Quattro anni di Cianfrocca e un anno di Pelorossi: sotto i sorrisi si muove la politica

Dietro i bilanci e i sorrisi istituzionali, Alatri si prepara alla resa dei conti. La Lega valuta alternative, Fratelli d’Italia scalpita, e il sindaco osserva in silenzio il gioco che verrà.

Massimiliano Pistilli

Informare con umiltà e professionalità

Mentre il sindaco Maurizio Cianfrocca festeggia i suoi quattro anni con la fascia tricolore e si appresta ad imboccare il lungo viale che porta al traguardo delle prossime Comunali, Simona Pelorossi celebra un anno da responsabile cittadina della Pubblica Istruzione. Venne nominata a suggello della pax sancita tra il sindaco ed i “meloniani” alatrensi: per quell’assessorato ruppero e passarono all’opposizione. Ora l’assessora traccia la linea dei totali e guarda al futuro.

Anche per lei l’orizzonte sono le prossime Comunali. Dove l’impressione è che nel centrodestra non sia tutto così chiaro.

Il giudizio di Pelorossi

«Questo primo anno da assessore alla Pubblica Istruzione non è stato facile data la complessità della materia», afferma Simona Pelorossi. «Ma i con il lavoro, la collaborazione, l’ascolto e l’umiltà posso ritenermi soddisfatta di quanto ottenuto con i colleghi di giunta e maggioranza». La chiave di lettura politica dietro l’apparenza: l’assessore fa intendere come i nuovi rapporti nel centrodestra al governo di Alatri, riappacificato dopo i primi tre anni turbolenti, abbiano portato ad un cambio di passo.

I risultati al di la delle parole? I lavori di messa in sicurezza nelle scuole, il nuovo regolamento della mensa, il servizio di trasporto scolastico, un nuovo centro cottura, i rapporti con le associazioni e la Asl, l’istituzione del Consiglio dei Giovani, questi alcuni dei risultati centrati. «Ne sono contenta ed orgogliosa. Come lo sono dei rapporti con il resto della coalizione. Ora dobbiamo proseguire su questa strada: abbiamo altri importanti traguardi da raggiungere».

Antonello Iannarilli e Maurizio Cianfrocca

La rotta politica venne tracciata dall’ex presidente della Provincia e deputato Antonello Iannarilli «Lui prima di tutti ha creduto in questo accordo. Perché “dal porto non si può fare nulla, è dalla nave che si può cambiare la rotta”… ci ha detto qualche giorno fa. La maggioranza lavorerà in sinergia per puntare dritto agli obiettivi ancora non raggiunti».

Ovviamente con lo sguardo alle prossime comunali distanti solo 18 mesi. 

Centrodestra tra rumors e ipotesi

In superficie regna la calma ma nel centrodestra alatrense le acque sono tutt’altro che immobili. A diciotto mesi dalla fine del mandato, il sindaco Maurizio Cianfrocca osserva in silenzio i primi segnali di movimento all’interno della coalizione che lo sostiene. E sa che il tema del bis sarà presto inevitabile.

Roberto Addesse

Per ora nessuno lo dice apertamente ma le manovre sono iniziate. La Lega da settimane fa circolare il nome di Roberto Addesse come possibile candidato alternativo. Nessuna smentita ufficiale, segno che l’ipotesi, più che una voce, è un messaggio.

Sul fronte opposto, Fratelli d’Italia resta ferma su una linea chiara: se non sarà Cianfrocca, non potrà essere un leghista. Il Partito di Giorgia Meloni rivendica di essere la forza più rappresentativa del centrodestra ad Alatri e non intende restare spettatore.

È un equilibrio fragile, fatto di sorrisi pubblici e silenzi strategici. Nessuno si espone, ma nel sottobosco politico si avverte il fermento.

Il riposizionamento come tattica

Maurizio Cianfrocca

C’è anche chi, nelle ultime ore, ha ipotizzato uno scenario da “fantapolitica”: e se Cianfrocca decidesse di uscire dall’area civica per aderire ufficialmente a uno dei partiti della coalizione? Una mossa che cambierebbe radicalmente i rapporti di forza, rimescolando il mazzo proprio alla vigilia della partita più delicata.

Dalle file di Forza Italia ammettono con un sorriso: “In quel caso tutto tornerebbe in discussione”.

Per ora, però, nessuno affronta apertamente il nodo del secondo mandato. Né Forza Italia, né la Lega, né Fratelli d’Italia hanno ancora messo il tema all’Ordine del Giorno. E in politica, si sa, quando il silenzio dura troppo, spesso è il segnale che qualcosa — sotto la superficie — si sta già muovendo.