
A prescindere dalle opinioni, il dibattito sul Brt a Frosinone manda una serie di segnali alla politica. Di entrambi i fronti. Coinvolge ed appassiona. La posizione di Legambiente. E la necessità di un confronto vero
L’ultimo in ordine di tempo è stato Stefano Ceccarelli, presidente del Circolo Legambiente di Frosinone: ambientalismo illuminato. E senza giri di parole. «Il dibattito di queste settimane sul Bus Rapid Transit è rivelatore di una diffusa incapacità di immaginare un futuro per la città che liberi i suoi abitanti dall’incubo della cappa di smog che la avvelena e attenui il predominio assoluto dell’auto privata negli spostamenti». Vero. Difficile da contestare.
Così come nel momento in cui dice che «in un mondo che cambia a ritmi vorticosi non si può restare ancorati alle scelte e alle abitudini del secolo scorso». Perché a Frosinone saremmo ancorati ad idee ormai sorpassate? Ceccarelli non ha dubbi: «Negli ultimi decenni sembra essersi fatta strada una sorta di mutazione antropologica, di certo accentuata dall’invecchiamento demografico, che tende a puntellare la fortezza dello status quo e vede ogni scostamento dalla routine quotidiana come una minaccia alla propria comfort zone». In sintesi: stiamo invecchiando, abbiamo paura dei cambiamenti, non vogliamo rischiare di perdere le nostre comodità.
Mette di fronte alla realtà: fino a qualche anno fa il potenziamento di bus e circolari, del trasporto pubblico locale in genere, la diffusione della ciclabilità «erano unanimemente percepiti come la soluzione ai problemi della congestione urbana, dell’inquinamento e dell’invivibilità complessiva della città; oggi sono viste invece come una minaccia».
Il dibattito dimenticato

Si può essere d’accordo o meno. Ma a prescindere da questo c’è un altro elemento più importante: erano anni che a Frosinone non si assisteva da un dibattito tanto partecipato su un’iniziativa dell’amministrazione Comunale. Tutta questa passione è legata al fatto che Brt, isole pedonali e mobilità sostenibile in generale toccano in maniera immediata la vita quotidiana delle persone.
È una circostanza positiva. E di più ancora lo è la scelta del sindaco di trasformare in dibattito aperto la seduta di Consiglio chiesta dalle minoranze. Perché? Oggi facciamo infinite chiacchiere e polemiche “virtuali” sui Social: quando invece ci si confronta realmente in un contraddittorio vero le cose cambiano. Perché si tocca con mano la polpa viva del problema e si scopre che la verità non sta mai da una sola parte ma bisogna sceglierne un po’ ed un po’. Un esempio concreto?
I commercianti della zona bassa di Frosinone, quelli che hanno le attività sull’asse dello Scalo fino a De Matthaeis, temono una riduzione degli incassi dovuti al percorso del Brt e delle isole pedonali; perché temono che meno auto in strada possa significare meno gente davanti alle loro vetrine. Vero e legittimo. Tanto quanto quelli che hanno i bambini con le allergie e vivono con i broncodilatatori a causa delle micro particelle che poco alla volta ci uccidono. Altrettanto vero e più che legittimo.
Guai a buttarla in caciara

Il sindaco Riccardo Mastrangeli sta cercando una soluzione di prospettiva. Partendo da un dato: tra pochissimo una norma diventerà efficace in tutta l’Europa (anche a Frosinone quindi) e vieterà alle macchine più inquinanti di entrare in città. Quali sono le auto inquinanti? A spanne poco meno della metà dei veicoli in circolazione a Frosinone. La soluzione? Inventare oggi una mobilità alternativa che ci faccia trovare pronti per domani.
In ogni caso, sono molte le circostanze che non possono essere sottovalutate sia dal sindaco Mastrangeli che dai Consiglieri Comunali per celebrare il 31 luglio in maniera costruttiva il Consiglio comunale sul Brt in adunanza pubblica aperta. Guai a tentare di buttarla in caciara.
Uno. La partecipazione, sempre crescente, dei cittadini alle varie manifestazioni di protesta, organizzate dai Consiglieri comunali che hanno firmato la richiesta del Consiglio comunale straordinario. Cinque dei quali sono espressione della maggioranza. Lunedì sera davanti alla Chiesa della sacra famiglia erano quasi un centinaio: sono numeri indicativi, per una città come Frosinone, storicamente piuttosto restia a rispondere agli stimoli della protesta de a scendere in piazza.

Due. Derubricare il crescente sentimet cittadino di contrarietà al BRT a ” quattro gatti” è sbagliato, e denota una visione superficiale delle cose.
Tre. L’altra sera allo Scalo è partita anche una petizione contro l’iniziativa dell’amministrazione comunale. E siamo a due raccolte di firme. Si perché nel Capoluogo è stata lanciata recentemente, anche un’altra raccolta all’interno degli spazi della Villa Comunale, ogni sera dalle 20 alle 23. È quella promossa dall’associazione dei Medici di Famiglia per l’Ambiente, contro la realizzazione del forno crematorio. L’associazione è rappresentata dai dottori Teresa Petricca e Giovanni Martino, peraltro consiglieri del nuovo gruppo consiliare FutuRa .
L’aspetto politico
E queste sono le vicende che coinvolgono una parte attiva della cittadinanza. Non si può non sottolineare però anche l’aspetto squisitamente politico di entrambe le iniziative di partecipazione cittadina. Oggettivamente paradossale. Si tratta di azioni promosse da una parte significativa di Consiglieri di maggioranza che però al momento di candidarsi avevano firmato e sottoscritto il programma elettorale e di governo del sindaco Mastrangeli. Cioè avevano firmato per accettazione quello che avrebbe fatto in casi di vittoria.

Ulteriore elemento da non sottovalutare è che nei confronti del BRT e delle isole pedonali hanno preso posizione commercianti di Frosinone che, storicamente, non votano a sinistra. Basta transitare su via Marittima e Via Aldo Moro e vedere quanti e quali commercianti hanno esposto sulle vetrine dei propri negozi la locandina con su scritto “Basta! NO Isole, NO BRT“.
È chiaro che l’Amministrazione Mastrangeli non può rivedere integralmente le proprie decisioni in tema di mobilità sostenibile. Anche perché sono oggetto di importanti finanziamenti che non si possono perdere in alcun modo, perché una parte dei cittadini si lamenta e non le vuole. Non funziona così, non solo a Frosinone. Ma da nessuna parte.
È importante invece che nel capoluogo sul BRT si faccia una discussione seria, costruttiva, intelligente, rispettosa degli interessi di tutti. Aperta al recepimento di contributi migliorativi e non alimentata da posizioni ideologiche. Il tutti contro tutti, non serve, non paga, non risolve il problema.