Quella Anagni dem che aspetta la soluzione del pasticcio delle tessere

Il cattivo sangue tra Sordo e Manunza e le sorti di una ricomposizione sperata appesa al difficile match Fantini-Migliorelli

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Tra quelli che, in provincia di Frosinone, stanno aspettando che il Partito Democratico possa risolvere le sue beghe interne e superare il pasticcio delle tessere per eleggere la nuova segreteria, ci sono 140 persone di Anagni. Persone che corrispondono alle 140 tessere che sono state fatte nel territorio della città dei papi in vista del congresso.

Un numero importante, che evidenzia la salute di un Partito che, solo pochi anni fa, si era ridotto a 33 iscritti sul territorio. Numeri, quelli sì, da coma profondo, che lasciavano pensare ad una dissoluzione imminente.

Che, invece, non c’è stata, permettendo, sia pure con tutte le difficoltà del caso, la rinascita di un orizzonte possibile a sinistra.

Il match a due

Detto questo, perché nella Città dei Papi la sfida tra Migliorelli e Fantini crea un’ansia maggiore? Maggiore rispetto a quella, fisiologica, dettata dalla giusta curiosità di sapere chi guiderà il partito nella stagione prossima ventura?

Per rispondere alla domanda, basta ricordare che in città il partito vive, e non da oggi, una spaccatura profonda. Una divergenza di vedute legittima, ma non per questo meno lacerante. Divergenza che vede da una parte una maggioranza capitanata dal segretario cittadino Francesco Sordo. Tra lui ed una minoranza (riunita nella corrente Rinnovamento) che fa capo ad Angela Manunza, la sfidante di Sordo all’ultimo congresso locale.

La mossa di Luca

Come noto, tra le due parti, al di là delle foto ufficiali, non è mai corso buon sangue. Una fibrillazione resa ancora più consistente dalla mossa del consigliere comunale di LiberAnagni Luca Santovincenzo (a cui la componente Rinnovamento è vicina).

Consigliere che ha scritto ai vertici nazionali regionali e provinciali del Pd e dei 5 Stelle chiedendo loro di criticare ufficialmente una Segreteria, quella locale, che avrebbe tradito la vocazione progressista del Partito.

Una mossa che ha, di fatto, azzerato i tentativi di arrivare ad una ricomposizione tra le parti. Che oggi sono distinte e distanti. Ecco perché il congresso provinciale, e la relativa nuova segreteria, è diventato un appuntamento atteso con ansia anche ad Anagni. Perché sarà da lì che si vedrà come ed in che modo far ripartire il dialogo tra le parti.

La speranza di molti, in città e non solo, è che la composizione della nuova segreteria, possa permettere di suscitare in tutte le anime in campo un atteggiamento più conciliante.

Evitando così un’ulteriore spaccatura che avrebbe effetti ancora più deleteri sul panorama progressista cittadino.