Quel segnale che Rosita manda andando in Aula

Rompe il silenzio l'ex assessore ai Servizi Sociali messa alla porta. Respinge le accuse alla base della scelta fatta dal sindaco. E manda un segnale politico andando in Aula

Il sindaco Taddeo ha  avuto il potere di revocarmi la delega alle Politiche Sociali ma nella polemica sulla soppressione dei Centri Diurni riservati alle persone diversamente abili avrei meritato un po’ più di rispetto che purtroppo non c’è stato”. A venti giorni dalla sua clamorosa “cacciata” dalla Giunta di centrodestra che governa il Comune di Formia, Rosita Nervino domenica ha deciso di interrompere il suo silenzio.

Era iniziato l’otto dicembre scorso.  Era domenica e nonostante la giornata festiva per la ricorrenza dell’Immacolata, sull’Albo Pretorio on line del Comune di Formia veniva pubblicato il Decreto Sindacale che, dopo mesi di altissima tensione, metteva l’assessora fuori dalla Giunta comunale FI – FdI.

Il ritorno in Aula e la dichiarazione

Rosita Nervino

L’ex assessore Nervino ha preso carta e penna nell’ultima domenica del 2024. Lo ha fatto all’indomani del suo clamoroso ritorno nell’Aula Consiliare di Formia. Lo ha fatto sabato, ufficialmente come spettatore del Consiglio Comunale riunito su richiesta delle Minoranze. Convocato proprio per fare chiarezza sulla soppressione dei Centri Diurni da parte della Giunta Taddeo. Si parlava del lavoro che lei ha portato avanti per anni ed è andata ad ascoltare.

Ma forse c’è anche un altro segnale politico. Che l’ex responsabile alle Politiche Sociali del Comune di Formia potrebbe aver voluto mandare con la sua presenza fisica nella sala “Ribaud”. Destinatario, il sindaco di Formia. Che senza molti giri di parole le aveva rimproverato di non essere in linea con le scelte dell’amministrazione. Una su tutte: quella di cambiare la gestione dei Centri Diurni in località ex Enaoli.

E non solo. La pagliuzza che ha spezzato la trave della fiducia del sindaco verso la sua assessora è stata la presenza dell’assessora ad una manifestazione tenuta il 3 dicembre dai familiari degli ospiti nei Centri Diurni; una protesta sostenuta da alcune forze di minoranza. In pratica: anziché difendere l’operato della Giunta di cui faceva parte l’assessore Nervino avrebbe sostenuto chi contestava l’esecutivo cittadino.

La copertura politica

Il deputato Ue Salvatore De Meo (a sx) e Pietro De Meo (a dx)

Lineare il comportamento del sindaco: venuta meno la fiducia si ritirano le deleghe. Allora cosa voleva dire politicamente la presenza dell’ex assessora Nervino tra il pubblico che assisteva al Consiglio?

Per capirlo bisogna allargare l’inquadratura. E fissare lo sguardo su chi stava seduto accanto a lei. È Pietro De Meo che nel panorama politico di Forza Italia e del centrodestra conta. Tanto. Alle amministrative del 3 e 4 ottobre 2021 era stato uno dei più votati (quasi 700 preferenze personali) nella lista degli azzurri. Ma dovette rinunciare a sedere in Consiglio comunale perché era diventato nel frattempo incompatibile. Conseguenza di un nuovo incarico nell’Arma dei Carabinieri. 

De Meo tre anni fa rinunciò al suo mandato consiliare ma venne riconosciuto il suo peso elettorale con la nomina ad assessore della fedele Rosita Nervino. Una dinamica alla quale non fu estraneo il Coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone che ha molto in considerazione l’ufficiale.

Ora che Rosita Nervino non più assessore al comune di Formia (scelta politica legittima del sindaco) la presenza di De Meo nell’Aula consiliare al suo fianco può essere letta come un evidente segnale politico: “I miei voti al ballottaggio sono stati determinanti per l’elezione del sindaco Taddeo. Un ‘mio’ assessore può essere messo fuori ma un passaggio politico preventivo occorre”. Che è una libera interpretazione, non sostenuta da dichiarazioni ufficiali.

Accuse respinte

L’Aula Ribaud

Un fatto è certo. Nessuno della maggioranza (gruppo consiliare e Giunta) si è avvicinato  (anche epidermicamente) al duo De Meo-Nervino. Che ha affidato  domenica sera ad una nota per esprimere il “mio rammarico” in considerazione del fatto che al centro di questa vicenda ci sono state “le persone vulnerabili e, in particolare, quelle con disabilità”.

L’ex assessore Nervino spiega che rifarebbe la scelta di tacere per 20 giorni: “Ho scelto fino ad ora di non intervenire pubblicamente proprio per non alimentare un clima di polemiche e illazioni”. Ma respinge al mittente le accuse del sindaco Taddeo e del vice sindaco Giovanni Valerio. “Toni e affermazioni che naturalmente non condivido. Fatti che non sono corrispondenti alla realtà” ha chiosato la Nervino.

L’ex assessora sostiene che le ragioni scritte nel decreto di revoca “sono state formulate senza ragione e senza confronto. L’istituzione del centro diurno comunale per disabili è sempre stata per me un obiettivo importante. Le difficoltà incontrate nel progetto non sono mai state legate a una mia mancanza di impegno ma all’assenza di strutture idonee ed altre difficoltà, che non ne hanno permesso la concretizzazione“.

Senza ripensamenti

Il sindaco Gianluca Taddeo

Infine, Rosita Nervino rimprovera la mancanza di comunicazione e di confronto su una decisione per l’otto dicembre: “è stato profondamente irrispettoso sia a livello umano che istituzionale. Questa situazione è stata gestita in maniera ingiusta e poco seria. Se la mia rimozione fosse stata necessaria per un’azione politica con cui rafforzare la maggioranza o altro, sarebbe bastato comunicarlo con correttezza e trasparenza”. 

Non ha dubbi né sulla scelta fatta né sull’iter seguito il sindaco di Formia Gianluca Taddeo. A metterlo in chiaro è stata la replica fatta in Consiglio comunale: lineare, coerente, ha sostenuto che quanto doveva riferire sulla revoca dell’assessora alle Politiche Sociali l’ha scritto in una sua nota ufficiale.

Sulla questione dei Centri, il sindaco ha posto un preciso timing: l’apertura nella primavera 2025 di un Centro Diurno per le persone diversamente abili subito dopo l’approvazione del prossimo bilancio di previsione. 

L’opposizione ipotizza presunte “gravi irregolarità sull’erogazione sinora dei contributi  ai gestori dei centri diurni dal 5 dicembre 2024 a ritroso nei cinque anni precedenti”: la Segreteria comunale ha aperto una verifica interna per accertare eventuali violazioni di qualsiasi natura.

Resta sul tappeto il problema contingente: fino alla primavera 2025 i disabili restano a casa e senza assistenza.