La grana grossa del sindaco di Roma con il trapper accusato di sessismo invitato ad un evento e poi invitato a desistere
A San Vittore del Lazio, negli anni ‘80, l’arrivo di Silvia Costa era considerato un avvenimento a parte. La allora parlamentare della Democrazia Cristiana era già una giornalista affermata e le feste dell’Amicizia organizzate in paese, come in tutti quelli del Cassinate, erano l’occasione per “accaparrarsi” gli esponenti più di grido della politica romana. Lo storico sindaco sanvittorese, Mario Musto, che dopo aver aderito alla corrente “Primavera” di Giulio Andreotti l’avrebbe abbandonata per l’ala “sinistra” del Biancofiore, sembrava un bambino orgoglioso.
L’onorevole Costa arrivava e si dava il via ai festeggiamenti che culminavano con l’esibizione di artisti. Una volta si esibirono i Righeira ed in sezione qualcuno aveva timore che la loro sfrontatezza potesse offendere Il Divo, ma filò tutto liscio.
I Righeira a San Vittore
Altri tempi, tempi in cui l’esibizione di un artista non era viatico per possibili figuracce da accollare al governante di turno. E soprattutto tempi in cui non c’era la trap a creare, con il suo lessico spinto, imbarazzi giganti per chi volesse battezzare eventi di grido ad esempio con Tony Effe. Che secondo metrica attuale sarà pure uno bravo e che se le è perfino “dissate” (cantate a distanza in modalità trap) con Fedez, ma resta uno che nei suoi testi ci mette più sessismo che “core de mamma”.
Il che ha creato nei giorni scorsi un problema grosso a Roberto Gualtieri, sindaco di Roma che il trapper lo avrebbe voluto sul palco del Circo Massimo per il concerto-evento del 31 dicembre. Il condizionale è d’obbligo perché della cosa se ne farà nulla.
Tanto che lo stesso Gualteri ha dichiarato: “Quando è risultato evidente che quella scelta avrebbe diviso la città e urtato la sensibilità di tanti abbiamo ritenuto opportuno chiedere un passo indietro. Avremmo dovuto compiere prima questa valutazione e di questo ci scusiamo innanzitutto con Tony Effe“.
Proteste e lessico “misogino”
Insomma, faccenda chiusa, anche al netto del post-notizia dal vago sapore di “vendetta” sul triplo Disco di platino vinto con Miu Miu. Disco con strofe di questa fatta: “Prendo una bitch, diventa principessa / le ho messo un culo nuovo, le ho comprato una sesta”.
Troppe proteste, di associazioni e partiti. E troppo trasversali, da Fratelli d’Italia a Silvia Costa stessa. Che, stavolta in veste currently di exparlamentare ma del Pd dello stesso primo cittadino, ha espresso tutte le sue riserve per quell’esibizione in agenda. E quella in atto non è solo fuffa tra Boomer che comandano e Gen Alpha e tardo Z che resistono, è roba molto più delicata.
Gualtieri dovrà gestire tutti insieme: il Giubileo 2025 e gli strali esterni delle opposizioni che affilano i denti per le amministrative del 2027. Poi quelli inside di un partito nel quale convivono le solite diverse sensibilità cumulabili nei due ceppi primevi tra prog ex Margherita e ultra prog ex Ds.
La lettura politica della faccenda
Un casino insomma, a cui, relativamente alla vicenda Tony Effe, aveva già messo fine il Campidoglio con una nota ufficiale diramata in queste ore. Nota secondo cui gli uffici che affacciano sulla statua equestre di Marco Aurelio avevano chiesto “a Tony Effe di fare un passo indietro e di rinunciare ad esibirsi nel Concerto di Capodanno al Circo Massimo”. Evento “che non deve essere un’occasione divisiva per la città”.
