Quasi un corto circuito istituzionale e politico tra il deputato della Lega e l'assessore regionale al bilancio di FdI. L'ex sindaco di Frosinone durissimo nei confronti del Governo: "Senza la Zes un dramma epocale". E boccia la Zls celebrata invece dall'esponente di Fratelli d'Italia
Quasi a rischio di corto circuito istituzionale. Due voci autorevoli: ma profondamente divergenti. Sono quelle quella dell’assessore regionale Giancarlo Righini (Fratelli d’Italia) e dell’onorevole Nicola Ottaviani (Lega). Al centro della loro contesa ci sono le misure di sviluppo territoriale: la Zona Logistica Semplificata (ZLS) e la Zona Economica Speciale (ZES).
Che cosa sono

Non sono solo degli acronimi, ZLS e le ZES sono strumenti per attrarre investimenti e favorire lo sviluppo economico. Ma si differenziano per ambito territoriale e tipo di agevolazioni offerte.
Zona Economica Speciale. E’ un’Area delimitata nel Mezzogiorno d’Italia (oggi unificata in una ZES unica) con condizioni favorevoli per lo sviluppo industriale e logistico. I vantaggi sono:
- Agevolazioni fiscali: credito d’imposta per investimenti, esenzioni IRAP.
- Snellimento burocratico: procedure semplificate per autorizzazioni e permessi.
- Infrastrutture potenziate: miglioramento dei collegamenti e servizi logistici.
Zona Logistica Semplificata. Sono aree portuali o retroportuali nelle regioni più sviluppate del Centro-Nord, pensate per favorire la logistica e l’attrazione di investimenti. I vantaggi sono:
- Snellimento amministrativo: semplificazioni simili a quelle delle ZES.
- Accesso a incentivi: possibilità di credito d’imposta per investimenti produttivi.
- Sviluppo logistico: miglioramento dell’efficienza nei trasporti e nella movimentazione merci.

Entrambe le zone mirano a rendere il territorio più attrattivo per le imprese, ma la ZES ha una vocazione più industriale e strutturale, mentre la ZLS è focalizzata sulla logistica e sull’efficienza dei flussi merci.
Chiarito di cosa si parla, ecco le dichiarazioni dei protagonisti, evidentemente non tanto in sintonia.
L’entusiasmo di Righini
L’assessore regionale alla Programmazione Economica, Giancarlo Righini ieri ha annunciato con una nota la conclusione della fase istruttoria per la ZLS del Lazio, sottolineando tra l’altro che: “Le modifiche richieste hanno riguardato esclusivamente aspetti formali, come l’aggiornamento delle mappe e alcune precisazioni descrittive, senza incidere sulla sostanza del progetto né sui territori coinvolti. È un passaggio tecnico ma fondamentale, che consente di chiudere definitivamente la fase istruttoria e di portare a compimento un iter avviato nel 2018 e rimasto fermo per anni”.

“Grazie al deciso impulso impresso da questa giunta ed al lavoro di squadra con gli enti locali e le amministrazioni statali il progetto della ZLS del Lazio è finalmente giunto alle battute finali – ha continuato Righini – Dopo anni di attese e rallentamenti, oggi possiamo dire che il Lazio è pronto: attendiamo soltanto il decreto del Governo che ne sancirà ufficialmente l’istituzione, aprendo così la fase operativa”.
La cosa viene vista in maniera talmente concreta che in Regione è già stata attivata un’Area sulla ZLS. Dovrà accompagnare l’attuazione del progetto, coordinare le attività con l’Autorità Portuale, garantire una gestione efficace delle semplificazioni.
L’affondo di Ottaviani: “Senza la Zes un dramma”
Di tutt’altro tenore è l’intervento dell’onorevole Nicola Ottaviani, segretario della V Commissione Bilancio della Camera. Se Righini sembra accontentarsi delle ZLS e dire meglio questo che nulla, il deputato leghista denuncia con toni durissimi l’esclusione delle province di Frosinone e Latina dalla ZES unica del Mezzogiorno, definendola un “dramma senza precedenti” per l’economia locale.
L’onorevole Ottaviani, va giù duro: “Escludere le nostre due province, dai contributi della zona economica speciale per il Mezzogiorno, dopo 60 anni, inserendo le province della Campania, del Molise dell’Abruzzo e addirittura delle Marche e dell’Umbria, significa attentare alla nostra economia, a cui viene sottratta la possibilità di concorrere ad armi pari, in termini di competitività, con le altre imprese localizzate attorno ai nostri territori provinciali”.

