
Oggi a mezzogiorno l'annunciato avvicendamento in Giunta ad Anagni. Che ricorda tanto il passaggio di consegne tra Renzi e Letta. Per l'assessore uscente però i risultati impongono di proseguire la collaborazione "in forme e modi da definire”
Qualcuno lo ricorderà anche se sono passati 10 anni, un’era geologica in ambito politico. Era il 22 febbraio 2014: Enrico Letta, presidente del Consiglio dei Ministri sostenuto da una maggioranza di centrosinistra, viene messo da parte dal rampante (allora) sindaco di Firenze Matteo Renzi. Che, da neo Segretario del Partito Democratico, decide di volersi giocare tutte le sue carte nell’avventura di Governo.
E così, dopo una tempestosa riunione di Partito (e dopo il famoso “stai sereno Enrico“), decide di mettere da parte Letta per diventare egli stesso Presidente del Consiglio. Poche volte la cerimonia del passaggio di consegne, con tanto di cessione del campanellino usato dal premier per aprire e chiudere la seduta, è stata tanto significativa. Da una parte un Renzi soddisfatto e sicuro di sé; dall’altra parte un Letta scuro in volto. Che non guarda il suo successore nemmeno per sbaglio.
Il passaggio di consegne

Il ricordo di quell’episodio di dieci anni fa è tornato prepotente durante la cerimonia del passaggio di consegne che c’è stata poche ore fa ad Anagni. La famosa staffetta; il passaggio tra Anna De Lellis (Idea Anagni) e Chiara Stavole (Forza Italia) annunciato all’inizio del Natalia II. Un modo per equilibrare una coalizione in cui non c’era posto per tutti se non a condizione di smezzare un assessorato ed assegnarlo a due forze politiche attraverso una straffetta. Che per forza di cose non può essere indolore.
Un’istantanea lo mette in evidenza, al di là delle foto di ordinanza e dei comunicati ufficiali. Basta guardare la foto ufficiale: sorriso d’ordinanza per il sindaco Daniele Natalia; più tirata, ma comunque soddisfatta, la faccia del neo assessore Chiara Stavole. Decisamente meno contenta l’immagine di Anna De Lellis. Che stringe la bocca, serrando le labbra in una posa per lei inconsueta. E che, durante i pochi secondi in cui deve dire la sua, fatica a non piangere per la commozione.
Risultati concreti

Il perché della faccia della De Lellis è chiaro. Il passaggio di mano è legato ad un equilibrio politico che deve essere garantito ed è del tutto estraneo ai risultati portati in questo anno di attività dall’assessore. C’è un “patto tra gentiluomini” da rispettare (anche se il capogruppo Vecchi specifica che non c’è mai stato, in questo senso, un documento firmato, chiarendo, tra il serio ed il faceto, di “aver subìto la decisione“). Ma la parola è parola ed in politica fa la differenza tra gli uomini affidabili e quelli ai quali non dare retta. Anche se i patti non sono stati messi neri su bianco ma sugekkati solo da una stretta di mano.
Il primo cittadino ricorda che la cosa era stata già stabilita da tempo. Ma dice anche che “in politica, al di là delle forme, contano i risultati“. Risultati che, fino a prova contraria, la De Lellis ha portato a casa. Qualche esempio? Valorizzazione dei prodotti tipici; rassegna Anagni da gustare; Fuori festival; progetto Dopo di noi. Tutte idee che portano la firma dell'(ex) assessore.

Il cinismo della politica dice che contano più gli equilibri da mantenere che le cose fatte. Perché senza equilibri non c’è amministrazione. Daniele Natalia non si nasconde dietro un dito: riconosce la priorità di salvaguardare la compattezza della coalizione (nota a margine; durante la conferenza più di qualcuno ha ribadito che “il gruppo è unito“). Alla De Lellis, Natalia riconosce soprattutto il valore del lavoro fatto ai servizi sociali (“il nostro fiore all’occhiello“). Tanto da assicurare il prosieguo della collaborazione della De Lellis con la sua maggioranza, in forme e modi che sono ancora da stabilire.
Si vedrà. Resta l’immagine finale; dopo le foto di rito, il gruppo va a festeggiare al bar sotto il palazzo comunale; la De Lellis se ne va da sola. Tenendosi a debita distanza dal suo capogruppo Guglielmo Vecchi. Ma forse è solo un caso.