A Frosinone la Tari più bassa: lo dice il rapporto CittadinanzAttiva:

Secondo il report l'aumento è stato del 10% ma il capoluogo ciociaro spicca anche per la percentuale di raccolta differenziata più alta

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

I dati parlano chiaro: è di 376 euro la spesa sostenuta durante il 2024 nel Lazio per la Tari. Una spesa in aumento rispetto al 2023.  È quello che emerge dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di CittadinanzAttiva, pubblicato in queste ore. Che cosa dice il Rapporto?

Che aumenta del 5,5% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia nel Lazio per la tariffa dei Rifiuti. In media nel 2024 è di 376 euro rispetto ai 360 euro dello scorso anno. Spiccano le differenze fra i singoli capoluoghi: 432 € a Latina, 332 € a Frosinone, dove l’aumento è stato però ben del 10%

L’aumento medio su scala nazionale

A livello nazionale la spesa si attesta sui 329€, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. Nel Lazio invece siamo ancora al 54,5% con notevoli disparità fra i singoli capoluoghi.

Anche in questo caso, si va dal 69,6% a Frosinone ad appena il 44% a Latina.

L’indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024 ed ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva e di addizionali provinciali.

COMUNETARI 2024TARI 2023VARIAZIONE
Frosinone332 €302 €+10,0%
Latina432 €460 €-6,2%
Rieti373 €341 €+9,4%
Roma394 €378 €+4,2%
Viterbo348 €320 €+8,8%
Media376 €360 €+5,5%

Dove ci sono stati gli aumenti e dove la tariffa è scesa? Il quadro è questo.

COMUNEPRODUZIONE PRO-CAPITERU RD 2022
Frosinone498,5 ↑69,6% ↑
Latina520,1 ↓44,0% ↑
Rieti487,6 ↑55,3% ↑
Roma579,4 ↑45,9% ↑
Viterbo408,6 ↓55,8% ↓
Media501,4 ↓54,5% ↑
La tabella con le riduzioni pro capite

Il quadro nazionale di tariffe e differenziata

Nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di €329 con un aumento del 2,6% circa rispetto all’anno precedente. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203€), mentre la Puglia è la più costosa (426,50€ con un aumento di oltre il 4% rispetto all’anno precedente).

Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594€ annui, senza variazioni sul 2023. Trento invece è quello in cui si paga meno: 183€, di poco inferiore rispetto al 2023.

Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno. Entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena.

Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati. Variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti. Secondo i dati raccolti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021).

Variazioni e dati Ispra

La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 Kg/ab.) seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal Sud (454 Kg/ab.). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+ 1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica.

A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%). A livello di capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%). In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al di sotto dell’obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con percentuale di raccolta differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%.