Salta il tavolo che doveva risolvere la crisi nel centrodestra in Regione Lazio. Il presidente Rocca pronto a ritirare le deleghe. Forza Italia non si presenta alla Commissione Bilancio. Poche ore prima aveva ricevuto l'offerta del Governatore. Domani potrebbe saltare il Consiglio. I due scenari delle prossime ore.
Il tavolo è saltato. Forza Italia non si è presentata in Commissione Bilancio facendo saltare la riunione prevista oggi in Regione Lazio. Se non ci saranno aggiornamenti nelle prossime ore sul fronte della crisi che sta lacerando il centrodestra è destinbato a saltare anche il Consiglio Regionale convocato per domani mattina.
È la scelta dei tempi a rendere il tutto estremamente pericoloso. Perché la decisione di Forza Italia arriva poco dopo che il Governatore Francesco Rocca ha formulato per la prima volta un’offerta al Partito. Con la quale rispondere alla sua richiesta di riequilibrare la Giunta regionale ridistribuendo il numero degli assessori. Una richiesta fatta all’inizio dell’estate da Forza Italia, rivendicando il fatto di essere passata dai 3 Consiglieri eletti ai 7 che può schierare oggi grazie al passaggio di 2 eletti nel Movimento 5 Stelle e 2 dalla Lega che così è rimasta con 1 solo rappresentante in Aula. Ma entrambi i partiti hanno 2 assessori in Giunta.
La risposta di Forza Italia è stata eloquente: niente Commissione e tutti a casa, senza discutere il Piano Triennale dell’Artigianato. Se domani farà altrettanto in Consiglio si rischia il punto di non ritorno. Perché Francesco Rocca è stato chiaro: oggi ha detto “Io sono pronto a qualsiasi soluzione. Ritirare le deleghe e redistribuirle è l’estrema ratio“.
La proposta
Le indiscrezioni dicono che Francesco Rocca abbia avanzato a Forza Italia una soluzione di compromesso. Il Partito del senatore Claudio Fazzone reclama un terzo assessorato e la vice presidenza della Giunta regionale; in alternativa l’assessorato e la presidenza del Consiglio regionale.
Il Governatore avrebbe proposto: vice presidenza della Giunta (oggi nelle mani di Roberta Angelilli di Fratelli d’Italia), delega all’Urbanistica (con la disponibilità dell’assessore leghista Pasquale Ciacciarelli al sacrificio, pur di risolvere la crisi), una delega tra Cinema e Protezione Civile (dal lotto di competenze che Rocca ha ad interim) .
I rumors dicono che ci sarebbe stata maretta all’interno di FdI, contraria a cedere la vicepresidenza. Secondo una vulgata a quel punto Francesco Rocca avrebbe idealmente battuto i pugni sul tavolo facendo notare che A) Fratelli d’Italia ha guadagnato un Presidente di Regione, cioè lui dal momento che ha aderito al Partito; B) Se c’è qualcuno che deve dare le carte in nome e per conto di FdI quel qualcuno è Francesco Rocca e non altri.
In questo modo Rocca ha messo in chiaro che lui in Fratelli d’Italia non è né un ospite né uno aggregato a tempo determinato. Il presidente ha intenzione di esercitare il suo ruolo. Ha fatto sapere che in assenza di una soluzione messa a punto dai Pértiti è pronto a ritirare tutte le deleghe agli assessori per poi redistribuirle secondo un criterio scelto da lui.
Gli scenari
Esistono a questo punto più soluzioni. Se Forza Italia non si presenta nemmeno domani, Francesco Rocca può tentare un ultima mediazione. Difficile che possa fare breccia dentro Forza Italia: il presidente nazionale Antonio Tajani nelle settimane scorse ha confermato il pieno appoggio alla linea Fazzone.
Può decidere di rompere gli indugi e portare in Aula il Documento di Economia e Finanza Regionale che è bloccato da luglio, proprio per l’ostruzionismo di Forza Italia. Se lo approvasse senza i voti azzurri li sfiderebbe ad andare davvero all’appoggio esterno, come minacciato nei mesi scorsi dal Coordinatore regionale Claudio Fazzone.
A complicare lo scenario di Francesco Rocca è stata la sentenza della Seconda Sezione del Consiglio di Stato. L’altro giorno ha confermato l’assegnazione del seggio della Lega a Latina respingendo il ricorso di Frosinone: in pratica resta valida l’elezione di Angelo Orlando Tripodi con poco più di 8mila voti, seppure di un soffio, su Pasquale Ciacciarelli nonostante i suoi 14mila voti. (Leggi qui: I numeri non ci sono: il seggio rimane a Tripodi).
Perché ha complicato lo scenario? Perché Tripodi è passato in Forza Italia. E se avesse vinto Ciacciarelli, la Lega si sarebbe ritrovata con un Consigliere in meno (Tripodi) mentre la Lega ne avrebbe avuto uno in più (Ciacciarelli).
Divisi alla partenza
Il centrosinistra segna un goal a porta vuota. “La presunta unità della maggioranza sbandierata ieri in Commissione Trasparenza a fronte della nostra richiesta di dimissioni dell’assessore Righini, si infrange già il giorno dopo proprio su un atto presentato dallo stesso Righini. Lacerata da mesi da una faida interna senza soluzione, la maggioranza è ormai contro se stessa e non più in grado di governare la Regione” hanno detto i consiglieri del Partito Democratico Mario Ciarla, Emanuela Droghei e Daniele Leodori.
Gli fa eco il capogruppo M5S Lazio, Adriano Zuccalà. “È inaccettabile ascoltare le dichiarazioni del presidente Rocca sulle offerte fatte ai Partiti per risolvere la crisi della sua maggioranza che tiene in stallo la Regione Lazio da mesi. Caro Presidente, non siamo al mercato, per noi esiste solo la politica della proposta e non dell’offerta. La crisi è più lontana che mai dall’essere superata e i cittadini sono gli unici a pagare questo gioco al massacro”.
Domani potrebbe essere il giorno più lungo. O un altro lungo giorno di nulla sul fronte della crisi.