Regione, la Lega blinda la sua posizione: guerra di trincea

Cosa accade ora in Regione dopo il nuovo segnale lanciato da Forza Italia. La Lega chiude la porta ad ogni discussione che la coinvolga: "Già dato”. Maretta in FdI.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Si chiama strategia di logoramento. Per capire cosa sta accadendo nella Regione Lazio bisogna sfogliare Vom Einzelschuß zur Feuerwalze, nella sua versione italiana “Da un singolo colpo a un rullo di fuoco. La corsa tra tecnologia e tattica nella Prima Guerra Mondiale”. Lì Hans Linnenkohl spiega in maniera magistrale la strategia tipica delle guerre di trincea, combattuta fra eserciti non in grado di prevalere l’uno sull’altro attraverso scontri decisivi.

Il segreto sta nel riuscire ad imporre al nemico un consumo di risorse tale da non consentirgli il proseguimento della guerra. È esattamente quello che sta andando in scena in Regione Lazio: dove ieri ancora una volta i due assessori di Forza Italia hanno disertato la riunione di Giunta.

Guerra di Trincea

Claudio Fazzone ed Antonio Tajani (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Fa parte della strategia di logoramento messa in atto dal Coordinatore Regionale Claudio Fazzone. Vuole logorare la maggioranza del presidente Francesco Rocca, impedendogli di governare fino a quando non prenderà atto dei nuovi numeri raggiunti dal suo Partito durante l’ultimo anno. Forza Italia ha eletto 3 Consiglieri ma oggi può contare su 8 voti in Aula: 2 li hanno portati i consiglieri del Movimento 5 Stelle migrati sotto le bandiere azzurre, 2 li hanno portati i consiglieri che hanno lasciato la Lega, 1 arriva dal patto con i centristi di Maurizio Lupi. Il nodo del contendere sta tutto qui: Forza Italia ha 8 voti ed esprime in Giunta 2 assessori, la Lega è scesa ad 1 Consigliere ma mantiene 2 assessori.

Il presidente Francesco Rocca è un fine conoscitore della trincea: la frequenta da quando era presidente della federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa; lì si confrontava con gente che bombardava e mitragliava mentre lui doveva allestire i campi nei quali salvare i disperati in fuga. In Regione Lazio si è attestato e sta aspettando: a Claudio Fazzone ha detto che ha ragione ma siccome lui è un presidente e non un duce bisogna che si trovi un accordo con il resto della coalizione. E nel frattempo logora Forza Italia: che ha raddoppiato le sue truppe ma bisogna pur farle mangiare spiega Vom Einzelschuß zur Feuerwalze. Cioè: chi è andato dal M5S e dalla Lega in Forza Italia s’è trasferito sperando in un assessorato o una presidenza; che continuano a non arrivare. È la tattica di Rocca.

La mossa di Fazzone

Claudio Fazzone (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Non potrà durare a lungo. Una soluzione va individuata entro i prossimi giorni, forse entro la fine di questa settimana. Perché il logoramento sta arrivando al punto di rottura. Forza Italia rimane saldamente attestata sulle sue posizioni. Consolidate nelle scorse ore dalla linea espressa dal suo Presidente nazionale Antonio Tajani: mettendo così in chiaro che quanto sta accadendo nel Lazio non è il frutto di un suo generale (Fazzone) impazzito ma una linea di Partito.

Fino a quando il battaglione di Forza Italia non si schioda dalla sua trincea non è consigliabile riunire il Consiglio Regionale del Lazio. Perché potrebbero clamorosamente mancare i numeri con cui ritenere valida la seduta: per questo l’Aula consiliare della Pisana è ferma da mesi. E per mettere in chairo che nulla si sta spostando sul fronte, nelle ore scorse i due assessori forzisti non si sono presentati nemmeno in Giunta.

La mossa della Lega

Claudio Durigon con Pasquale Ciacciarelli

A rendere la situazione analoga allo scenario della I Guerra Mondiale è la strategia attuata dalla Lega. Il senatore Claudio Durigon (diventato vice di Matteo Salvini nelle settimane scorse) ha fatto attestare i suoi disponendo che nemmeno loro si muovano di un centimetro. Blindandone le posizioni, rendendole un fortino inespugnabile. E se non si passa da lì è molto difficile risolvere la questione: perché se è la Lega ad avere perduto peso in Aula appare chiaro (a FdI) che debba essere la Lega a pagare il prezzo della crisi. Per alcuni, cedendo l’Urbanistica controllata oggi abilmente dall’assessore Pasquale Ciacciarelli. Ma lì sarà impossibile passare. In che modo Durigon ha blindato Ciacciarelli e la Lega?