L’ex sindaco di Frosinone rivendica il lavoro del suo Gruppo parlamentare. “La Lega ha presentato tre emendamenti in Commissione Bilancio al Senato. Sono pienamente ammissibili e coerenti. Si basano sulla Carta europea degli aiuti di Stato, che classifica la nostra zona come area ‘C’, cioè con disagio economico e sociale, esattamente come Marche e Umbria”.
“È da tre anni – aggiunge Ottaviani – che ci battiamo per ottenere ciò che ci spetta: le stesse condizioni economiche e di mercato riservate ad altre aree del Paese. Ogni anno vengono destinati più di 2,5 miliardi di euro in contributi pubblici a quei territori. Anche quei soldi arrivano dalle tasse delle nostre famiglie. È ora che anche noi riceviamo lo stesso trattamento.”
“La Zls una fregatura per il nostro territorio”

Ma poi lo scontro diventa frontale con Fratelli d’Italia. Qui il j’accuse dell’onorevole leghista si fa ancora più duro ed incisivo quando afferma “La situazione ora è divenuta inaccettabile e qualcuno sta mettendo la propria firma per alimentare una vera e propria polveriera economica e sociale, difficilmente contenibile. Per non parlare di chi ci vuole rifilare la ZLS, la zona logistica semplificata, in sostituzione della zona economica speciale del Mezzogiorno”.
“Sarebbe come confondere un’autovettura di Formula 1, con un’utilitaria ingolfata, soltanto perché entrambe hanno quattro ruote. Chi sostiene questa corbelleria almeno taccia, perché o è in malafede, o sprofonda nell’ignoranza dell’economia aziendale più totale. Sia ben chiaro. Questa volta – conclude – una fregatura del genere i nostri territori non se la terranno”.
Una contrapposizione netta dentro il centrodestra

Fin qui le dichiarazioni dei due esponenti politici, evidentemente in antitesi. La contrapposizione è netta. Righini vede nella ZLS un’opportunità concreta e imminente, frutto di un lungo lavoro istituzionale. Ottaviani invece considera la ZLS una soluzione di ripiego, totalmente insufficiente per garantire parità di condizioni alle imprese del Lazio meridionale rispetto a quelle delle regioni limitrofe già incluse nella ZES.
Questa divergenza riflette una potenziale frattura politica, tutta interna al centrodestra e anche territoriale. Da un lato, la Regione Lazio che rivendica il successo tecnico-amministrativo della ZLS. Dall’altro, l’onorevole Ottaviani che chiede misure più incisive e paritarie come la ZES, per evitare che Frosinone e Latina restino ai margini dello sviluppo.
Entrambi partono da una visione comune e condivisa: la necessità di interventi normativi per attrarre investimenti e favorire lo sviluppo economico del basso Lazio.
La Ciociaria vuole segnali forti

Gli strumenti individuati per raggiungere l’obiettivo sono però evidentemente in contrapposzione. Dal versante territoriale, la posta in gioco è concreta: la Ciociaria ha bisogno di segnali forti per contrastare la desertificazione industriale, la fuga di imprese, l’attrattività decrescente verso gli investitori.
Le imprese locali, tramite Unindustria, hanno chiesto che la ZLS venga approvata “subito”, come misura tampone utile, pur consapevoli che non abbia lo stesso potenziale della ZES. Sa va san dire.
Tuttavia, l’ottica del “contentino” (fare la ZLS per placare le tensioni territoriali) senza una strategia coraggiosa sulla ZES rischia di generare malumore, soprattutto se le province vicine che godranno di regime ZES attraggono investimenti e capitali.



