
Il capogruppo della Lega e ciò che resta della civica del sindaco annunciano la revoca della fiducia a Mastrangeli e l'appoggio esterno. Ma le cose, nella sostanza, non cambiano. Tranne per forza Italia che è l'unica a guadagnarci. Ecco perchè
«Non ci potevo credere. Mi sono rifiutato di crederci fino al 24 febbraio. Fino al momento dell’annuncio di Vladimir Putin alla televisione. Ma mi ero accorto che avevamo visite sempre più frequenti di generali che controllavano i materiali, i mezzi, l’equipaggiamento. Pensavamo tutti che magari non era proprio un’esercitazione, ma al massimo volevamo mostrare un po’ i muscoli all’Ucraina. Che avremmo fatto un po’ di scena al confine e poi sarebbe finito tutto, come altre volte. Lo pensavamo tutti. Non ci ho creduto fino all’inizio dell’invasione»: Alexander è un ufficiale di carriera russo, ha 25 anni ed è laureato all’Accademia dell’Esercito come ingegnere del genio militare. È entrato in Ucraina all’alba del 24 febbraio 2022. Ci è rimasto per sei mesi, rischiando più volte la vita, dopo è diventato un disertore.
Non ci credeva. Non poteva credere che dalla sera alla mattina la sua vita fosse stata catapultata nel pieno di una guerra. Nel Ventunesimo secolo ma crudele e cruenta più di quella combattuta nel Ventesimo. Con la stessa naturale incredulità, l’amministrazione comunale di Frosinone assiste ad un progressivo, parziale, cambio del fronte. Dove gli amici con cui hai brindato ieri sera sono gli avversari di questa mattina. Dove quelli con cui nel 2022 hai sottoscritto il programma amministrativo, affrontato la campagna elettorale, ora sono i nemici che stanno cercando di avvelenare i pozzi. Per un motivo che a nessuno è chiaro esattamente come non lo è stato per il capitano di fanteria Alexander.
Il piano inclinato

Ha tutta l’apparenza di un piano inclinato, la situazione politica al Comune di Frosinone. Nel quale le cose si avviano verso una discesa progressiva ed inarrestabile. Incontrovertibile. Ma è solo apparenza.
Incrementata da quanto accaduto in queste ore. Dopo Forza Italia, adesso a dichiarare l’appoggio esterno sono ciò che resta della Lista Mastrangeli ed il capogruppo Domenico Bortone della Lega. Lo fanno con due note distinte.
“Viste le scelte amministrative non condivise, nonostante da mesi vengano portate all’attenzione del sindaco e della giunta – dichiarano Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella eletti nella Lista Mastrangeli – senza nessun riscontro la nostra lista non può che dichiarare l’appoggio esterno all’attuale amministrazione”.
Deciso anche Giovanni Bortone, consigliere e capogruppo della Lega: cioè il Partito che ha come coordinatore provinciale il due volte sindaco ed oggi deputato Nicola Ottaviani. Il Partito che ha indicato Riccardo Mastrangeli come candidato sindaco, seppure civico. “Alla luce di questa ennesima scelta che rischia di essere deleteria per la città dichiaro l’appoggio esterno all’amministrazione del Comune di Frosinone”.
Il piano in piano

In realtà, quello che appare un piano inclinato è un piano più piatto di una tavola allineata con la livella. Apparenze: sono solo apparenze quelle messe in campo nel corso delle ultime ore. Che puntano a logorare il sindaco, ma in realtà ad attribuire maggiore spinta alle rivendicazioni di Forza Italia che sta usando Frosinone e le principali città del Lazio per logorare il centrodestra regionale. (Leggi qui: Il rischio di assedio per il sindaco di Anagni).
È un logoramento però più sulla forma che nella sostanza. Perché? L’appoggio esterno annunciato questa sera non aggiunge né toglie nulla a quanto già stanno facendo nei confronti dell’amministrazione i consiglieri malpancisti. Quello avvenuto nelle ultime ore è solo la formalizzazione di quanto è evidente da tempo: sono loro la vera opposizione all’amministrazione Mastrangeli.
La loro attività risulta incidente perché è unica ed esclusiva. Cioè: dal momento che chi dovrebbe fare davvero l’opposizione (la minoranza) non la fa. E se arriva qualcuno che inizia a mettersi di traverso diventa visibile il doppio perché manca il titolare dell’azione di contrasto.
A chi conviene

Quella in atto è una strategia che conviene soprattutto (se non esclusivamente) a Forza Italia. Che nelle prossime settimane avrà un nuovo confronto ma a quattro con il sindaco Riccardo Mastrangeli. (Leggi qui: Mastrangeli ed il secondo step con Fazzone per chiudere la crisi).
Perché in questo modo, il valore delle azioni (leggasi dei voti in Aula) di Forza Italia aumenta in maniera esponenziale. Il loro rientro nel seno della maggioranza avrà un prezzo più alto. Proprio in virtù della presa di posizione fatta questa sera dal capogruppo leghista e dai consiglieri della civica Mastrangeli.
Un problema politico c’è ed è innegabile. Al di là dell’incontestabile lavoro amministrativo messo in campo dal sindaco, sul piano politico la sua lista civica nel giro di appena due anni si è dissolta. E altrettanto la posizione del capogruppo Bortone mette in imbarazzo la Lega. Che comunque continua ad esprimere un assessore in Giunta.

Cosa accade ora. Sul piano amministrativo: nulla. I cinque malpancisti, in tutte le proiezioni, del sindaco circa i numeri in Aula necessari per approvare le delibere non erano comunque compresi tra i 17 voti che servono per amministrare Frosinone. Diversa la situazione sul piano politico: Mastrangeli seguirà ogni strada percorribile per ricucire con Forza Italia, il cui valore adesso è salito, insieme al suo potere contrattuale: è un Partito, parte attiva di una coalizione anche nazionale. Proprio per questo il sindaco nulla farà per recuperare gli altri tre consiglieri. Viceversa, se non governerà questo aspetto, si ritroverà incredibilmente sulla linea del fronte: esattamente come i carristi russi mandati senza preparazione né preavviso in Ucraina.