Alla fine dunque Gualtieri avrebbe cambiato idea ed avrebbe preferito gestire una grana grossa adesso invece che vedersi piombare addosso una grana immensa tra poco più di una settimana. E molto di questa sua mezza retromarcia è da attribuirsi anche a Silvia Costa. Che intervistata da Repubblica non le aveva mandate a dire, sul format del concittadino trapper.
Meglio non rischiare
Così: “Sono una sostenitrice convinta del sindaco Gualtieri. C’è stata una sottovalutazione, succede. Mi sembrava una scelta un po’ incoerente anche con la sua storia. Ma questo mi conferma che è una persona seria”. E ancora, in affondo diretto: “Io sono contrarissima all’esasperazione del politically correct, non mi appartiene. Mi appartiene una cultura di valori da rispettare. E penso ci sia una contraddizione molto forte di valori che si cerca di proporre alle giovani generazioni sul rispetto delle donne, sul vedere nell’altro una persona e non un oggetto. Lo pensavo dieci anni fa, come oggi. Non c’è niente di woke. Basta dare una letta ai testi di Tony Effe per rendersi conto”.
Poi la politica fiorentina di nascita ma romana di adozione spiega e cita: “Sono istigazioni alla violenza e a considerare la donna un oggetto”.
“Ma lei li ha letti? Lui canta cose come: ‘Ti chiamo put…solo perché me lo hai chiesto’. Dobbiamo giustificarci noi per non apprezzare queste cose? Ma siamo pazzi? Cerchiamo di dire le cose come stanno. O li prendiamo sul serio i giovani e i contenuti che gli si propinano e allora c’è da fare un ragionamento. Questo non significa che i ragazzi non possano scegliere cosa sentire. Ma che il comune di Roma vada a proporre tra tanti artisti un rapper che utilizza frasi violentissime contro la dignità delle donne non mi sembra accettabile. Si poteva scegliere diversamente”.
Gasparri mobilita la Rai per Sanremo
Insomma, un mega cazziatone inside pennellato di amiconismo didattico che, assieme a tutto il resto, ha sortito il suo effetto. Dove il resto, in punto di politica, ha assunto i toni delle reprimende di tutti gli esponenti capitolini di Fdi e di un Maurizio Gasparri particolarmente in spolvero ed a suo agio sul tema.
E che ha chiamato in causa “anche la Rai e la partecipazione del trapper al Festival di Sanremo”. Notizia questa su cui Gualtieri a Il Messaggero ha fatto un distinguo: “Tony Effe va anche a Sanremo? Ma un conto è cantare una canzone insieme a decine di altre, un conto è essere il volto di una città a Capodanno. È stato un errore, mi pento di questa vicenda”.
“Non abbiamo considerato che non trattandosi di un concerto normale ma di un concerto pagato con le risorse pubbliche, quella scelta avrebbe potuto creare divisioni e contrapposizioni. È sbagliato immaginare censure, auguro a Tony Effe di fare tanti concerti a Roma”. E quando il cronista di Repubblica Roma, legittimamente infido, ha fatto notare alla Costa che tutto sommato “anche Elly Schlein ha ballato Sesso e Samba durante il Pride…”? La risposta è stata talmente monolitica da valerne cento: “Io non giudico. Personalmente non lo avrei fatto, ma lei l’ha fatto. Ne prendo atto”.
Sesso, samba e grane dem
Al di là del merito etico sono i soliti guai del Pd, che deve essere young per ripescare nei vecchi bacini che non ha più ma deve tenersi old per non inquinarsi quelli che ancora si tiene stretti.
Un po’ come ha fatto in contesto del tutto diverso e senza nei di opportunità Francesco De Angelis nel proporre Achille Migliorelli alla segreteria provinciale del Pd frusinate. Per patentarsi come old school che lascia il posto alle young guns e per far apparire l’uscente Luca Fantini, di fatto un millenial, come un “vecchio”.
Perché il Pd oggi ha due modi per “riprendersi” i giovani: o coinvolgerli attivamente o assecondarli passivamente. E Gualtieri alla fine ha scelto il suo, dribblando una grana grossa.