Rifiuti e conguagli dal 2007: una bomba da 14 milioni pronta a scoppiare

La Saf attende dai Comuni ciociari quasi 14 milioni per conguagli accumulati dal 2007. Il presidente Fabio De Angelis lancia l’allarme e propone alla Regione Lazio una soluzione per evitare il dissesto degli enti locali. Ora la palla passa all’assessore Righini.

Anno Domini 2007. L’iPhone non esiste e proprio quell’anno Steve Jobs lo presenta al mondo rivoluzionando il concetto di smartphone. La gente scende in piazza a Roma e manifesta a favore dei ‘Dico‘ cioè il riconoscimento di diritti per coppie di fatto, Saddam Hussein è morto da pochi mesi. Fiorello è il personaggio televisivo dell’anno mentre il Telegatto per la migliore trasmissione di approfondimento va alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi su La7 che nemmeno immagina di diventare Direttrice di Rai 3 a distanza di nove anni. A Palazzo Chigi siede per la seconda volta il professor Romano Prodi mentre a Frosinone finisce la stagione del sindaco Domenico Marzi: al suo posto viene eletto il suo vicesindaco Michele Marini. A Latina il sindaco Vincenzo Zaccheo succede a se stesso e nemmeno immagina il caos che scatenerà negli anni successivi per una banalissima frase detta alla governatrice del Lazio Renata Polverini.

È da allora, da quell’Anno Domini 2007 che la Saf – Società Ambiente Frosinone attende di essere pagata dai Comuni ciociari per lo smaltimento dei loro rifiuti ed evitare che gli arrivino fino sotto al balcone.

Facciamo due conti

Tutti pessimi pagatori? No. Funziona così: c’è una tariffa e Saf lavora quei rifiuti riciclando quello che la tecnologia all’epoca consente; la differenza finisce nel termovalorizzatore di San Vittore del Lazio e quello che non può essere bruciato va nella discarica Mad di Roccasecca. I Comuni pagano in base alle tonnellate di immondizie che Saf deve lavorare e trasformare. Ma una volta pagato non finisce lì: il principio è quello che per anni ha regolato la bolletta dell’Enel o del Gas a casa. Cioè?

Si paga sulla base dei conti: la tariffa a tonnellata viene determinata sulla base di tutte le spese per garantire il servizio. Ma ci sono alcune voci che si conosceranno solo in seguito. Per questo si paga un ‘anticipo‘ sulla base dei conti certi e poi ci sarà un ‘conguaglio‘ sulla base delle voci che verranno determinate in seguito. È questo il cuore del problema.

I Comuni devono pagare i conguagli per i costi che sono stati determinati solo a distanza di anni. Ed il totale a carico dei 91 Comuni ciociari sono ora circa 14 milioni di euro. Una randellata sui denti.

Come si arriva a 14 milioni

Una delle linee di lavorazione della Saf

Come si fa ad arrivare a 14 milioni? I conti sono presto fatti.

  1. C’è innanzitutto il Conguaglio 2007-2012 pari a € 2.315.916,44 deciso dalla Regione Lazio a fine 2015 riconoscendo i maggiori costi di smaltimento sostenuti dalla Saf dal 25.07.2007 al 21.04.2012.  
  2. Poi c’è il Conguaglio 2015-2016 pari a € 1.758.849,06 deciso ancora dalla regione Lazio nella primavera 2018 riconoscendo a Saf una nuova tariffa di accesso all’impianto, sulla base dei costi reali. 
  3. Il terzo è il Conguaglio 2018-2024 che ammonta € 7.648.112,06 deciso sempre dalla regione Lazio a fine 2018. Perché? La discarica di Roccasecca è satura e da qualche parte quei rifiuti vanno interrati: le immondizie lavorate vanno in giro per l’Italia e così sono schizzati i costi per trasporto e smaltimento in discarica. Questo determina una nuova rivisitazione della tariffa di accesso all’impianto dal primo gennaio 2020, rivalutata per ciascuna annualità fino al 2024.
  4. L’ultimo è il Conguaglio Benefit pari a € 2.046.135,01. La Regione Lazio riconosce un benefit pari al 15% della tariffa autorizzata al gestore dell’impianto, ed un ulteriore incremento del 5% per lo smaltimento dei rifiuti che vengono da fuori. In pratica: non sono altro che i soldi per ristorare i Comuni sede di impianto: Colfelice (Saf), Roccasecca (Mad), San Vittore del Lazio Termovalorizzatore).

Totale: 13 milioni, 769mila e 12 euro più 60 centesimi.

Giancarlo aiutaci tu

Giancarlo Righini

Nei Comuni ciociari si fanno i conti ormai sulle banconote da 10 euro: mettergli sul groppone quasi 14 milioni significa mandare tutti i dissesto. E spezzare i portafogli dei cittadini. Ma la Saf non può evitare di spedire le fatture: richia che la Corte dei Conti intervenga ed accusi di avere creato un danno all’azienda. Che è un un bene nelle mani di enti pubblici: i Comuni sono tutti soci e proprietari in parti uguali, a prescindere dagli abitanti e dalle tonnellate di rifiuti che conferiscono.

Il presidente Fabio De Angelis ha proposto una soluzione alla Regione Lazio ed al suo assessore al Bilancio, Giancarlo Righini. Consiste nel far anticipare alla Regione quei 14 milioni evitando qualsiasi rischio di collasso alle casse dei Comuni. Poi la Regione recupererà la somma dai singoli Comuni ma spalmando gli importi su un lungo periodo.

L’assemblea dei sindaci Saf

Una soluzione che chiuderebbe il cerchio e salverebbe i portafogli: eviterebbe prestiti ed interessi da pagare a carico dei cittadini. Per questo Fabio De Angelis ha rivolto questo pomeriggio un appello alla Regione Lazio “che ha sempre dimostrato attenzione nei confronti delle esigenze e delle problematiche dei territori e degli enti locali. È sulla scorta di tale ragionevole fiducia che abbiamo avanzato alla Regione Lazio questa ipotesi operativa”.

Perché – in caso contrario – l’alternativa sarebbe il dissesto per tutti i Comuni.