Cosa c'è dietro l'iniziativa di Lega, Lista per Frosinone, Lista Ottaviani e del consigliere Marco Sordi. E' una mossa politica per valutare la tenuta della nuova formazione che si pone come "guardia pretoriana" del sindaco in vista della fine della legislatura e delle elezioni del 2027. Cambia lo scenario con Fratelli d'Italia in una posizione da spettatore e a volte anche critica verso l'amministrazione
È una sottile mossa politica: il forno crematorio di Frosinone, da semplice impianto da realizzare è diventato il catalizzatore di una nuova fase politica nel capoluogo. La richiesta di un referendum popolare avanzata dai gruppi consiliari Lega, Lista per Frosinone, Lista Ottaviani e dal consigliere Marco Sordi non è solo un esercizio di democrazia ma un segnale politico chiaro. Un banco di prova per pesare consensi, costruire alleanze e soprattutto ridefinire gli equilibri in vista del 2027.
La proposta arriva con toni quasi da preambolo costituzionale: si invocano trasparenza, partecipazione, principio di precauzione. Ma dietro il lessico alto, c’è una strategia ben congegnata: lanciare un messaggio forte — “decidano i cittadini” — e insieme marcare il territorio, sia in senso fisico che politico.
La nuova “guardia pretoriana” di Mastrangeli

Attorno al referendum si muove con disinvoltura un asse sempre più compatto: una sorta di nuova “guardia pretoriana” del sindaco Riccardo Mastrangeli, già saldamente operativa anche se non ancora formalmente unificata in un unico gruppo consiliare. I consiglieri parlano con una sola voce, si muovono con una sola agenda.
Figure come Corrado Renzi e Sergio Verrelli (Lista per Frosinone) incarnano questa fase: pragmatica, ordinata, con un occhio al consenso e l’altro al futuro assetto politico della coalizione. Sul tavolo non c’è solo il destino di un impianto ma la costruzione di una narrazione che — a colpi di referendum — punta a radicare legittimazione popolare ed a consolidare un blocco politico in grado di reggere la partita del dopo-Ottaviani.
Una rinnovata ultima linea di difesa politica intorno al sindaco Riccardo Mastrangeli che però ruota attorno alla figura dell’onorevole Nicola Ottaviani, Coordinatore provinciale della Lega, ex sindaco e oggi più che mai regista politico dell’amministrazione Mastrangeli. Il primo cittadino del capoluogo sembra aver trovato in questo blocco compatto la sua nuova corazza.
Cambio di scenario

Se prima era Fratelli d’Italia a fare da scudo e da bodyguard del sindaco, oggi il Partito di Giorgia Meloni si è ritagliato un ruolo diverso: quello di spettatore, a volte sollecitatore, talvolta persino critico verso Mastrangeli. Il tempo delle difese ad oltranza è finito. Si è aperta una nuova fase in maggioranza che porterà dritti alle prossime elezioni del 2027. Come direbbe Flaiano però: “La situazione è grave ma non seria“.
E mentre il dibattito sul forno crematorio infiamma le piazze e le associazioni ambientaliste si mobilitano, in particolare con il gruppo consiliare FutuRa decisamente contrario all’impianto, in Aula si gioca una partita ben più strategica.

Il sindaco si affretta lentamente alla ricerca del 17° consigliere, che possa certificare la tenuta numerica della sua maggioranza, consapevole e forte del fatto che l’asse con l’ex sindaco Domenico Marzi – da alcuni detrattori definito “innaturale” – in realtà è destinato a durare. E chi non vede di buon occhio questa collaborazione, se ne faccia una ragione. “Così è se vi pare”, direbbe Pirandello.
Verso le elezioni 2027
La politica locale si sta riorganizzando in vista delle elezioni del 2027. Il gruppo Ottaviani-Mastrangeli con Lega, Lista per Frosinone, Lista Ottaviani, più la “territorializzazione” di Sordi, si comporta ormai come un’unica entità, con una regia chiara e una strategia che guarda al futuro.

Fratelli d’Italia, invece, sembra aver perso il ruolo di attore per assumere quello di spettatore (per il momento), lasciando spazio a una narrazione dove il centrodestra potrebbe trovarsi di fronte ad un bivio tra qualche tempo: da una parte Mastrangeli e i fedelissimi dell’ex sindaco Ottaviani, dall’altra il resto del mondo.
In questo clima, il referendum sul forno crematorio diventa quasi un test di popolarità, un sondaggio mascherato per misurare il consenso e la capacità di mobilitazione, una pre campagna elettorale. E se il tema è delicato – tra salute pubblica e impatto ambientale – la sua gestione politica è tutt’altro che neutra.
Come diceva Machiavelli “gli uomini dimenticano più facilmente la morte del padre che la perdita del patrimonio“. A Frosinone, il patrimonio politico si sta ridefinendo, tra alleanze trasversali e nuove guardie pretoriane.

















