini aveva ricevuto in Regione il sindaco di RipiPiero Sementilli, per affrontare un’altra emergenza dimenticata da vent’anni: un fosso pieno di detriti, sponde franate, vegetazione fuori controllo. Anche lì, intervento realizzato, problema risolto.

Così, mentre si discute ancora se e come spendere i fondi del PNRR, nel Lazio si segnano punti sul campo, grazie a una collaborazione tra enti che funziona: Regione, Comuni, Consorzi. Senza protagonismi, senza passerelle.

Ruspe senza pentimenti

La Regione Lazio ha risposto presente, forte e chiaro. E se è vero, come ha sempre sostenuto Andrea Renna, che «la prevenzione è l’unica grande opera pubblica di cui non ci pentiremo mai», l’esempio di Isola del Liri dice che la politica non ha inseguito l’alluvione. L’ha evitata.