
Una pezza da 14 milioni per evitare il dissesto dei Comuni e la privatizzazione di Saf. La Regione Lazio accoglie la proposta: anticipa i soldi e li recupera a rate. Righini evita il default e tiene la gestione dei rifiuti in mani pubbliche.
Ci metterà una pezza la Regione Lazio. Coprirà il debito da 14 milioni di euro che i 91 Comuni della provincia di Frosinone si sono ritrovati tra capo e collo: colpa del ricalcolo delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti.
Le tariffe sono lievitate perché in tutta la provincia non c’è più una discarica e allora le immondizie lavorate finiscono sui camion, in giro per l’Italia, con enormi costi aggiuntivi. Non c’è un biodigestore nel quale trasformare gli avanzi delle cucine in biogas per far camminare quasi gratis i bus pubblici: anche quegli avanzi viaggiano in camion fino a Padova. Spese impreviste che si sono aggiunte a quelle ordinare: un po’ come accade per la bolletta dell’energia elettrica di casa, si paga sulla media degli anni precedenti e poi si fa il congiuaglio. E quel conguaglio, dal 2007, è di 14 milioni (Leggi qui: Rifiuti e conguagli dal 2007: una bomba da 14 milioni pronta a scoppiare).
Ci pensa Giancarlo

Siccome erano spese impreviste, i Comuni se le sono trovate tra capo e collo. Rischiano di veder saltare i loro bilanci, tenuti in equilibrio sul filo dei dieci euro. La soluzione l’aveva proposta ieri il presidente della Saf – Società Ambiente Frosinone: cioè l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti ed appartiene ai 91 Comuni ciociari. Per paradosso: ha come debitori i suoi soci.
La proposta del presidente Fabio De Angelis: la Regione può anticipare quei soldi. Ed i Comuni glieli restituiscono a rate, mese per mese, spalmati in alcuni anni. E se qualcuno non paga? La Regione può pignorargli direttamente i fondi regionali che dovessero essere assegnati ai cattivi pagatori.
La proposta è stata valutata dall’assessore Giancarlo Righini. Che questa mattina, sentiti i vari uffici sul piano della legittimità, ha dato il via sul piano politico. I soldi li anticipa la Regione.
Evitate le speculazioni

L’assessore si è trovato di fronte ad un bivio. Non mettere a disposizione quei 14 milioni significava mandare in dissesto tutti i Comuni della provincia di Frosinone. Oppure c’era una strada peggiore: se i Comuni non pagavano la Saf finiva al fallimento. In quel modo, qualunque competitor privato l’avrebbe potuta comprare dal tribunale sfilandola ai 91 Comuni: in quel modo, la lavorazione dei rifiuti (che oggi è in mano ai sindaci) sarebbe diventata un business come l’acqua e l’energia.
La scelta politica di Giancarlo Righini è stata questa: i rifiuti restano nelle mani dei sindaci, la gestione della Saf rimane affidata alla loro assemblea.
“Con questo provvedimento adottato dalla Giunta Regionale si scongiurano entrambi i rischi dando certezza ai rapporti giuridici di Saf e venendo incontro alle esigenze dei Comuni incolpevoli rispetto agli aumenti tariffari determinati dalle precedenti gestioni” ha detto l’assessore.

C’è un ulteriore aspetto politico ed amministrativo: quei 14 milioni non sono colpa dei sindaci, non sono colpa della saf, non sono colpa della Regione. Bastava fare gli impianti prima che la discarica Mad di Roccasecca si esaurisse, era sufficiente fare il biosdigestore quando è stato chiaro che Saf non poteva più lavorare l’umido rispettando le nuove normative. I sindaci hanno approvato solo nello scorso bilancio la costruzione del nuovo impianto di Anagni.
Senza rischi
L’assessore Giancarlo Righini evidenzia che “Quella approvata oggi è una norma che garantisce trasparenza e che non espone la Regione Lazio ad alcun rischio. L’amministrazione, infatti, rimane creditrice nei confronti dei Comuni, con i quali, per altro, sussistono rapporti economici consolidati. Naturalmente confidiamo che l’impegno venga onorato da parte dei Comuni, ai quali consentiremo di diluire il debito in un arco temporale che consentirà di poter programmare gli impegni di spesa”.

E se non pagano? “Resta il fatto che nel caso gli accordi con le amministrazioni comunali non dovessero essere rispettati, la Regione Lazio esigerà il pagamento delle somme e potrà decidere anche di trattenere le risorse che vengono erogate a titolo di contributo per le tante iniziative sul territorio”.
Percorso di risanamento
Dal fronte della Saf guardano al futuro. Perché il provvedimento deliberato questa mattina dalla Giunta Regionale del Lazio consente a Saf SpA di “consolidare il percorso di risanamento intrapreso dalla nuova governance. E mette al riparo i bilanci dei comuni che avrebbero dovuto subito onorare il saldo dei conguagli per i maggiori oneri sostenuti dalla Società Ambiente Frosinone a partire dal periodo 2007/2012” spiega il presidente Fabio De Angelis.

La misura “spalma debiti” deliberata dalla Regione Lazio “è un atto di chiara e concreta sensibilità del governo regionale nei confronti della nostra provincia. Ma è anche un provvedimento che consentirà di i proseguire nelle attività di ammodernamento dell’impianto di Colfelice, con investimenti mirati all’introduzione delle tecnologie più funzionali alle nuove sfide dell’economia circolare. Recuperare più materia, produrre energia pulita, tutela ambientale sono e restano, di pari passo con la puntuale e oculata gestione delle risorse economiche, obiettivi prioritari di Saf SpA, pienamente in linea con la sua natura pubblica e con la sua missione di tutela del territorio dice Fabio De Angelis.
Al di là dell’aspetto amministrativo c’è quello politico. La Regione Lazio e Giancarlo Righini hanno tenuto nelle mani pubbliche, in quelle dei 91 sindaci, la gestione dei rifiuti in Ciociaria. Non è poco.