La posizione del Partito è identica a quella assunta dal deputato Nicola Ottaviani quando Forza Italia ha lanciato l’assedio al suo sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli. Rispose, nella sostanza: benissimo, stabiliamo il principio ed applichiamolo anche in Lombardia; dove la Lega avrebbe più di qualche assessorato da spazzolare a Forza Italia in vari Comuni.

Riccardo Mastrangeli (Foto © Massimo Scaccia)

Claudio Durigon è stato ancora più lapidario. Riferiscono che abbia risposto: “Abbiamo già dato. Cosa avrebbe dato la Lega per risolvere questa crisi in Regione? Un vicepresidente del Consiglio Regionale ed una presidenza di Commissione. Ed a chi li avrebbe dati? Il ragionamento è semplice: andando via dalla Lega e passando in Forza Italia, Pino Cangemi si è portato la carica di Vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio. Ed Angelo Tripodi la presidenza della IX Commissione Lavoro. “Quelle sono della Lega, finora non le abbiamo rivendicate: se si accontentano è questo”.

Blindatura nazionale

Daniele Maura

Ma c’è una blindatura ancora più definitiva. Appena è arrivata alle orecchie della Lega l’ipotesi di dover rinunciare all’Urbanistica pare che il senatore Claudio Durigon abbia risposto giulivo: “Benissimo, stabiliamo un principio e firmiamo il documento anche subito. Pronto a cedere l’Urbanistica e sacrificare Ciacciarelli? Solo in presenza di un ‘principio’. Che nessuno ha voluto mettere nero su bianco e meno ancora firmare. Perché? Con quel documento, Durigon andrebbe in Regione Calabria e sulla base dello stesso principio rivoluzionerebbe la Giunta ai danni di Forza Italia. Senza contare cosa accadrebbe un minuto dopo in Lombardia.

Il che rimanda la palla nel campo di Francesco Rocca e di Fratelli d’Italia. Stanno lì un po’ dei desiderata di Forza Italia. Alcuni vorrebbero la presidenza dell’Aula del Consiglio Regionale, togliendola ad Antonello Aurigemma (FdI con un passato in Forza Italia: lo stesso peccato politico di Ciacciarelli). Ma quella poltrona non si può toccare: perché una volta eletto il Presidente non può più essere sfiduciato; l’unica possibilità è che se ne vada da solo. Ed Aurigemma pare che lì ci stia benissimo.

L’altra richiesta è la vicepresidenza della Giunta: ma toccare Roberta Angelilli (FdI) per molti apparirebbe un sacrilegio. Allora un assessore in più? Ma a quel punto alzerebbero la voce Enrico Tiero (FdI di Latina) e Daniele Maura (FdI di Frosinone) che sono stati i più votati nel collegio e nulla hanno ottenuto. Ed il clima interno a FdI in questa fase non è dei più primaverili.

Le prossime mosse

Francesco Rocca

Nelle ore scorse il presidente Rocca ha detto che “l’attività amministrativa non si è mai fermata. Certo, c’è un tema politico nel Consiglio regionale ma so che nelle prossime ore è previsto un incontro per definire le reciproche posizioni. Dopodiché il nodo si deve sciogliere“. Traduzione: fino ad oggi abbiamo finto che l’estate sia stata più lunga ora questa situazione non si tiene più, vedete di darvi una mossa e mettetevi d’accordo. Perchénon si può continuare all’infinito. Rimpasto? Bella domanda. Chiedete ai Partiti” rispedendo la palla ai coordinatori regionali di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Domani è previsto un nuovo abboccamento. Pare che l’aria sia da prendere o lasciare. Claudio Fazzone ha già messo in chiaro da tempo che per lui passare all’appoggio esterno non è un problema. Lo sarebbe per Francesco Rocca che ogni giorno dovrebbe fare i conti con i presenti ed eventuali coliche degli scontenti: a quel punto tutti diventerebbero ago della bilancia.

La protesta dell’opposizione in Regione Lazio

La soluzione diventa impellente anche perché l’opposizione ha iniziato a rumoreggiare, facendo uscire dalle mura della Pisana l’intera questione. Ed il Governo nazionale si eviterebbe questa rogna.

Nelle ore scorse c’è stato un flash mob alla Pisana. L’opposizione ha esposto i cartelli “Chiuso per poltrone“, “Lavori non in corso“. “Riaprite la Regione“. Ha annunciato che chiederà al presidente Rocca di presentarsi in Consiglio entro la fine del mese per spiegare pubblicamente come e se intende andare avanti.

Ma anche questo è solo parte di una strategia di logoramento.